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Il caso
23 Maggio 2023 - 12:00
Ancora sassi contro gli autobus
Il nuovo parco al rione Tamburi - quello, per intenderci, per cui si è speso il cantautore romano Niccolò Fabi - inaugurato lo scorso 9 maggio è già stato oggetto di diverse intrusioni da parte di vandali, che per entrare forzano la rete di protezione (mai parola fu più inadeguata), ovviamente danneggiandola. Ancora: da lì gli stessi vandali tentano anche di entrare nella scuola “Gabelli”, visto che lo stesso parco è situato nell’area verde di proprietà comunale annessa al plesso scolastico.
Queste le notizie che restituiscono un quadro sconfortante di ciò che sta succedendo nel popoloso rione alla periferia di Taranto, dove una minoranza di balordi di fatto mortifica, non da oggi, un intero quartiere. Il discorso, in realtà, interessa l'intero capoluogo ionico. Una mancanza del senso del bene comune e delle regole, che porta un gruppo di giovanissimi a dare - più volte - l’assalto ad una struttura che, al di là dell’eco mediatico dovuta all’interessamento di un personaggio come Fabi, potrebbe rappresentare uno strumento non solo di svago ma anche di crescita culturale. Delle intrusioni e dei vandalismi sono state interessate le forze dell’ordine, ma come è chiaro il problema è di natura sociale e culturale, più che di repressione.
Ad ogni buon conto, come si legge in una nota diffusa dalla Polizia di Stato, “nei giorni scorsi gli agenti della Squadra Volante sono intervenuti, a seguito di una segnalazione giunta al numero di emergenza 113 della Sala Operativa della Questura, per il presunto danneggiamento al Parco di Lulù, dedicato alla figlia del celebre cantante Niccolò Fabi, ad opera di un gruppo di giovani. Sul posto i poliziotti constatarono che il cancello d’ingresso del giardino era regolarmente chiuso, mentre all’interno si aggirava un gruppetto di ragazzi che, alla vista delle pattuglie, ha cercato di darsi alla fuga, oltrepassando la recinzione che separa il parco da una scuola d’infanzia adiacente. Il tentativo di fuga non è andato a buon fine perché i giovani sono stati raggiunti dalle pattuglie intervenute. I poliziotti hanno effettuato anche un giro d’ispezione all’interno del parco, verificando che era stata danneggiata una porta di ferro che divide il parco dal plesso scolastico, così come era stata divelta la rete metallica che delimita le due aree in fondo al giardino proprio nel punto in cui i ragazzi avevano effettuato poco prima il tentativo di fuga. Sono in corso accertamenti finalizzati all’individuazione dei presunti responsabili dei danneggiamenti”.
Ancora, i raid hanno interessato, ed è notizia di oggi, 23 maggio, anche la Biblioteca Acclavio ed il Mudit, il museo dei tarantini illustri. Zone diverse della città. Una escalation.
Una serie di episodi che consegnano l'immagine di un territorio sotto scacco di vandali e teppisti. Il problema, oltre che di repressione, è soprattutto culturale
Ma non è tutto. Quello che si deve registrare quasi nelle stesse ore è anche un nuovo capitolo della lunga storia relativa al tiro al bersaglio nei confronti degli autobus.
I segretari dei sindacati Filt Cgil, Uil Trasporti, Ugl Autoferro e Sinai, rispettivamente Zotti, Sasso, Basile e Albanese, parlano di “due episodi sconcertanti nella serata di domenica 21 maggio, ai danni del personale viaggiante in forza alla municipalizzata Kyma Mobilità ex Amat”. “Una bottiglia scagliata contro l’autobus 694 ha mandato in frantumi il finestrino del posto guida causando graffi al volto dell’autista; mentre un sasso ha colpito, nella stessa serata, un’altra vettura dell’azienda Kyma frantumando il lunotto posteriore del bus 760”. “È solo di 10 giorni fa il precedente lancio di un lucchetto in ferro ai danni del bus 736” ricordano i segretari provinciali Francesco Zotti (Filt Cgil), Carmelo Sasso (Uil Trasporti), Andrea Basile (Ugl Autoferrotranvieri) e Francesco Albanese (Sinai). “Solo la professionalità degli operatori di esercizio evita conseguenze che sarebbero ben più gravi”.
I segretari generali chiedono “di limitare il servizio nelle zone e quindi negli orari a rischio con deviazioni ad hoc se necessario; se non si riescono a frenare gli atti vandalici ai danni dei dipendenti coinvolti, del patrimonio aziendale e dell’utenza trasportata bisogna intervenire con azioni mirate. Non possiamo più aspettare essendo questa ormai una vera emergenza sociale”.
La richiesta è anche quella di una convocazione immediata del Comitato provinciale per l’Ordine e la sicurezza pubblica. Le Segreterie Aziendali “hanno posto da molto tempo all’attenzione delle Autorità preposte la problematica legata alle aggressioni, di fatto ricordiamo che la vertenza per la mancanza di sicurezza e le relazioni industriali è tutt’ora in atto, perseguendo e raggiungendo l’obiettivo della cabina protettiva per tutti i mezzi aziendali, auspicando la realizzazione nel più breve tempo possibile; al contempo si chiede di adottare nuove misure organizzative di vigilanza ed implementando i sistemi sicurezza a bordo. Occorre garantire sicurezza per tutta la durata del servizio pubblico giornaliero, 7 giorni su 7. Gli operatori, di cui si sono decantate le lodi finanche in piena emergenza pandemica, non possono essere lasciati soli nella paura e nell’insicurezza ma devono essere tutelati. Il senso di abbandono istituzionale che si vive nella città è oramai palpabile a tutti, con pericolose conseguenze anche per la sicurezza generale”, denunciano i sindacati.
Per Zotti, Sasso, Basile ed Albanese “le Forze dell’Ordine devono aumentare il controllo del Territorio, soprattutto in certe zone durante le ore serali, così come richiesto a più riprese dalle scriventi Organizzazioni Sindacali, in diverse occasioni. Dobbiamo fare ogni tentativo per isolare gli incivili e diffondere la cultura della legalità ed il rispetto del mezzo pubblico nonché dei lavoratori.
Negli ultimi mesi sono aumentati sia gli atti vandalici che le aggressioni, rendendo la situazione oramai esasperante. Servono pertanto misure urgenti ed efficaci per porre fine il prima possibile a questa escalation di eventi pericolosi per il personale ed ingiusta per la collettività che merita un parco mezzi non vandalizzato”.
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