Cerca

Cerca

Comune

Il problema di Melucci? Una maggioranza sbagliata

La vittoria dello scorso anno nata da un cartello elettorale. I nodi politici non risolti

Rinaldo Melucci

Rinaldo Melucci

Prima o poi i nodi sarebbero venuti al pettine. A meno di un anno dalla sua elezione, il sindaco Rinaldo Melucci si ritrova nella condizione di dover ridefinire la propria maggioranza. Quale che sia l’approdo di questa fase di crisi e di consultazioni, il tempo sta rivelando che l’attuale raggruppamento maggioritario a Palazzo di Città non può definirsi coalizione politica. Troppe e troppo dirimenti le questioni sulle quali è assai improbabile che si riesca a trovare un punto di incontro tra approcci che appaiono decisamente incompatibili. Su questioni vitali come l’accordo di programma sul siderurgico e il nuovo piano urbanistico (su tutte la questione del comparto 32) è difficile che l’orientamento del sindaco possa trovarsi in sintonia con Cinquestelle, ambientalisti e affini. Ma questo lo si sapeva fin dal principio. Fin da quando, cioè, le undici liste che sostennero il sindaco a giugno dello scorso anno diedero vita non ad una autentica coalizione ma ad un mero cartello elettorale assemblato con il solo obiettivo di arrivare alla vittoria. Missione compiuta. Grazie anche alla inconsistenza della coalizione avversaria e all’enorme cifra dell’astensionismo: quasi la metà dei tarantini non andò a votare. 

A meno di un anno dalle elezioni del giugno scorso, diverse sigle apparse allora sulla scheda elettorale in consiglio comunale non esistono più, tanti sono stati i rimescolamenti – in alcuni casi ispirati dallo stesso Melucci - per garantire posizioni e postazioni. Un frastagliamento che certamente non ha agevolato la governabilità. Tutto ciò aggravato dall’assenza di un partito guida. Il Partito Democratico, che per sua forza numerica e peso nazionale avrebbe dovuto esserlo, fino ad oggi, anche per via delle frizioni congressuali, si è mostrato invece un corpo amorfo, del tutto privo di autorevolezza e incapace di assumere la leadership della maggioranza. Un esempio su tutti: nemmeno un intervento di un qualsiasi suo consigliere nella seduta del consiglio comunale monotematico del dicembre scorso sulle linee guida del piano urbanistico illustrate dal professor Karrer. Un silenzio a dir poco sconcertante su un tema che segnerà il destino di Taranto nei prossimi decenni. A complicare le cose, oltre agli strascichi del congresso, gli incontri ravvicinati del sindaco con Italia Viva. 

Tutto ciò per dire che è davvero riduttivo derubricare questa fase di crisi ad un referendum su Italia Viva sì, Italia Viva no. Stellato sì, Stellato no. 

Tocca a Melucci adesso trovare il bandolo della matassa, avendo chiaro che una maggioranza politica si fonda su convergenza di contenuti, non su un mero raggruppamento di sigle e singoli aggrappati o speranzosi di aggrapparsi a qualche predellino. Queste ultime scorciatoie Melucci sa bene a cosa hanno portato nella scorsa consigliatura e qui è in gioco la sorte di Taranto, non della redditizia sopravvivenza politica di qualche singolo.

Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Buonasera24

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Termini e condizioni

Termini e condizioni

×
Privacy Policy

Privacy Policy

×
Logo Federazione Italiana Liberi Editori