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21 Maggio 2025 - 10:00
Angelo Abbruzzo: «Taranto, ci vuole un sussulto. Ora»
C’è un momento, in ogni città, in cui il tempo delle parole deve lasciare spazio ai gesti. Taranto è a un bivio, e chi sceglie di candidarsi al Consiglio Comunale dovrebbe farlo non per sedere, ma per servire. Non per apparire, ma per agire. Angelo Abbruzzo questo lo sa bene: laureato in giurisprudenza e da oltre vent’anni operatore in un patronato, ha scelto di stare ogni giorno dalla parte delle persone, dove le norme incontrano le vite reali, e le parole devono trasformarsi subito in soluzioni concrete. Conosce bene i bisogni di anziani, famiglie, cittadini che affrontano la burocrazia, l’esclusione, le fragilità. E ora vuole portare questa competenza al servizio di una politica che torni ad avere un volto umano.
La sua non è una candidatura “contro” qualcuno. Non è qui per lanciare frecce, né per trasformare la politica in un torneo medievale dove vince chi grida di più e colpisce più forte. È qui per, e non contro. Per proporre, per costruire, per mettere a disposizione la sua esperienza e la sua umanità. “La campagna elettorale non dovrebbe essere un’arena – dice – ma un’arena di idee. Quelle buone. Quelle realizzabili. Quelle che servono davvero”.
IL PUNTO DI VISTA CHE FA LA DIFFERENZA
L’esperienza di Angelo Abbruzzo nel patronato gli ha dato un punto di vista unico: conosce in anteprima la ricaduta delle leggi sulla vita delle persone. Sa cosa significa, nella pratica, l’arrivo dell’assegno di inclusione, dei bonus sociali, delle normative che dovrebbero sostenere, ma che spesso si inceppano nei meccanismi. Lui è lì, a spiegare, ad ascoltare, a sciogliere nodi. È lì dove la politica incontra le persone. È un anello di congiunzione tra il Palazzo e la piazza. E ora vuole portare tutto questo in Consiglio Comunale.
Non è improvvisazione, è visione. Non è un salto nel vuoto, ma un passo avanti nella coerenza. Taranto ha bisogno di chi sa fare, di chi conosce i meccanismi e li sa indirizzare. “Serve una politica buona, quella che fa davvero gli interessi della gente”, afferma. Non una parola in più. Ma un fatto in più. Ogni giorno.
“STIAMO STANCHI DI ESSERE STANCHI”
La rassegnazione è diventata abitudine. L’apatia ha contagiato metà degli elettori, quelli che non vanno più a votare. Ma se la sfiducia è comprensibile nei confronti di chi ha governato male, è altrettanto deludente l’atteggiamento di chi, in consiglio comunale, avrebbe dovuto fare opposizione e invece ha solo scaldato la sedia. La politica è impegno, è funzione sociale. E Angelo Abbruzzo questo lo ha già fatto, ogni giorno, con discrezione ma con efficacia.
Non si candida per un favore personale, ma per invitare tutti a riscoprire il senso più alto del voto: una scelta consapevole, un diritto che va difeso e riscoperto. Non servono mille parole, servono mille azioni. Taranto si cambia insieme, a partire da noi, nei gesti quotidiani: in famiglia, nel traffico, nei rapporti umani. Perché quel “che me ne fotte” che troppo spesso sentiamo dire, ci danneggia tutti. Il cambiamento non si reclama, si costruisce.
UNA TARANTO MIGLIORE NON SI RECLAMA, SI CONQUISTA
“Una Taranto migliore prima ancora di rivendicarla, dobbiamo conquistarla tutti” è il motto che guida la sua candidatura. È una chiamata alla responsabilità collettiva. Nessuna rivoluzione verrà dall’alto, se non saremo noi i primi a volerla. La politica non è il nemico. È un mezzo. Ma bisogna rimetterci dentro contenuto, etica, concretezza. Angelo Abbruzzo è pronto a farlo. “Lungimiranza non è solo risolvere emergenze, ma prevenire che le emergenze diventino tali. E chiarezza non è dire ‘faremo’, ma dire ‘come faremo’.”
Serve un sussulto. Un risveglio etico, sociale, umano. Non è tempo di illusioni né di urla. È tempo di visioni sobrie ma solide. Di uomini e donne che abbiano già dato prova, e che ora possano moltiplicare il loro impegno. Angelo non promette miracoli, ma impegno. Non parole, ma lavoro. “Come sempre.”
IL VALORE DI OGNI IMPEGNO
Abbruzzo non chiede fiducia in bianco. Chiede di essere valutato per quello che è. Per quello che ha fatto. Per quello che può continuare a fare. Perché ogni lavoro, ogni gesto, ogni funzione sociale – dal lavoro che si svolge, al Comune – ha senso solo se è contributo consapevole al bene comune. E questo, oggi, non è affatto scontato.
Taranto ha bisogno di persone così. Di meno slogan e più sostanza. Di meno urla e più ascolto. Di meno poltrone e più servizio. Se ci sarà il vostro voto, sarà un voto non al candidato, ma al cittadino consapevole che vuole cambiare davvero.
E allora sì, ci proviamo. Con passione, con serietà, con rispetto. Perché il cambiamento non arriva da solo. Lo si costruisce. Insieme.
(M.A.P. - Messaggio autogestito a pagamento)
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Testata: Buonasera
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