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15 Maggio 2025 - 16:22
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“Siamo al colmo: i parlamentari pugliesi di maggioranza che accusano il Presidente Emiliano di non aver fatto nulla per venire a capo della questione ex Ilva. Un’uscita scomposta, sia per il timing, vista l’ennesima pessima figura che sta facendo il Governo Meloni nelle ultime ore, sia per gli argomenti, considerato che proprio Michele Emiliano non si è mai risparmiato nei 10 anni della sua amministrazione per difendere le ragioni di Taranto e dei tarantini, anche quando al Governo del Paese c’era il centrosinistra.”
Così, in una nota congiunta, i deputati pugliesi del Partito Democratico, Ubaldo Pagano, Claudio Stefanazzi e Marco Lacarra.
“Comprendiamo la difficoltà e l’imbarazzo di queste ore, ma ci auguriamo sempre che chi ha responsabilità di Governo impieghi il suo tempo per risolvere i problemi e rimediare ai propri errori, invece di sprecarlo con degli assurdi ‘j’accuse’. È il cdx che non fa altro che scaricare su altri le proprie responsabilità ma con il Presidente Emiliano cascano davvero male. L’impegno per utilizzare risorse regionali per sostenere l’indotto non è affatto caduto nel vuoto pur non essendo una competenza della Regione Puglia. Al contrario la Regione ha già informato il Governo che serve una piccola modifica alla normativa nazionale per procedere alla liquidazione del contributo. Un aiuto che, occorre ripeterlo, pur esulando dalle competenze regionali, si vuole garantire per non lasciare sole le imprese dell’indotto. Nel
primo provvedimento utile depositeremo un emendamento sul punto e speriamo di non assistere all’ostruzionismo della destra. Emiliano e la Regione hanno fatto tanto in questi dieci anni, mentre di Zullo & Co. finora ricordiamo solo le chiacchiere e gli improvvisi riposizionamenti, come sulla decarbonizzazione.”
"Emiliano che su Ilva spudoratamente afferma 'ennesimo governo che non risolve il problema' merita una precisazione. L'unico a non aver fatto nulla è proprio la Regione. Anzi, ha remato contro. Quando fu istituita l'amministrazione straordinaria per sottrarre l'impresa a Mittal, nel febbraio dello scorso anno, Emiliano chiese che fosse prevista una norma di legge per utilizzare risorse regionali a favore dell'indotto dell'Ilva. 'Ci penso io', disse. 'Salvo io l'indotto'. Il governo realizzò la norma, ma la Regione non ha fatto nulla. Le risorse non sono state utilizzate. L'indotto si è salvato solo grazie al governo nazionale, che è stato invece puntuale ed efficace. Basta con i venditori di fumo, che poi sono gli stessi che attizzano gli incendi! Con quelli che gridano e non fanno nulla. Peggio di chi disfa, la notte, ciò che gli altri costruiscono di giorno!"
Lo dichiara il senatore di Fratelli d'Italia, Ignazio Zullo, capogruppo in commissione Lavoro a Palazzo Madama.
La Scuola di Formazione Politica "Forma e Informa" è lieta di annunciare il suo terzo e atteso modulo formativo, che si terrà sabato 17 maggio 2025, a partire dalle ore 15:30, presso la Sala della Provincia di Taranto, situata in Via Anfiteatro 4.
Dopo i proficui e stimolanti incontri precedenti, che hanno visto la partecipazione dell'On. Maddalena Morgante nel primo modulo e dell'On. Alessandro Palombi nel secondo, questo appuntamento si concentrerà su un tema cruciale per chiunque voglia comprendere e partecipare attivamente alla vita pubblica: l'ordinamento degli Enti Locali e i procedimenti amministrativi.
I partecipanti avranno l'opportunità di approfondire argomenti di fondamentale importanza quali la Revisione del Testo Unico degli Enti Locali (TUEL), i procedimenti amministrativi e la parte II del TUEL: Ordinamento finanziario e contabile.
La Scuola "Forma e Informa" è onorata di ospitare relatori di spicco che apporteranno la loro significativa esperienza e competenza:
On. Ylenia Lucaselli: Presidente del collegio d'Appello
Dott. Egidio Zingarelli: Dirigente Comune di Martina Franca
Avv. Myriam Palazzo: Funzionario amm.vo Comune di Manduria
Dott.ssa Maristella Carabotto: Sindaco di Monteparano
Non è stata una tappa di passaggio. Né un'apparizione di rito. Quella dell'onorevole Lorenzo Cesa, Segretario Nazionale dell'UDC e Presidente dell'Assemblea parlamentare della NATO, all'Hotel Delfino di Taranto si è rivelata una dichiarazione politica netta, concreta, carica di significato.
La sala era gremita ben prima dell'orario previsto. Volti noti della società civile, amministratori locali, giovani, famiglie: un pubblico eterogeneo, unito da un sentimento comune, quello di voler tornare a credere in una politica che ascolta e agisce. La convention della lista "Evviva Taranto - UDC" ha fatto il pieno di presenze e, soprattutto, ha segnato il passo di una campagna elettorale che punta dritto al cuore della città.
Sul palco i protagonisti di un progetto che nasce da un'alleanza civica solida, coraggiosa, costruita attorno alla figura dell'avvocato Francesco Tacente, candidato sindaco. Presenti l'on. Chiarelli, Commissario regionale UDC, il dott. Lo Muzio, coordinatore del movimento Evviva Taranto, l'on. Tarantino, Presidente regionale del partito, l'avv. Francesco D'Errico, coordinatore cittadino UDC
E proprio la presenza di Cesa ha conferito all'appuntamento una valenza nazionale: «La nostra, qui a Taranto, è una scelta di campo guardando alla persona perché chi guida la città è poi colui che deve dare una visione chiara delle cose da fare. Tacente è concretezza, capacità amministrativa, quello che serve a questa città. I cattolici in politica hanno di fatto ancora un ruolo determinante e ci auguriamo che ne abbiano sempre di più perché c'è bisogno di buon senso, di responsabilità, di riaffermare che alcuni valori devono essere sempre difesi: primo fra tutti quello della famiglia».
Cesa, intervenendo sulla gestione commissariale dell'UDC in Puglia, ha sottolineato come: «Gianfranco Chiarelli ha svolto un lavoro straordinario, il partito sta riprendendo quota, è interamente riorganizzato in ogni provincia e c'è grande attenzione dell'associazionismo cattolico attorno a noi. Sono convinto che con queste premesse torneremo ad essere protagonisti in questa Regione dove lo scudo crociato ha dato grandi personalità alla politica».
Parole che hanno risuonato con forza in un contesto dove ogni frase sembrava pesata, misurata, sincera.
A confermare il senso profondo della sfida anche l'intervento dell'on. Gianfranco Chiarelli, commissario regionale dell'UDC, che ha rilanciato il ruolo del partito come forza di stabilità e proposta nel panorama politico pugliese: «La nostra qui a Taranto è una scelta di campo guardando alla persona perché chi guida la città è poi colui deve dare una visione chiara delle cose da fare. Tacente è concretezza, capacità amministrativa, quello che serve a questa città. Di cattolici in politica hanno di fatto ancora un ruolo e ci auguriamo che ne abbiano sempre di più perché c'è bisogno di buonsenso, di responsabilità, di riaffermare che alcuni valori devono essere sempre difesi: primo fra tutti quello della famiglia».
A confermare il senso profondo della sfida anche l'intervento dell'on. Gianfranco Chiarelli, commissario regionale dell'UDC, che ha rilanciato il ruolo del partito come forza di stabilità e proposta nel panorama politico pugliese: «Con Evviva Taranto portiamo avanti un progetto credibile, con radici nei quartieri, nei bisogni reali della gente. Non ci interessano le etichette, ma i contenuti. E oggi il contenuto si chiama Francesco Tacente».
L'avvocato Tacente, accolto da un lungo applauso, ha catalizzato l'attenzione con un discorso lucido, profondo, mai retorico. Ha parlato da sindaco già in trincea, abituato alla complessità e pronto a fare scelte, anche difficili, per il bene comune: «Taranto non ha bisogno di promesse da palcoscenico. Ha bisogno di chi conosce la macchina amministrativa, di chi non ha paura di mettere le mani nei problemi. Noi non promettiamo miracoli. Offriamo metodo, trasparenza e un amore profondo per questa terra. Taranto è pronta a voltare pagina: noi ci siamo, con competenza, con cuore, con visione»
L'intervento è stato più di un comizio: è stato un atto d'amore verso la città. Con passaggi dedicati alla legalità, alla rigenerazione urbana, alla centralità delle periferie, all'ambiente, alla cultura, Tacente ha tracciato una mappa della rinascita possibile. Una rinascita fondata su un principio tanto semplice quanto rivoluzionario: ascoltare i cittadini.
Alla fine, nella sala Posidonia dell'Hotel Delfino, restava un'eco tangibile di partecipazione vera, di quella politica che torna a parlare un linguaggio umano, concreto, diretto. Non uno slogan, ma un messaggio forte: per Taranto è tempo di andare avanti, con coraggio e dignità. E quella dignità oggi si chiama "Evviva Taranto - UDC". E porta il volto sorridente e determinato di Francesco Tacente.
La vicenda dell'ex Ilva è lo specchio dell'inadeguatezza del ministro Urso e delle politiche sbagliate del governo Meloni. L'ex Ilva oggi rischia più che mai e la colpa è dello stato di confusione del governo che non ha fatto nulla per far uscire l'azienda dalla crisi in cui è precipitata, e non ha fatto nulla per dare risposte sulla salute dei tarantini. Non possono essere i lavoratori a pagare l'incapacità di far partire la decarbonizzazione degli impianti e la soluzione non può essere collocare i lavoratori in una cassa integrazione senza fine. Un fallimento totale del quale il ministro Urso ne dovrà rendere conto domani nell'informativa in Senato.
Lo afferma il senatore dell'Alleanza Verdi e Sinistra Tino Magni.
I lavoratori e le lavoratrici dell'ex Ilva stanno vivendo l'ennesimo periodo di incertezza sul loro futuro, prosegue Magni. E' necessaria chiarezza sul futuro dell'azienda e sul processo di transizione ecologica attraverso la decarbonizzazione. Il governo deve stanziare ulteriori risorse per evitare migliaia di lavoratori in cassa integrazione, per completare il piano di ripartenza e, per tutti gli interventi per mettere in sicurezza i lavoratori e la città. Va evitato assolutamente di fare la fine di Bagnoli, con la chiusura definitiva dello stabilimento e la perdita di migliaia di posti di lavoro, conclude Magni.
Lo rende noto l'ufficio stampa gruppo Misto Alleanza Verdi e Sinistra del Senato.
"Sconcerta vedere il ministro Urso attaccare ancora con forza i magistrati sull'ex Ilva in merito alle vicissitudini degli altiforni del sito: un'offensiva pietosa la sua, aggravata da diverse uscite a pappagallo di esponenti di Fdi, che fino a qualche settimana fa sostenevano che la fabbrica era stata riconvertita e che non ha mai inquinato. Dopo l'imbarazzante quanto deprimente informativa di ieri, il ministro dell'Industria sta tentando di buttarla in gazzarra per nascondere agli italiani il suo evidente fallimento nella gestione di quello che doveva essere il fantomatico nuovo corso dell'acciaieria tarantina. Per il quale il governo Meloni ha buttato via 1,5 miliardi, col solo proposito di riproporre un altro decennio di improduttivo e pericoloso ciclo integrale a carbone. Invece di inveire contro i giudici, il governo chieda scusa ai tarantini e ai lavoratori, fermi il dissennato riesame dell'Aia, chiuda le fonti inquinanti e azzeri definitivamente la farsesca trattativa con gli azeri e nazionalizzi il polo produttivo. Se vogliamo garantire un futuro ai lavoratori e all'indotto serve che lo Stato si faccia carica in via diretta della chiusura degli altiforni, giunti oramai a fine vita, e riprenda il progetto di realizzazione dei due forni elettrici a idrogeno, che erano stati già finanziati dal governo Conte II con il Pnrr, ripristinando il miliardo di euro che il governo Meloni ha cancellato. La ricetta Meloni-Urso è un suicidio: i cittadini lo sanno, anche se Fdi tenta di confondere le acque accusando la Procura di Taranto". Così il vicepresidente M5s Mario Turco, coordinatore del comitato Economia-Imprese-Lavoro.
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Testata: Buonasera
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