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Taranto

Differenziata al collasso, Fdi: “Serve un sistema semplice e funzionale, basta con il peso tutto sui cittadini”

Pino Lessa e Floriana De Gennaro di Fratelli d’Italia: “Porta a porta fallito, serve una svolta. Due soli cassonetti e raccolta giornaliera per far ripartire Taranto e creare lavoro”

Il Palazzo di Città di Taranto

Il Palazzo di Città di Taranto

TARANTO - “La raccolta differenziata a Taranto non funziona.” È questo l'allarme lanciato da Pino Lessa e Floriana De Gennaro, candidati al Consiglio comunale con Fratelli d’Italia a sostegno del candidato sindaco Luca Lazzaro, che accusano senza mezzi termini l’attuale sistema di essere inefficace, impopolare e scarsamente applicato.

Il modello porta a porta, adottato in modo parziale e disorganico in alcuni quartieri della città, ha mostrato tutti i suoi limiti. A confermarlo sono le immagini quotidiane delle buste di immondizia abbandonate nei punti dove un tempo c’erano i cassonetti. Un segnale evidente di malcontento, disorientamento e abbandono da parte delle istituzioni.

Fratelli d’Italia propone una rivoluzione concreta e di buon senso: solo due cassonetti, con raccolta giornaliera, per alleggerire la pressione sui cittadini e responsabilizzare l’amministrazione. Un cassonetto per l’organico e uno per tutto il resto dei rifiuti. Il compito dei cittadini sarebbe solo quello di separare i residui umidi, mentre la selezione delle altre frazioni riciclabili – carta, plastica, vetro – verrebbe effettuata da operatori specializzati della Kima Ambiente, all’interno di centri attrezzati e organizzati.

“Non è più accettabile – spiegano Lessa e De Gennaro – un modello che scarica tutto il peso della raccolta differenziata sulle famiglie, pretendendo puntualità, precisione e disponibilità senza offrire servizi adeguati. Taranto ha bisogno di un sistema sostenibile e realmente efficace, non di burocrazia inefficiente e multe ai cittadini confusi.”

Il progetto targato FdI mira a tre obiettivi chiari e misurabili:

  1. Raggiungere le soglie europee di raccolta differenziata, ottenendo così i relativi fondi e incentivi;
  2. Creare nuovi posti di lavoro attraverso l’assunzione di personale per la separazione dei rifiuti presso i centri di raccolta Kima Ambiente;
  3. Generare nuove risorse economiche da reinvestire nella comunità jonica, a partire dai quartieri oggi più trascurati.

Questo è un modello che mette il cittadino al centro senza sovraccaricarlo, e allo stesso tempo rilancia l’economia circolare locale”, concludono i due candidati. “È tempo di smetterla con le finte rivoluzioni ecologiche: serve pragmatismo, serve coraggio, serve cambiare davvero.

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