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PONTE SULLO STRETTO

Il motore della crescita del Mezzogiorno

Il via libera della Camera dei deputati

IL MOTORE DELLA CRESCITA DEL MEZZOGIORNO

La Camera con 206 voti favorevoli, 124 contrari e 5 astenuti ha concesso la fiducia al governo sul decreto legge per la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina. Il decreto rivede l’assetto e la governance della società Stretto di Messina spa affidando la quota di maggioranza (51%) al ministero dell’Economia e delle finanze che esercita i diritti dell’azionista d’intesa con il ministero delle Infrastrutture e dei trasporti.

Diventa ora decisiva una nuova configurazione delle varie realtà urbane che caratterizzano oggi quelle parti della Regione Calabria e della Regione Sicilia che saranno strutturate e amministrativamente modificate da un oggetto, il ponte, che, tra l’altro, modificherà la geografia del nostro Paese.

Il ponte non è un semplice viadotto, rappresenta un cambiamento strutturale tra isola e continente e, quindi, diventa un nuovo sistema socio economico per il Paese e per l’intera Europa. Obiettivo simbolo di MEZZOGIORNO FEDERATO e di una politica economica che "Pensa per Sistemi e governa per Progetti".

Claudio Signorile che  nel 1985 avviò la concessione alla Società Ponte di Messina conferma la straordinarietà della scelta infrastrutturale:  “Il Ponte è un sistema complesso, infrastrutturale, economico e sociale che determinerà straordinari effetti positivi sull’intero Meridione. Non è solo un ponte perché sarà il centro di complesse relazioni economiche, politiche e sociali nel cuore del Mediterraneo. Io insisto sulla visione mediterranea perché l’area è crocevia di culture e interessi economici, nonché l’area in cui si registrerà in futuro uno dei più alti tassi di sviluppo”

È la prima volta che nel Sud si avvia, in modo organico ed unitario (cioè non per lotti), un intervento infrastrutturale del valore di circa 13 miliardi di euro

È la prima volta che si consente alla Sicilia di non perdere oltre 6 miliardi di euro all’anno nella formazione del proprio PIL e alla Calabria di non perdere circa 2,8 miliardi di euro all’anno nella formazione del proprio PIL

È la prima volta che si applicano al massimo le economie di scala possedute dai vari ambiti produttivi ubicati in un’area vastissima con un raggio superiore ai 100 Km

È la prima volta che si offre alla portualità siciliana di interagire con un retroterra vastissimo caratterizzato non più solo da attività imprenditoriali siciliane

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