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Una visione attrezzata del Mezzogiorno

Il porto di Napoli

Il porto di Napoli

Ho partecipato al forum del riformismo socialista per ascoltare. Non credo che all’ordine del giorno ci sia il rilancio di un partito o dei partiti, ma cosa sono diventati, come emendarli o sostituirli, atteso che da soggetti attuatori della costituzione e interpreti dei bisogni della società si sono trasformati in centri di potere autoreferenziali, protesi ad auto conservarsi. Cosa diversa è discutere nei forum delle culture politiche storiche ed in particolare di quella socialista, una cultura che è portatrice di valori insuperati e attuali. La strada giusta, in questa fase, per riannodare valori, programmi e attese riformatrici, è quella che proviene dalla società attiva, di cui sono espressione Cittadino Sudd e Mezzogiorno Federato che coordinandosi e facendo sintesi possono coinvolgere le regioni del Mezzogiorno. A tal fine si farà a Napoli nella prima metà di maggio una conferenza programmatica e organizzativa. Siamo nettamente contrari all’autonomia differenziata: è un errore storico che divide l’Italia e si innesta su un regime regionale che ha fallito i suoi obiettivi: le Regioni non hanno raggiunto lo scopo per il quale furono istituite. Si tratta di un ente che va riformato, non arricchito di potere e poi c’è una contraddizione che viene dal fatto che contestualmente vogliono fare altre due cose: rilanciare le Province con i poteri che avevano precedentemente e un sistema elettorale simile e fare il semi presidenzialismo. Questa proposta è frutto della necessità di rafforzare lo Stato, nel mentre si propone di delegare ulteriori poteri di governo alle regioni. Ho letto il disegno di legge sull’autonomia differenziata, è a costo zero ma si trasferiscono competenze sulla base dei costi della spesa storica di tre anni, dal 2021 al 2023, questo significa che non si adeguano i Lep e aumenta il divario nord e sud a discapito ovviamente del Mezzogiorno. La Campania è l’esempio concreto del fallimento delle Regioni. Ci sono Regioni che vanno un po’ meglio, come quelle del centro nord e altre che vanno malissimo come la Campania, agli ultimi posti per tutti i settori. Probabilmente, sarà nuovamente commissariata la sanità, a Salerno è stata un’ispezione ministeriale al Ruggi, l’azienda universitaria, in cui spicca la possibile chiusura dello storico reparto di cardiochirurgia. Di recente è stato predisposto un documento in virtù del quale le liste d’attesa possono essere gestite anche dalla sanità privata con le relative risorse. Un ennesimo schiaffo alla sanità pubblica che non viene messa in condizione di provvedere alla domanda per favorire i privati. Un questo contesto pensare ad un terzo mandato è improponibile, servirebbe solo a rafforzare e stabilizzare per la Campania, un sistema di potere burocratico e di condizionamento che nuoce gravemente al governo della Regione e ai nostri territori. Quanto a De Luca, egli incarna, ormai, una malattia politica regionale e va rimosso. La politica è altro. L’Italia Mediterranea propone di promuovere, partendo da Napoli, una piattaforma del Mediterraneo, con i suoi porti e l’alta velocità, in cui il ponte sullo Stretto di Messina diventa uno snodo fondamentale. Bisogna offrire una visione attrezzata del Mezzogiorno, per modo che sviluppo, lavoro e infrastrutture fisiche siano un tutt’uno con quelle immateriali, rendendoli accessibile alle nuove generazioni meridionali di laureandi e nuovi laureati con un programma di formazione che vedrà impegnate le università delle principali città del Mezzogiorno mediterraneo.
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