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Mina Panaro, poesia tra luce e ferite

"Cupido nasconde un pugnale" celebra i sentimenti

La nuova silloge indaga l’amore nella sua verità più nuda: eros, vulnerabilità, rinascita

Mina Panaro celebra la forza dell’amore nel suo libro "Cupido nasconde un pugnale"

Da poco è arrivato in libreria Cupido nasconde un pugnale, la nuova silloge poetica di Mina Panaro pubblicata dalla G. C. L. Edizioni. Un’opera intensa dalla forte personalità letteraria, che affronta in modo diretto e simbolico i misteri dell’amore nei suoi chiaroscuri più profondi. Il volume sarà presentato giovedì 28 novembre alle ore 19:00 presso il Convento dei Padri Riformati di Pulsano (TA). La serata è promossa dall’associazione culturale “Affinità elettive” e sarà curata dalla sua presidente Rina Bello, figura di spicco del panorama artistico del territorio, da anni attiva nella diffusione della poesia attraverso rassegne, incontri e progetti che valorizzano talenti e voci letterarie in fermento.

Fin dal titolo, la poesia di Panaro rivela il suo segreto: l’amore non è mai soltanto luce, ma anche pericolo, improvvisa ferita, destino che può colpire all’improvviso. «Cupido nasconde un pugnale / tra le sue ali candide / fatte di piume e nuvole montate a neve…». La scrittura è fisica e vibrante, come quando afferma: «Mi sono sentita amata / di quell’amore che ti chiede: “Dove vuoi che ti porti?”». Ogni verso è un passo nel corpo e nell’anima del sentimento, in un equilibrio raffinato tra eros e vulnerabilità, intensità e fragilità.

Il libro scava nella memoria, nell’identità, nella paura e nella speranza. La solitudine, quando arriva, non viene mascherata: «L’infelicità è un’assenza / un morso all’anima». La poesia diventa allora un varco attraverso cui trasformare la ferita in consapevolezza, per ritrovarsi interi dopo essere stati spezzati. Quando l’amore si incrina, resta un buio popolato di crepe e domande: «Non mi passi… / Sei l’inattesa frattura / che apre crepe in universi paralleli».

Una delle anime più potenti della silloge è la donna: corpo, storia, sopravvivenza. Nel componimento Donna… si legge: «Tentatrice, strega, oggetto / da comprare, barattare e distruggere», versi che diventano resistenza e riscatto. E ancora: «Una donna matura / ha la bellezza del fuoco / prima di spegnersi…». Qui la poesia si fa omaggio, dignità, forza che non arretra di fronte al tempo, anzi si alimenta di una consapevolezza nuova, adulta, preziosa.

L’autrice allarga poi lo sguardo su un piano simbolico e mitico, evocando figure intramontabili come Medusa, Circe, Didone, Antigone, in cui riconosciamo drammi e ribellioni dell’essere umano di oggi. In Amare senza l’amore si trasforma in un abisso che ingloba ogni cosa: «Un buco in mezzo al petto / dilagante come un vuoto / che divora tutto». E nella rinascita personale il cammino torna chiaro: «Ho imparato ad aspettarmi / e mi sono ritrovata / seduta sotto un pergolato / dopo battaglie vinte / e a volte perse».

In queste poesie il cuore resta nudo, senza difese. Bastano poche immagini per dire ciò che molti tacciono: «Ai tuoi occhi mi mostro nuda / perché tu possa avvolgermi nelle tue parole». La poesia diventa allora casa, approdo, orizzonte di speranza: «Da qualche parte / continueremo a guardarci sempre / come la prima volta…».

Cupido nasconde un pugnale è un libro che resta addosso. Svela, accarezza, colpisce, risana. Un’opera che chiama in causa chi legge e lo invita ad ascoltare la propria parte più vera. Una serata di poesia, quella del 28 novembre, che invita a riflettere, ad ascoltarsi, a riconoscere la bellezza e la complessità dell’amore. Perché, in fondo, come insegnano questi versi, «l’amore / non ha colpe / e non dà colpe. / Fa rinascere e rinnova perché / in lui, nulla è corrotto».

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