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Il 25 aprile, gli ex comunisti e l’appropriazione di Matteotti

Elly Schlein, segretaria del Pd, ha deposto una corona di fiori nel luogo dove fu ritrovato il corpo di Giacomo Matteotti

Elly Schlein, segretaria del Pd, ha deposto una corona di fiori nel luogo dove fu ritrovato il corpo di Giacomo Matteotti

Elly Schleyn, Segretaria del PD, per il 25 aprile ha deposto una corona di alloro a Riano sul posto dove il 16 agosto 1924 fu ritrovato il cadavere di Giacomo Matteotti assassinato dai fascisti su ordine di Mussolini. Indubbiamente ha fatto un bel gesto degno di essere apprezzato. Meno apprezzabile il discorso che ha fatto da corona a questo gesto poiché la genericità, le omissioni, le cose non dette hanno trasformato quel gesto pur apprezzabile in un qualcosa che sa di ipocrisia e opportunismo. Forse la Schlein avrebbe fatto meglio a limitarsi alla deposizione di una corona lasciando al pubblico l’interpretazione di quel gesto. Ma d’altro canto nella storia passata e anche in quella recente comunisti e post comunisti nei confronti dei socialisti hanno da sempre assunto posizioni e atteggiamenti opportunistici e ipocriti. Essi hanno sempre diviso i socialisti in buoni e cattivi a seconda delle stagioni politiche e delle loro convenienze. Mi spiego meglio. Per questo tipo di comunisti e post comunisti sono stati socialisti buoni, belli e puliti quei socialisti che hanno tenuto loro bordone, sono stati socialisti brutti, sporchi e cattivi quelli che hanno pensano con la loro testa, sono stati autonomisti e hanno agito in maniera diversa dalla loro. La doppia morale applicata alla politica. Insomma tu sei un bravo compagno se pensi quello che penso io, sei una schifezza se non concordi con le mie idee e non fai quello che dico io. “Socialfascismo” è il termine usato dall’Internazionale Comunista (Comintern), tra gli anni 1920 e 1930, per denominare spregiativamente i riformisti e i socialdemocratici che non erano comunisti e non seguivano le direttive dell’Internazionale. In quegli anni per i comunisti di stretta osservanza terzinternazionalista i socialisti da Turati a Modigliani a Matteotti fino al Nenni dell’esilio francese sono stati “socialfascisti e socialtraditori” brutti sporchi e cattivi e chiamati di tutti i colori: “putridi riformisti”, “social traditori”, “stracci mestruati”, “nemici della classe operaia”, “porci”, secondo la teoria gramsciana che così andavano chiamati i “servi dei capitalisti”. Era il periodo nel quale il comunismo internazionale a guida sovietica predicava il fronte unico contro i fascismi per cui chi come i socialdemocratici tedeschi e i socialisti italiani seguivano una linea diversa venivano bollati con l’infamia del “socialfascista e socialtraditore”. In una risoluzione del Presidium del Comitato esecutivo dell’Internazionale Comunista sulla questione tedesca del 9 gennaio 1924 si legge testualmente: «Attualmente i dirigenti della socialdemocrazia non sono che una frazione del fascismo che si dissimula sotto la maschera del socialismo... La socialdemocrazia internazionale al completo diventa così a poco a poco l’ausiliaria permanente della dittatura del grande capitale. I Turati e i Modigliani in Italia, i Sakyzov in Bulgaria, i Pilsudsky in Polonia, i capi socialdemocratici del tipo di Severing in Germania, cooperano direttamente a stabilire la dittatura del capitale... Ma i capi socialdemocratici di sinistra sono ancor più pericolosi di quelli di destra..». In Italia dopo la fine della guerra nel ’48 con la politica dei fronti popolari i socialisti diventano buoni e sono “compagni di lotta” per battere la DC salvo a ridiventare “traditori della classe operaia” quando decidono di fare il centro sinistra storico con la Democrazia Cristiana. Lo stesso Nenni in un primo tempo venne indicato come un grande leader del socialismo internazionale quando Mosca nel 1951 gli attribuì il premio Stalin per la pace che veniva assegnato a personalità internazionali che avessero prestato importanti servizi alla causa del socialismo. Quando poi cinque anni dopo, a seguito della invasione dei carri armati sovietici in Ungheria prese le distanze da Mosca e restituì quel premio e devolse la somma ricevuta alla Croce Rossa Internazionale in favore delle vittime della rivoluzione ungherese, diventò di colpo un “venduto agli americani”. È stato sempre così. Nella storia della sinistra il PCI ha giudicato buoni o cattivi i socialisti a seconda delle occasioni e dei loro interessi, di altri. Di alcuni, Matteotti, Pertini, Lombardi per esempio, con un’o perazione che il codice penale definirebbe “reato di appropriazione indebita”, si è appropriato periodicamente esibendoli come bandiere, di altri invece non ne hanno neanche voluto sentire parlare, per altri ancora come Craxi c’è stato il linciaggio politico e morale. Come è noto Craxi al tempo della sua presidenza del Consiglio venne rappresentato dal PCI e da quei maggiordomi dell’allora PCI che erano Scalfari e i giornalisti di Repubblica come il Duce col fez, appeso a testa in giù mentre nei menù mangerecci delle feste dell’Unità furoreggiava la trippa alla Bettino. Io, pur nella minima valenza politica e storica che rappresenta la mia esperienza personale, sono stato un “bravo compagno socialista” quando da segretario provinciale del PSI ho messo in crisi la giunta Paradiso e ho costruito insieme al PCI la giunta Cannata e anche quando, dopo le elezioni dell’’85, dovendosi eleggere il nuovo sindaco fui candidato dal mio partito a guidare una giunta di sinistra col PCI. Subito dopo, quando per ragioni indipendenti dalla mia e dalla volontà del PSI, fui eletto sindaco di una giunta con la DC, diventai di colpo l’uomo da battere e da mandare a casa. E no cari compagni comunisti e post comunisti i socialisti o sono bravi compagni sempre e si accettano in blocco da Matteotti a Turati, a Nenni, a Lombardi fino a Craxi o non si accettano. Allorchè si celebra e si onora il Matteotti antifascista e vittima del Fascismo si deve celebrare e onorare anche il politico socialista anticomunista che, in alternativa alla rivoluzione e alla dittatura del proletariato predicata dal PCI, sosteneva la via del riformismo socialista e teorizzava che fino a quando i comunisti italiani sarebbero stati servi di Stalin con essi non avrebbe mai voluto niente a che fare. A Matteotti come a tutti i socialisti la parola “dittatura” che fosse dittatura del proletariato o della borghesia o del capitalismo faceva venire l’orticaria. Per tornare all’oggi io ho apprezzato il gesto della Schlein ma avrei voluto ascoltare oltre all’elogio del Matteotti antifascista anche quello del Matteotti anticomunista. Quando si elogia il Matteotti antifascista bisogna anche aggiungere che lui aveva ragione e Gramsci torto, che Togliatti fino alla morte di Stalin è stato un esecutore dei suoi ordini, che i comunisti nella storia hanno sbagliato tutto come dimostra la caduta del muro di Berlino e la dissoluzione dell’impero sovietico e che i socialisti avevano ragione fin da Livorno e dal 21 quando dicevano chiaramente che la via rivoluzionaria proposta dal PCI per costruire una società nuova, libera, democratica con più uguaglianza e più diritti era sbagliata. E se questo non si fa allora il tutto puzza lontano un miglio di tentativo di appropriazione indebita, di opportunismo ipocrita e peloso e di cinico marketing politico. Quelli del PD compresa la Schlein chiedono ossessivamente a quelli della destra, di prendere le distanze da tutta la loro storia. E questa è cosa buona e giusta. Credo però che anche loro dovrebbero fare la stessa cosa. Dovrebbero andare sulla tomba di Turati, di Matteotti, di Saragat, di Nenni, di Lombardi e soprattutto andare ad Hammamet su quella di Bettino Craxi che di quel socialismo democratico e riformista era l’erede naturale e storico, trattato dal PCI come un delinquente, definito “personaggio inquietante pericoloso per la democrazia” e “latitante internazionale”. Fino a quando questo non sarà fatto queste corone di alloro portate sulla tomba di Matteotti, di Pertini o di altri leaders utilizzati alla bisogna saranno solo cerimonie ipocrite buone solo per accaparrarsi il consenso di qualche socialista ingenuo e boccalone che non conosce la storia.
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