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"Alessandro", il racconto della vita dello scrittore

Alessandro, il racconto della vita dello scrittore

Alessandro, il racconto della vita dello scrittore Leogrande

MESAGNE (BR) - Dopo la tappa al Cinema Teatro Italia a Francavilla Fontana dello scorso 16 febbraio, sarà il palcoscenico del Teatro comunale di Mesagne (in via Federico II Svevo, 11019) ad ospitare lo spettacolo di Gianluigi Gherzi e Fabrizio Saccomanno dal titolo “Alessandro - Un canto per la vita e le opere di Alessandro Leogrande”, una coproduzione del Teatro Koreja di Lecce e di “Ura Teatro”. Oltre a Gherzi e Saccomanno, la rappresentazione teatrale vede protagoniste le attrici Elisa Morciano, Emanuela Pisicchio, Maria Rosaria Ponzetta, Andjelka Vulic, tutti diretti dallo stesso Saccomanno, mentre la cura del progetto e la consulenza artistica sono di Salvatore Tramacere. Lo spettacolo “Alessandro - Un canto per la vita e le opere di Alessandro Leogrande” torna sui palchi pugliesi per le stagioni teatrali organizzate dai Comuni di Francavilla Fontana e di Mesagne in collaborazione con il Teatro Pubblico Pugliese. “Alessandro” è il racconto della vita, delle imprese, delle opere di un intellettuale straordinario. È racconto di un giovane che sceglie di tenere gli occhi aperti sulla realtà che lo circonda, di dedicare la propria vita a donare luce a quello che rimane oscuro e nascosto nei luoghi più terribili, d’impegnarsi a smontare gli stereotipi e le frasi fatte con cui allontaniamo da noi i drammi che percorrono il nostro presente, di stare sempre e comunque dalla parte degli “Ultimi”. Alessandro è Taranto. Alessandro è viaggio nei ghetti dei migranti, persi nelle campagne. È viaggio infaticabile nei luoghi delle frontiere e dei muri. Alessandro è meraviglia di fronte a un quadro. È pratica altissima di una “pietas” dello sguardo. Alessandro è un compagno di viaggio in questi tempi difficili, una fonte inesauribile d’ispirazione. Alessandro è teatro pulsante, dove memoria, presente e utopia non sopportano mai, come in tutta la sua opera, di essere separati. «Alessandro si racconta da sé, con le sue parole – ha dichiarato Fabrizio Saccomanno in occasione del debutto nazionale dello spettacolo al Salone del libro (fonte CulTurMedia Lega Coop) – Io provo ad esserne semplicemente il cantore. Per lui scrivere era uno stato di necessità, era come infilarsi ogni giorno dentro il presente e provare a raccontarlo con le sue contraddizioni, le sue storture, le sue tragedie. Cercando di fare luce nel buio, di affrontare la complessità della realtà e provare a dipanarne i fili più intricati. Raccontare Alessandro è come aprire i pori della pelle dello spettatore e inondarlo di complessità, di parole preziose, di straordinarie chiavi di lettura del reale. Ho scritto il testo con Gianluigi Gherzi, una persona con cui mi trovo benissimo a dialogare: avevo bisogno di un compagno di viaggio. Grazie a Salvatore Tramacere, alle attrici e a Koreja ho potuto costruire lo spettacolo: abbiamo incontrato persone molto vicine ad Alessandro che ci hanno offerto il loro contributo prezioso, in particolar modo la madre. E’ stato fondamentale conoscere Maria. Lei mi ha incoraggiato a continuare il lavoro intrapreso». Alessandro Leogrande, ricordiamo, è morto a Roma il 26 novembre 2017, a soli 40 anni. Nel 2018 la capitale dell’Albania, Tirana, gli ha intitolato una strada: in vita lo scrittore ha lavorato sempre “in difesa degli ultimi e dei ferocemente sfruttati nei più diversi contesti: nell’ambito del caporalato, degli immigrati, dei desaparecidos in Argentina e ovunque ci sia stato un sopruso”, come spesso ricordato dal padre Stefano.
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