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Marche Polle, il più amato dai tarantini

Marche Polle (Amedeo Orlolla)

Marche Polle (Amedeo Orlolla)

Antonio Fornaro, ideatore e curatore della rubrica “Calannarie”, traccia in apertura un bilancio dei primi giorni del 2023 e nella seconda parte presenta Marche Polle (Amedeo Orlolla) come il personaggio più amato dai tarantini a 41 anni dalla sua morte. Fornaro definisce incivile il comportamento di alcuni tarantini la notte di San Silvestro. Se per un verso è stato bello vedere tutti i quartieri cittadini illuminati dai fuochi d’artificio (c’è stato anche chi li ha accesi con l’Ape Car in moto), per l’altro sono stati notevoli i danni ai cassonetti dei rifiuti urbani in gran numero dati alle fiamme. Altrettanto negativo il bilancio per tre ragazzi vittime di petardi, due a Taranto e uno a Palagianello, ai quali sono state amputate le dita di una mano e al ferito di Lido Azzurro addirittura l’intero arto. Il primo vagito a Taranto è stato registrato al SS. Annunziata alle ore 10.30 del 1° gennaio, con la nascita del piccolo Pietro Armando. Infine il bel tempo ha favorito passeggiate in citta e sulla litoranea e in provincia la visita ai vari presepi viventi. C’è stato un vero assalto ai luoghi di ristoro per festeggiare il Capodanno. Questi i santi della settimana: Luciano, Severino, Marcellino di Ancona, Aldo, Igino, Taziana e Ilario di Poitiers. Queste le effemeridi della settimana: L’8 gennaio 1821 si svolse il primo sciopero degli Arsenalotti tarantini. Il 9 gennaio 1913 aprì il Teatro Fusco per opera di Gennaro Fusco. Fornaro ricorda che il 13 gennaio 1859 Re Ferdinando II, la Regina e la Principessa vennero in visita a Taranto e furono ospitati nel Palazzo Arcivescovile. Il giorno della partenza l’Arcivescovo Mons. Giuseppe Rotondo preparò per gli illustri ospiti un lauto pranzo che fu rifiutato e così la famiglia reale, diretta a Lecce, fece una breve sosta nella pineta Cimino dove consumò una frugale colazione a sacco; Il 12 gennaio 1815 una grande mareggiata, nei pressi della masseria Battaglia, scopre fosse di scheletri, alcuni giganteschi e con armature corrose. Il 13 gennaio 1859 giungono a Taranto Re Ferdinando di Borbone con la Regina ed i Principi. Il 10 gennaio 1911 viene fondata la prima cooperativa fra ostricoltori con il nome di “Emancipazione”. L’ultimo approfondimento di Fornaro riguarda Amedeo Orlolla detto “Marche Polle”. Di lui hanno scritto Domenico Di Saverio, Angelo Fanelli, Gigi Vellucci, ma il merito di aver fatto chiarezza storica sull’attribuzione al nostro Amedeo del soprannome “Marche Polle” spetta allo storico ricercatore tarantino Cataldo Sferra che nel suo libro “Indr’ a le mure” dedica un intero capitolo al nostro personaggio. Pertanto Fornaro fa sapere che ciò che scriverà in questa nota è quello che è presente nel citato libro di Sferra, l’unico che da oggi fa storia perché l’autore ha attinto notizie vere dalla pronipote di Amedeo, Daria Luigia Palumbo, e dal marito Francesco Taurino, quest’ultimo cugino della moglie di Sferra. Amedeo Orlolla nacque il 27 agosto 1895, in via Di Mezzo 55, da Giovanni e Angela Raffaella Portulano, donna molto religiosa che filava la bambagia e la lana e lavorava il bisso. Amedeo morì l’11 gennaio 1982, cioè 39 anni fa nella casa di riposo per anziani comunale di Taranto in via Delle Ceramiche. La sua morte fu causata da una imprevista caduta dalle scale. L’indomani, 12 gennaio, i funerali si svolsero nella gremitissima Chiesa di San Francesco di Paola e furono migliaia i tarantini che vollero stringersi attorno alla bara bianca di Amedeo che lui stesso volle fosse tale perché morì da celibe. I tarantini formarono un lungo corteo funebre fino a Piazza Maria Immacolata portando a turno a spalla il suo feretro. È sepolto nel Cimitero di Taranto. Amedeo era piccolo di statura e mingherlino. Portava sul capo un berretto alla ‘ferroviere’ con la scritta “Sisal”, indossava abiti che gli venivano regalati, unitamente alle scarpe che erano di una misura superiore alla sua. Egli aveva sempre la sigaretta fra le dita e la classica risata a viso aperto. Fu sempre onesto, rispettoso e lavoratore. Inizialmente fu uomo di fatica presso fornai e carbonai. Poi incominciò a vendere il giornale “ ‘U Panarijedde” che veniva stampato nella Tipografia Leggieri ed era lo stesso tipografo che lo informava sulle notizie del giornale perché Amedeo era analfabeta. Per un periodo di tempo fece parte delle bande cittadine portando le campane. Fu venditore di bandierine e girandole ma soprattutto delle schedine della Sisal, del Totip e del Totocalcio. La gente gli offriva caffè e panzerotti e veniva invitato come portafortuna ai matrimoni. Il suo motto era: “ ‘A vuè mò” con riferimento alla schedina che vendeva. Era buono e allegro con tutti e non negava a nessuno la sua risata. Ebbe due sorelle e due fratelli e lui fu il terzogenito della famiglia che da Via Di Mezzo si trasferì in Vico Stanzione e, durante la guerra, a Massafra. Il padre Giovanni morì a 70 anni e in vita fece sempre e solo l’uomo di fatica. Fu un trovatello e fu lasciato in vico Innocentini e raccolto dalla signora Anna Acclavio che era la responsabile della ruota. Fu costei che gli diede il cognome di Orlolla e, poiché fu battezzato il 24 giugno, fu chiamato Giovanni. Oggi a Taranto il cognome di Orlolla non esiste più perchè si è estinto con la morte di Amedeo che non si sposò mai. Amedeo visse, prima di entrare nella casa di riposo, con la sorella Vincenza e con la nipote. Sferra fa sapere che non è vero che il papà di Amedeo, Giovanni, detto “Marche Polle”, fu imbarcato sulla nave Marco Polo perché questa nave entrò solo in funzione nel 1894 quando Giovanni aveva 35 anni tre figli e soffriva di ernia. La Marco Polo venne a Taranto 3 volte, nel 1904, nel 1907 e nel 1912 quando Giovanni aveva già 53 anni. Inoltre lo stesso era analfabeta. Egli fu soltanto trasportatore fiduciario delle merci sulla stessa nave quando questa era alla fonda a Taranto. Soltanto negli ultimi decenni della vita di Amedeo Orlolla gli fu messo il soprannome di “Marche Polle” trasferito dal padre al figlio.
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