Il Liceo “De Ruggieri” di Massafra ha ospitato “Dialogos”
Il liceo “De Ruggieri” di Massafra ha vissuto una giornata intensa di dibattito e di passione filosofica, organizzata dalle professoresse Lina Lorè, Paola Sasso e Annalisa Marzia della sezione di Taranto della Società Filosofica Italiana. Il relatore, il professor Fabio Mancini, accolto dall’entusiasmo dei ragazzi e della preside, professoressa Elisabetta Scalera, ha letteralmente travolto gli/le studenti in un trascinante itinerario di riflessione sul dialogo filosofico. Il dialogo è la più antica forma di ragionamento pubblico. Inaugurato da Socrate che lo praticava per le strade e le piazze di Atene, divenne una fiction letteraria con Platone che ne esaltò l’intento pedagogico. L’attualità del dialogo socratico è oggi sottolineata da molti autori contemporanei, in particolare dall’americana Martha Nussbaum, che lo considera un formidabile strumento di educazione alla democrazia. Il ragionamento dialogico induce ad assumere il punto di vista dell’interlocutore, insegna a valutare una prospettiva diversa da quella creduta valida, invita ad accettare il rischio di avere torto. Il dialogo ci impone di rivedere ciò che fin lì sapevamo o credevamo di sapere, sperimentandone i limiti e la parzialità. Dialogando ci si interroga sulle conclusioni, si possono confutare alcune verità o concordare sui significati, si può riflettere sui temi esistenziali più cruciali. In una parola, col dialogo si fa filosofia. Il primo fine del dialogo, infatti, è sviluppare la riflessione sul senso della filosofia e sull’utilità del suo studio. Ma che cosa significa dialogare? Per rispondere a questa domanda, dobbiamo risalire all’etimo greco della parola dialogo, che contiene due principali significati. Il primo (dià – lògos = separare nel discorso, valutare, ragionare) indica l’intento di ricerca della verità che accomuna due o più interlocutori mentre analizzano una conoscenza da punti di vista differenti. Il secondo significato deriva dal verbo greco legω (raccogliere, radunare) e fa emergere invece il legame che si crea quando gli interlocutori dialogano tra loro. In questo duplice senso, il dialogo “unisce nella differenza” di opinioni e di pensiero. Dialogando insieme, dunque, si fa filosofia o, meglio ancora, si pratica il con-filosofare. La differenza tra filosofia e filosofare non è trascurabile. La prima indica la disciplina e il suo contenuto di studio e di conoscenza del pensiero. Il filosofare invece indica un processo di ricerca dinamico, che mette in gioco le ragioni di tutti coloro che vi partecipano e permette di sviluppare il pensiero critico. Filosofare insieme richiede un approccio dialogico, collaborativo e costruttivista: insieme si decostruisce una verità smontandola nelle sue molteplici facce, e insieme la si ricostruisce. Questo processo chiama in causa l’educazione e ci conduce al fine ultimo dell’insegnamento della filosofia: educare a pensare. Il discorso sull’educazione interpella la scuola e la didattica. E i ragazzi e le ragazze del liceo “De Ruggieri”, seguendolo con molto interesse e vivacità, hanno scoperto il significato autentico del pensiero critico. Il pensiero che si alimenta nel dialogo, nella discussione argomentata che evita di scadere nella banalità della chiacchiera, assume nuove funzioni. La critica (dal verbo greco crino = giudico, discerno) non si esprime soltanto attraverso la capacità di analisi e di comprensione dei molteplici aspetti della realtà, ma si incarica anche di individuare criteri e valori di comportamento. Il dialogare impegna al parlar chiaro e ad as sumersi la responsabilità delle proprie idee, elaborate non per sentito dire o per acritica imitazione e sostenute anche a rischio del dissenso dagli altri. - “Quando le persone si sentono responsabili delle proprie idee, è possibile che lo siano anche delle proprie azioni” - sostiene Martha Nussbaum - ricordandoci che esprimere un’idea equivale a indicare anche i criteri con i quali intendiamo attuarla. In questo modo il pensiero critico diventa criteriale, ossia consente, attraverso il dialogo e l’argomentazione, di individuare e saggiare i criteri di azione e di deliberazione delle nostre scelte. Per agire abbiamo bisogno di valori che ci guidino e indirizzino le nostre azioni che, quasi sempre, avranno una ricaduta sugli altri. Scopriamo così la necessità che la filosofia insegni il pensiero valoriale (Caring) inteso come pensiero empatico. L’empatia è la capacità di entrare in sintonia con qualcun altro non fidandosi esclusivamente delle sensazioni che si ricevono, ma sviluppando una sensibilità più profonda, una percezione dell’altro e dei suoi bisogni. Nel pensiero empatico le nostre emozioni attivano la capacità di immedesimarsi in un’altra persona, calandosi nei suoi stati d’animo per farne conseguire una relazione d’aiuto. La filosofia conferma la fecondità del dialogo anche nell’ambito del pensiero creativo, inteso come pensiero che sviluppa la facoltà di immaginare. L’immaginazione, a differenza della fantasia che è priva di relazioni con la realtà, è la rimodulazione e la rappresentazione della realtà in modo differente. Per questa sua natura, l’immaginazione assume un’importanza fondamentale sia sul piano logico, poiché sviluppa il problem solving, sia sul piano della convivenza civile perché educa ad una cittadinanza attiva e risolutiva dei problemi sociali. Emerge a questo punto la straordinaria ricchezza del dialogo, che non è soltanto un procedimento dialettico-confutatorio, ma è una vera e propria attività di un soggetto pensante e dinamico, capace di trasformare sé stesso grazie al ragionamento. Nell’interlocuzione con gli altri avvertiamo spesso che qualcosa di misterioso sta accadendo dentro di noi, come se agisse anche nella nostra coscienza il daimon socratico. Socrate stesso chiarisce il significato di questo movimento interiore. Condannato a morte, egli pronuncia un discorso destinato a lasciare una delle eredità più influenti nel pensiero occidentale: “ me ne vado facendo nient’altro se non cercare di persuadervi…che dovete prendervi cura della vostra anima, affinché divenga migliore possibile” (Platone, Apologia di Socrate) Il dialogo filosofico ha dunque la finalità di educare l’anima, trasformandola in meglio. Si chiarisce così il fine della filosofia: sviluppare un pensiero complesso (critico, creativo e valoriale) attraverso un’educazione al pensare, che promuova sia la cura di sé sia la cittadinanza attiva e democratica nella sua dimensione agoretica. La passione per la filosofia consente di vivere esperienze di partecipazione e di dialogo in cui, com’è successo ai ragazzi e alle ragazze del liceo De Ruggieri, si può filosofare insieme ragionando e divertendosi. E comprendendo che l’intelligenza regala ancora meraviglia e può spargere gioia. Ida Russo Presidente sezione di Taranto della Società Filosofica Italiana
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