Terzo appuntamento per il cartellone del Festival Paisiello venerdì scorso presso il Teatro Comunale Fusco. In scena “Le donne di Paisiello”, una drammaturgia in prosa di Chicco Passaro alternata a delle arie inedite e non, di Giovanni Paisiello su trascrizioni di Fabio Anti. Protagonista della serata l’attrice Giorgia Trasselli ad impersonare il ruolo di Cecilia Pallini, moglie di Paisiello, volitiva, ironica ed arrabbiata (autoproclamatasi unica donna del musicista) perchè amava quest’uomo che “probabilmente” la tradiva ma che sempre giustificava, perchè in fin dei conti diceva “le passioni così come si accendono si spengono, e la notte, sempre a casa ritornava”. Paisiello e la Pallini erano una coppia affiatata che pur non avendo avuto figli fu legata tutta la vita, morendo a cinque mesi di distanza l’uno dall’altra In realtà. Lorenzo Mattei direttore artistico del Festival, ci spiega come le donne di Paisiello erano sicuramente le sue cantanti, ma non sappiamo altro perchè non ci sono prove di legami amorosi tra Paisiello e le sue interpreti. Di fatto era sicuramente un legame forte quello che legava il compositore alle sue cantanti perchè all’epoca si usava preparare l’opera a casa del maestro che cuciva le arie su misura alle cantanti. Non sapremo mai la verità, ma Chicco Passaro ha concepito un monologo spassosissimo sulla base di disavventure reali che Paisiello visse durante il fidanzamento con la moglie. Passaro ha fornito una riuscita ricostruzione fantastica, ma allo stesso tempo verosimile di un Paisiello beato tra le donne, perchè vero è che ebbe delle intricate vicende prematrimoniali che lo portarono anche in carcere per non aver mantenuto la promessa di nozze verso la stessa Cecilia Pallini che invece dal canto suo si era spacciata come ricca vedova. Tali dati sono infatti emersi dalle cronache reali e dai dispacci che arrivavano alla Corte che si doveva occupare anche di queste vicende private. Proprio per questo la Corte aveva chiuso i rapporti con Paisiello, e fu solo grazie ai buoni uffici di amici altolocati che vi fu riammesso. “Cantanti e amanti, le donne di Paisiello sono state tante, forse troppe” – ci dice Chicco Passaro – nel raccontarci come lo spettacolo sia nato da un’idea sorta una sera a cena con Giorgia Trasselli e Lello Arena, lo scorso anno in occasione della rappresentazione di Parenti serpenti, quando le propose di fare la moglie di Paisiello. L’idea fu accolta con molto entusiasmo dall’attrice e poi appoggiata dal direttore artistico. Il problema è stato la scarsa documentazione a cui attingere per creare un testo avendo a diposizione solamente i nomi delle cantanti, presunte amanti. Musicalmente lo spettacolo ha visto Fabio Anti al clavicembalo, con indosso simpaticamente vesti e parrucca di paisielliana memoria, per accompagnare le soprano Angela Spinelli e Ludmilla Ignatova ad interpretare le arie: “Signorine aggraziate” aria di Retella; “Gira la farfalletta” aria di Celinda; “Sadd’à tenè l’ammore” aria di Parmetella; “Donne vaghe” aria di Serpina; “Giusto ciel che conoscete” aria di Rosina da “Il Barbiere di Siviglia”; “Il mio ben quando verrà” aria di Nina; “Già riede primavera” aria di Rosina, tratte dalle opere giovanili e scritte per le prime dive del palcoscenico napoletano con cui Paisiello ebbe a che fare ossia Angiola Guadagni, Geltrude Flavis, Caterina Castaldi, Caterina Bonafini, Anna Davia de Bernucci, Celeste Coltellini. Nel complesso sette le arie in ascolto: ad Angela Spinelli le due arie tratte dall’”Imbroglio della baiasse” e la celebre “Il mio ben quando verrà”, tratta dalla Nina pazza per amore, in cui la Spinelli si è ben disimpregnata nei complessi passaggi di registro. Ludmilla Ignatova ha presentato tra le altre, l’inedita aria “Gira gira la farfalletta” pregna di virtuosismo. Lunghi applausi dal pubblico che ha acclamato più volte gli artisti sul palcoscenico.
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