La settimana che va che va dal 9 al 15 ottobre vede al centro dell’attenzione di questa rubrica, ideata e curata da Antonio Fornaro, alcuni approfondimenti sulla vita e sulla visita a Taranto di San Giovanni XXIII, sulla tradizionale processione della Madonna della Pace e, soprattutto, il ricordo appassionato di quelle che erano le provviste della “nonna” per l’autunno e l’inverno. Questi i santi della settimana: San Giovanni XXIII, San Daniele e compagni condannati alla decapitazione e che erano stati mandati in Marocco da San Francesco D’Assisi. Sant’Alessandro Sauli che fu generale dell’Ordine dei Barnabiti, San Serafino di Montegranaro, di cui è patrono, e che con il ricavato del suo orto sfamava i poveri, San Romolo da Genova che fu vescovo e scacciò i Saraceni, San Callisto I che fu accusato dagli avversari come ladro e truffatore, fu incaricato per la cura dei cimiteri della Chiesa e morì da Papa linciato dai pagani. Santa Teresa di Gesù, conosciuta anche come Santa Teresa d’Avila, è protettrice della Spagna, di Avila, di Napoli e dei fabbricanti di pizzi. Fondò le Carmelitane scalze e sedici conventi. Per tradizione la seconda domenica di ottobre si svolgono le processioni in onore di San Roberto Bellarmino e San Pio X, ma al momento in cui licenziamo la presente nota non abbiamo informazioni in merito. Questi i detti della settimana: “Peccato vecchio, penitenza nuova”, “Barca inclinata, pesce porta”, “Una volta passa Cristo davanti alla porta”, “A mare decantato non pescare”, “Non è santo che fa miracoli”, “Con il lavoro della festa il diavolo si veste”. Peppino Cravero ricorda che il 14 ottobre 1923 fu inaugurato lo Stadio Corvisea diventato poi Stadio Valentino Mazzola. Lo stadio fu voluto dai dirigenti della Pro Patria. Intorno fu costruito un motovelodromo e per l’inaugurazione si svolsero gare sportive. Il 13 ottobre 1860 fu istituito a Taranto l’asilo infantile. Questi gli approfondimenti di Fornaro. San Giovanni XXIII nacque a Sotto il Monte, in provincia di Bergamo, il 25 novembre 1881 e gli fu imposto il nome di Angelo Giuseppe Roncalli. Fu il 261° Pontefice della Chiesa con il nome di Giovanni XXIII. Era il quarto di tredici figli. Diventò Papa il 28 ottobre 1958 succedendo a Pio XII e morì il 3 giugno 1963. Diventò Beato il 3 settembre del 2000 e Santo il 27 aprile del 2014. Viene ricordato come il Papa buono e come il Papa della carezza ai bambini. Da Cardinale riuscì a salvare ad Istanbul la vita di ben 23 mila ebrei. Fu anche il Papa del dialogo e fece evitare la guerra tra gli Usa e Cuba. Da semplice monsignore venne a Taranto il 15 novembre 1922 e celebrò la Messa nel Cappellone di San Cataldo. A lui a Taranto sono intitolate numerose scuole e la piazza su cui affaccia la Chiesa del Carmine. Nella stessa si trova una targa marmorea voluta dalla Fuci per ricordare il grande Pontefice. Domani, domenica 9 ottobre, nella mattinata si svolgerà la tradizionale processione in onore della Madonna della Pace che partirà dalla Chiesa Parrocchiale di Santa Maria del Galeso, al Quartiere Paolo VI. E’ dal 1995 che questa processione si svolge nel Quartiere Paolo VI dopo una assenza di ben 40 anni dalle strade della città. Nel passato questa festa si svolgeva l’ultima domenica di agosto ed era conosciuta con il nome della “Domenica delle orecchiette” perché si mangiava tradizionalmente questo piatto. La Confraternita della Madonna della Pace fu fondata nel 1673. La Chiesa che si trovava alla Discesa Vasto fu abbattuta nel 1934 e la statua fu portata prima nelle chiese della Città Antica dello Spirito Santo e di San Gaetano fino alla Chiesa di Sant’Agostino dove rimase fino al 1995. La statua fu realizzata a Parigi da ignoto nel 1834 e donata alla Confraternita da Ferdinando II di Borbone. A causa del bombardamento di Porta Napoli del 28 agosto 1943, la statua che si trovava nella Cappella della Pace, fu raggiunta da una scheggia di un proiettile che si conficcò nell’occhio sinistro e di cui resta traccia. L’ultima parte del suo intervento Fornaro lo incentra sulle provviste della nonna. Ricorda quelle dei fichi secchi che, una volta aperti in due parti, venivano messi su “le cannizze” per essere essiccati al sole prima di essere infornati e conservati con qualche foglia di alloro e pezzettini di cedro candito nelle capaselle per poi essere consumati durante l’inverno. Si preparavano anche i fichi con le mandorle. I fichi molto maturi che cadevano dall’albero venivano scartati perché erano dati in pasto agli asini oppure venivano essiccati e poi fatti bollire per farne un decotto efficace contro i bruciori di stomaco e contro la tosse stizzosa. Si facevano le provviste delle ciliegie, delle amarene e dell’uva sotto spirito offerte ai parenti e agli amici che facevano visita a casa. Con l’uva, con i fichi, le albicocche, le pesche, le mele cotogne, le fragole, le ciliegie e le prugne si facevano ottime marmellate. Si mettevano sotto sale i capperi e sotto olio i lampascioni. Altre provviste erano quelle dell’alloro e della camomilla. Indimenticabili le melanzane sott’olio che venivano messe prima sotto sale per poi passare nei contenitori di vetro con olio abbondante, foglioline di menta e pezzetti di aglio. Non si possono dimenticare i carciofini sott’olio e le olive nere all’acqua e al forno unitamente ai peperoni salati e sott’olio. La provvista per eccellenza era quella della salsa che richiedeva l’impegno di tutti i componenti della famiglia. I pomodori venivano anche preparati a pezzettini e messi nelle bottiglie, oltre ai pomodori essiccati sott’olio, al peperoncino piccante e le “pumadore a ‘nzerte”, pomodori speciali che venivano uniti tra loro con una funicella e ai meloni gialli che venivano appesi in cucina fino a Natale. Ricordiamo, infine, le acciughe salate. Quei sapori e quei profumi, chi li ha sperimentati, credeteci, non li potrà mai dimenticare!
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