Antonio Mandese, Maurizio Cotrona e Gian Marco De Francisco: sono gli ideatori di Ottocervo
Ottocervo è il protagonista di quello che forse possiamo definire il primo fumetto della storia. Un eroe della civiltà Mixteca, le cui gesta vengono narrate in un manoscritto illustrato di epoca precolombiana. E proprio Ottocervo è il nome che Antonio Mandese, Gian Marco De Francisco e Maurizio Cotrona hanno scelto per la nuova etichetta editoriale di Antonio Mandese Editore interamente dedicata ai fumetti. Una impresa coraggiosa che ha debuttato con “Camerette”, l’elegante volume firmato dall’esordiente Frita. Chiariamo subito: Ottocervo è una iniziativa che parte da Taranto ma che si sgancia dalle dinamiche un po’ provinciali che il più delle volte vedono le pubblicazioni locali limitarsi all’ambito di parenti, amici e conoscenti. Questa volta si pensa in grande ma con senso di responsabilità. «L’idea – spiega Antonio Mandese - è quella di portare al centro la periferia culturale, spostandoci sul piano della qualità. Abbiamo una distribuzione nazionale e tutti i nostri libri sono ordinabili in tutte le catene librarie italiane. Con Ottocervo partecipiamo a tutte le fiere nazionali: Taranto, Milano, Napoli, Lucca. Aggiungo che le realtà come la nostra sono più conosciute fuori che a Taranto, per questo ci piacerebbe più vicinanza da parte della nostra comunità». Concetto ribadito da Maurizio Cotrona, direttore editoriale insieme a Marco De Francisco: «Mandese ha messo in campo tutte le risorse possibili per vincere questa scommessa imprenditoriale. Dalla comunità locale ci aspettiamo che questo sforzo venga riconosciuto». Le scelte di fondo sono precise: puntare sulla qualità e sugli esordienti. «Seguiamo una linea “umana”», spiega sempre Cotrona. «Abbiamo la squadra giusta per accompagnare ragazzi di talento che non hanno esperienza di pubblicazione. Abbiamo già otto esordienti contrattualizzati. Lavorare con gli esordienti comporta difficoltà di programmazione, ma noi preferiamo dare loro tutta la tranquillità di cui hanno bi sogno per portare a termine i loro lavori». Ottocervo, pur partendo da una periferia culturale, vuole inserirsi a pieno titolo nelle dinamiche contemporanee. «Oggi il fumetto – dice Antonio Mandese - è in fase di ibridazione: lo trovi in libreria e si sono ibridate anche le storie. Zerocalcare diventa mainstream, racconta temi attuali. E il nostro “Camerette” potrebbe diventare una serie per piattaforme streaming». Pienamente calata nella contemporaneità, l’impresa Ottocervo si affida dunque a giovani autori con linguaggi che possano arrivare soprattutto a giovani lettori. La prossima uscita è “Tutti eroi!”, storia scritta da Ivan Appio, altro esordiente, ventitreenne materano, che attraverso le nuvolette ha voluto raccontare la prima guerra mondiale. «Ivan – osservano Mandese, Cotrona e De Francisco - ha raccontato la storia senza smettere di essere un ragazzo contemporaneo, permettendosi persino di chiudere il fumetto con un verso di Ungaretti. È un modo di parlare ai giovani della guerra senza smettere di essere un ragazzo del nostro tempo». Per “Camerette, intanto, è arrivata una prestigiosa chiamata. Lo svela Gian Marco De Francisco: «Dal Premio Micheluzzi (in assoluto uno dei più prestigiosi, ndr) ci hanno richiesto una copia di Camerette per valutarne la candidatura». Insomma, Ottocervo sembra aver intrapreso una strada incoraggiante: «Fare editoria – ammette De Francisco - è difficile, nel fumetto ancora di più. Farlo dal Sud è una piacevole follia. Ottocervo è una operazione serissima su un territorio un po’ dogmatico. Mi spiego: l’alternativa economica non è solo l’impresa green, ma anche l’impresa culturale. Qui però ci vedono come alieni. Eppure l’impresa culturale è possibile: la scuola di fumetto Grafite, della quale sono fondatore, da dieci anni vive sull’effimero legato alla creazione di fumetti e stiamo diventando una realtà imprenditoriale di livello nazionale. Con queste nostre iniziative riusciamo a portare l’attenzione nazionale sul nostro territorio per fare luce su una realtà che si muove, anche se manca ancora la consapevolezza da parte della sfera pubblica del valore economico e culturale di queste imprese». Enzo Ferrari Direttore responsabile
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