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Archeologia e belle arti
17 Ottobre 2025 - 14:36
Il neo Soprintendente Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Brindisi, Lecce e Tarantoarchitetto Antonio Zunno (fonte foto sito della SABAP Brindisi Lecce Taranto)
Taranto ha un nuovo Soprintendente per la tutela. C’è anche il nome del nuovo dirigente della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Brindisi, Lecce e Taranto tra le recenti 128 nomine del Ministero della Cultura: si tratta dell’architetto 52enne Antonio Zunno di Spinazzola, con una lunga esperienza sul territorio. Laureato in architettura presso l’università degli studi di Firenze nel 1998 e specializzato, nel 2001, in restauro dei monumenti presso l’Università di Genova.
Nel sito Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio Brindisi Lecce e Taranto leggiamo che questo nuovo istituto tanto nuovo non è perché “rinasce con l’annessione delle competenze territoriali della città e della provincia di Taranto” e che il nuovo Soprintendente “ha alle spalle un’esperienza presso l'attuale Ministero della Cultura che parte nel 2012 in Emilia Romagna, dove ha prestato servizio in occasione dall’emergenza sismica. Dal 2015 è rientrato in servizio in Puglia rivestendo il ruolo di Responsabile del Procedimento presso alcuni importanti contesti territoriali (Nardò, Porto Cesareo, Gallipoli, Maglie) e al contempo nei ruoli di rup, progettista e direttore Lavori di rilevanti interventi su beni culturali nazionali, fra i quali: Castel Sant’Angelo, Pantheon e Museo Nazionale Romano-Crypta Balbi a Roma, Parco della Reggia di Racconigi in Piemonte, Teatro Comunale de L’Aquila, Castello Svevo di Bari, Forte a Mare di Brindisi, Anfiteatro e Teatro Romano di Lecce. Dal 2022 è membro eletto dal personale ministeriale del Comitato Tecnico Scientifico per il Paesaggio, organo di consulenza del ministero centrale”.
Si tratta, dunque, di un incarico prestigioso e strategico per una istituzione “rinata” che richiede esperienza multidisciplinare necessaria a salvaguardare il paesaggio, valorizzare il patrimonio artistico, gestire i Beni Culturali. E Dio solo sa quanto Taranto abbia bisogno di una visione strategica riguardo la tutela del suo patrimonio culturale e del suo paesaggio, dato che sta vivendo in resilienza e maggiore attenzione verso la propria memoria storico artistica paesistica ed archeologica, per non perdere altri treni.
Il ballo delle Soprintendenze
Perché è definita “rinata” questa istituzione accorpata? Quella dell’accorpamento di Taranto con Lecce e Brindisi è una vicenda che conclude un travagliato iter ma anche la storia ultracentenaria della Soprintendenza tarantina, nata con Viola come Soprintendenza Archeologica della Puglia e, quindi, di competenza regionale comprensiva di tutte le aree archeologiche pugliesi, musei compresi, nella stessa Soprintendenza regionale, per poi man mano vedere la delocalizzazione della tutela in varie sedi regionali, con la gestione sempre più decentrata seguendo una strategia di frammentazione incentivata, a memoria della scrivente soprattutto dal compianto Soprintendente Giuseppe Andreassi, a partire dall’area archeologica brindisina di Egnathia cui era particolarmente legato, tanto che proprio ad Andreassi è dedicato lo stesso Museo di Egnathia nel brindisino.
All’annuncio dell’iter di accorpamento di Taranto a Brindisi e Lecce ci fu parecchia maretta con reazioni non positive; anzi la manovra fu avvertita come un attacco a Taranto che sarebbe avvenuto col dPCM 15 marzo 2024, n.57 ovverosia il “Regolamento di organizzazione del Ministero della Cultura, degli uffici di diretta collaborazione del Ministro e dell’Organismo indipendente di valutazione della performance”. Presentato ai sindacati sin dallo scorso anno esso recita testualmente: “Per quanto riguarda la Puglia, la Soprintendenza di Brindisi e Lecce diventa Soprintendenza di Brindisi, Lecce e Taranto, con due sedi, una a Lecce e un’altra a Taranto, anche in virtù dell’acquisizione delle competenze sul territorio acquisite dalla Soprintendenza Subacquea cui erano assegnate in precedenza”.
La storia della SABAP di Lecce e Brindisi cui Taranto oggi è accorpata.
Nell’ambito del MIC o Ministero Cultura si tratta di un Istituto periferico nato con Decreto del Ministro per i Beni e le Attività Culturali del 24 settembre 2004, pubblicato in G.U. n. 271 del 18.11.2004, in attuazione del DPR del 10 giugno 2004, n. 173 rubricato “Regolamento di organizzazione del Ministero per i beni e le attività culturali”. La sua prima denominazione fu proprio Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio e per il patrimonio storico, artistico ed etnoantropologico per le province di Lecce, Brindisi e Taranto, con sede a Lecce. Col DPCM 29 Agosto 2014, n. 171 rubricato “Regolamento di organizzazione del Ministero dei beni e delle attivita’ culturali e del turismo, degli uffici della diretta collaborazione del Ministro e dell’Organismo indipendente di valutazione della performance, a norma dell’articolo 16, comma 4, del decreto-legge 24 aprile 2014, n. 66, convertito, con modificazioni, dalla legge 23 giugno 2014, n. 89”, la Soprintendenza assunse la denominazione di Soprintendenza belle arti e paesaggio per le province di Lecce, Brindisi e Taranto, incamerando le competenze sui beni storici artistici per il territorio di competenza, fino ad allora in capo alla Soprintendenza per il beni storico artistici e demo-etno-antropologici della Puglia che aveva sede a Bari. Col decreto attuativo n, 44 del 23.01.2016 la competenza della Soprintendenza si estese anche al ramo archeologico, assumendo la denominazione di Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio per le province di Lecce Brindisi e Taranto, assorbendo le competenze sui beni archeologici del territorio di competenza, fino ad allora in capo alla Soprintendenza archeologia della Puglia che aveva sede a Taranto. Col nuovo assetto riorganizzativo del Ministero, adottato con DPCM n. 169 del 02.12.2019, con la creazione dell’istituto denominato Soprintendenza nazionale per il patrimonio culturale subacqueo, la competenza territoriale su Taranto e la sua provincia fu assegnata alla SN SUB. In seguito alla riforma di riorganizzazione ministeriale avviata con il DPCM 15 marzo 2024 n. 57 e con l’emanazione del DM 270/2025 viene nuovamente individuato l’istituto Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio per le province di Brindisi, Lecce e Taranto con competenza territoriale sulle tre province a partire dal 01.08.2025 con l’atto di nomina del nuovo dirigente. La nuova Soprintendenza ha una sede a Lecce e una ulteriore sede a Taranto ed Antonio Zunno è il relativo unico Soprintendente appartenente dall’1 agosto 2025 ai ruoli dei dirigenti di II fascia del Ministero della cultura.
Da tempo si trascinava il “ballo delle Soprintendenze”, ma la dirigenza data in mano all’architetto già funzionario MIC Antonio Zunno è stata strategica anche perché il neo Soprintendente si è reso subito aperto e disponibile con la comunità ionica, con la sua presenza, in eventi tarantini e negli uffici di via Duomo che rimangono aperti ed attivi. Ma cosa frulla nella mente del nuovo Soprintendente? Per capirlo gli abbiamo rivolto precise domande a cui ha risposto in modo esaustivo, fermo restando il problema delle aree da affidare, dato che a Taranto, in pratica, di Soprintendenze ce ne sono due: una come sede nazionale (subacqueo sede in via Viola) l’altra con ufficio succursale di Lecce in via Duomo.
La tutela archeologica del territorio tarantino con Franceschini era stata lasciata alla Soprintendenza del Mare, con Sangiuliano non più, con Giuli accorpamento. Dal punto di vista pratico i cittadini ionici in quale ufficio si devono recare?
«La recente riorganizzazione del Mic, sancita con il DPCM 15 marzo 2024 n. 57, cui è seguito il DM 270/2024 di articolazione degli uffici dirigenziali, ha stabilito di riassegnare la competenza per la tutela territoriale (architettonica, archeologica e paesaggistica) alla Soprintendenza ABAP più prossima al territorio, rinominando l’istituto di riferimento Soprintendenza Archeologia belle arti e paesaggio per le province di Brindisi, Lecce e Taranto, con sede a Lecce e ulteriore sede a Taranto. Pertanto l’istituto avrà una sede istituzionale anche a Taranto, per l’individuazione della quale siamo in attesa di avere istruzioni degli uffici centrali di Roma. I due complessi monumentali afferenti al Mic presenti a Taranto, l’ex convento di San Domenico e l’ex Convento di Sant’Antonio, saranno le sedi delle due Soprintendenze: siamo in attesa della corretta assegnazione.
Con lo sviluppo della digitalizzazione e del protocollo informatico la gestione delle istanze amministrative avviene ormai mediante trasmissioni di posta elettronica: tuttavia, ho già stabilito di essere in presenza a Taranto due giorni a settimana per la gestione degli appuntamenti con le amministrazioni e con i cittadini che potrebbero avere necessità di interloquire con l’amministrazione. Ricordo anche che per continuità amministrativa il personale tecnico che segue la tutela territoriale della città e provincia di Taranto continua ad occuparsi delle istanze dei territori dalla sede di via Duomo».
Taranto è sempre più bisognosa di conoscere la sua memoria archeologica testimoniata dagli scavi: la comunicazione come sarà impostata? Quale la sua strategia?
«Come ho avuto modo di affermare pubblicamente in più occasioni, la missione del mio mandato sarà curare la comunicazione delle attività sul territorio implementando la conoscenza e la divulgazione dei risultati della azione di tutela, soprattutto archeologica che investe Taranto in qualità di territorio ricco di suggestioni e scoperte sempre nuove. Già dal mio insediamento sono stati divulgati diversi comunicati stampa dedicati alle recenti scoperte avvenute in provincia (Manduria tomba a camera), oltre che divulgare le iniziative di valorizzazione promosse dei concessionari di scavo (open day Roccaforzata località Monte Sant’Elia)».
Siti archeologici chiusi alla fruizione. Cosa prevede?
«Anche in relazione ai siti archeologici di competenza statale presenti sul territorio i due uffici dirigenziali (SN SUB e SABAP BR LE TA) siamo in attesa di ricevere indicazioni dagli uffici centrali di Roma in relazione alle attribuzioni per competenza. Ai fini della valorizzazione e conseguente fruizione è nota la carenza del personale in servizio che possa garantire le aperture continuative.
Tuttavia, il Codice dei Contratti pubblici prevede orami da tempo l’istituto del partenariato pubblico privato che per il caso dei beni culturali trova terreno fertile per la creazione di sinergie con le realità locali dell’associazionismo afferente al cosiddetto Terzo Settore che sarà la strada da percorrere per la riapertura di molti siti culturali, non soltanto archeologici».
Come sarà rispettata la Convenzione di Faro?
«L’Italia ha ratificato la Convenzione di Faro con la Legge 1 ottobre 2020 n. 133 e l’impegno di tutte le istituzioni culturali sarà volto all’attuazione dei principi in essa contenuti. Anche per questi aspetti il Ministero centrale promuove costantemente linee di indirizzo per gli uffici territoriali volte alla guida della corretta attuazione, Sicuramente, come ho già detto, la comunicazione delle iniziative sul territorio promuove la riappropriazione dei cittadini delle identità territoriali e saremo sempre pronti a raccogliere le suggestioni che potranno arrivare dal confronto costruttivo».
Depositi strapieni di reperti. Come farli fruire in attesa della musealizzazione?
«Il problema dei depositi è un tema sempre attuale. Non ci sono mai spazi sufficienti per la creazione di depositi visitabili, pertanto spesso i luoghi di custodia non sono idonei alla fruizione. Il ricco patrimonio archeologico presente nei nostri depositi merita senza dubbio di essere messo a disposizione del pubblico, di studiosi e non, attraverso iniziative che potrebbero essere avviate per temi o per ricorrenze in modo da poter organizzare eventi espositivi dedicati e fare quindi in modo che una selezione di materiali possa essere esposta per l’occasione. Sicuramente, la promozione delle concessioni di deposito presso gli enti locali è una attività da perseguire nell’ottica della continua richiesta che proviene dalle realtà locali, grazie anche alla frequenza dei finanziamenti regionali che promuovono le creazione di piccoli musei del territorio».
Giovanna Bonivento Pupino
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