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Taranto
22 Agosto 2025 - 17:00
Foto di Giovanni Maimone
La superstizione non è mai stata fuori moda. Tutti ridono davanti a certi comportamenti, come l'evitare di passare sotto una scala oppure di non incrociare il passaggio di un gatto nero. Eppure, sotto sotto... Rompere uno specchio o rovesciare il sale a tavola durante il pranzo per taluni è avvenimento da far inorridire, cercando di contrastare presunti effetti negativi toccando ferro o... qualcos'altro. A Taranto, per esempio, soprattutto in occasione di gare sportive, nel sopravvento dell'avversario, un tempo non era raro sentir urlare dagli spettatori il nome di un certo professionista, certi che l'azione sarebbe andata in fumo.
Tutto questo sarà passato per la mente di quanti hanno assistito giovedì scorso al teatro all'aperto di Villa Peripato (nell'ambito della rassegna "In scena d'estate" organizzata da Gabriella Casabona) alla "prima"della commedia "A jatta gnora", rivisitazione in chiave dialettale di Pasquale Strippoli del capolavoro di Peppino De Filippo "Non è vero ma ci credo", interpretato dalla compagnia "I Delfini in scena" da lui diretta e adattata ai giorni nostri. Il tutto ruota attorno alle lucide follie del commendatore Vincenzo Pignatale (l'ottimo Enzo Mannavola) a capo di una realtà imprenditoriale, il quale è lungi dall'ammettere che il cattivo esito di certi affari è di sua responsabilità. No, per lui è tutta colpa della cattiva stella, i cui influssi sono combattuti a colpi di scongiuri e quant'altro. E guai a chi non si allinea ai suoi assurdi modi di pensare: ne sanno qualcosa la direttrice dell'azienda, la signora Ferrara (Maristella Rizzuto), la segretario (Anna Rita Lionetti) e il ragionier Spirito (Antonello Eramo). Di tanta follia fa le spese anche la situazione familiare, in particolare della figlia Alessandra (Teresa Ippolito), cui viene impedita una storia d'amore, invano spalleggiata dalla mamma (Titti Marzio). Il commendatore se la prende anche con un innocente micio, ma di colore nero, che spesso viene visto nei paraggi cui caccia si mettono il portiere dello stabilimento, Pasquale (Giampiero Ruggiero) e il suo "assistente" Egidio (Egidio Ciullo). L'impresa, in un modo o l'altro, va a buon fine e "'a jatta gnora", in un sacco,viene così portata in luoghi lontani, così da non nuocere. Pensate che tutto ciò basti al capitano d'impresa? Ma non sia mai! L'altro ragioniere dell'azienda, il signor Francesco Candelli (Francesco Caracciolo) viene da lui indicato quale principale artefice delle sue disgrazie. Tant'è che il suo arrivo in direzione, al fine di consegnargli la lettera di licenziamento, viene caratterizzato da eventi nefasti. "Mi vendicherò!", è la sua minaccia. E difatti... Un raggio di luce in questa vicenda è costituito dall'arrivo di Alberto Sammaria (Luca Chianura) pretendente alla poltrona del ragioniere licenziato: ottima persona, di provata onestà e competenza. Peccato sia gobbo! Anzi, per il commendatore è meglio così, che pensa di combattere la sfortuna accarezzando ogni volta la prominenza. Il guaio è che Alberto s'innamora della dolce figlioletta, , ritenuta irraggiungibile per la sua malformazione. Alessandra, in effetti, ne è contrariata, ma l'opera di convincimento del padre ne ha la meglio. Il matrimonio, dunque, si fa. Ma durante il ricevimento, ecco la sorpresa. Quale? Lo si comprenderà assistendo alle prossime repliche della commedia, dove la risata è assicurata. Alla fine, applausi per tutti e in particolare per la brava Lidia Marzano (la cameriera di casa Pignatale), al suo debutto.
Essenziale ma pur significativa la scenografia realizzata da Pasquale Strippoli, come pure i costumi di Marinella De Donno.
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