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LA RECENSIONE
06 Maggio 2025 - 15:47
"Non ti pago!", foto di scena
Due uomini silenziosi e furtivi nella notte si muovono sui tetti di Napoli, scrutando le nuvole e il loro continuo irregolare vagare mentre disegnano volti, sagome di animali, paesaggi fantastici per poi fuggire via. In tutto questo, i due intravvedono silenziosi e sfuggenti consigli… per una giocata al banco lotto, in cerca di una bella vincita che possa stravolgere la monotona quotidianità. Ma tutto questo a loro non accade mai. Ad altri, invece, sì.
Con questa scena si apre “Non ti pago!” la popolarissima commedia in tre atti di Eduardo De Filippo, andata in scena venerdì scorso al Teatro comunale Fusco” per la quarta edizione del Festival del teatro amatoriale “Premio Città di Taranto”, istituito dal Comune, realizzato dall’associazione artistico culturale “Compagnia teatrale Lino Conte” su mandato della Fita Puglia. Ne sono stati interpreti gli attori della compagnia teatrale “Napolinscena”, vincitori lo scorso anno del festival e specializzata nella realizzazione dei lavori del grande commediografo napoletani. E non è mica roba da nulla, in quanto per farlo è assolutamente necessario ottenere l’autorizzazione degli eredi di Eduardo, dai quali i tarantini da tempo hanno ottenuta piena fiducia.
“Non ti pago!”, andata in scena per la prima volta nel dicembre del 1940 al teatro Quirino di Roma, non è altro che la storia di un sogno e delle sue assurde e imprevedibili conseguenze,surreali interpretazioni della vita che appaiono immancabilmente nei lavori dell’autore partenopeo.
La vicenda prende le mosse da don Ferdinando Quagliolo, titolare del banco lotto e dilapidatore di fortune per le sfortunate giocate, interpretato con una vena originale da Francesco D’Andria, che bene ha fatto a non cercare la rassomiglianza in scena con Eduardo De Filippo, che fu anche protagonista in scena del suo lavoro. L’uomo non fa altro che lamentarsi del destino avverso ai suoi sforzi di indovinare le giocate, in cui viene coadiuvato dal suo amico Aglietiello (Mimmo Macrì).
Questo dilapidare di finanze esaspera la consorte Concetta (Bettina Calcagno), anche in previsione di una figlia da sposare, la graziosa Stella (Lucilla Trisolini), fidanzata con Mario Bertolini, impiegato al banco lotto di don Ferdinando, il quale, senza troppi sforzi, inanella vincite una dietro l’altro. Ma la goccia che fa traboccare lo “scuorno” del protagonista, è la quaterna da quattro milioni, una somma enorme per l’epoca. I numeri gli erano stati in sogno da don Saverio, padre del suo datore di lavoro: motivo per il quale Mario non può essere destinatario della somma, ma don Ferdinando, per motivi di “figliolanza”, che astutamente s’impadronisce del biglietto vincente, rifiutandosi di restituirlo. A nulla valgono gli interventi del prete, don Raffaele Console (Alessandro Caporaso), dell’avvocato, il rintronato e pasticcione Lorenzo Strumillo (Ascanio Cimmino, che è anche il regista della compagnia), della vicina di casa Carmela (Margherita Buono): tutto ciò non fa altro che far aumentare il delirio di don Ferdinando, fra l’amarezza della moglie e soprattutto della figlia, che vede andare in fumo il matrimonio. La mancata tragedia (il colpo di pistola che per un pelo non colpisce Mario, induce così l’uomo a restituire il maltolto. Prima, però, lancia verso il giovane una terribile serie di maledizioni: che vanno tutte a segno.
Come finirà la vicenda? Ovviamente il lieto fine c’è. Come? Vi rimandiamo alla prossima replica. L’importante è sapere che… vissero tutti felici e contenti.
Alla fine, applausi per tutti gli interpreti ai quali vanno aggiunti: Massimo Cardellicchio (Vittorio Frungillo), Giuseppe Battista (Luigi Frungillo), Marirosa Rina (Margherita, la cameriera dalle… gambe storte) e Maria Pastorelli (Erminia, zia di Mario Bertolini).
Prossimo appuntamento con il “Premio Città di Taranto” è per venerdì 23 maggio con la compagnia “Il laboratorio di Mimmo Fornaro” che interpreterà "Itaca..un uomo contro gli dei".
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