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Cinema
31 Marzo 2025 - 18:01
Claudia Gerini e Carlo Verdone al Bif&st 2025
di Lanfranco Altamura
La giornata conclusiva del Bif&st 2025, ha regalato ai suoi spettatori una mattinata piena di risate, ma anche di ricordi e riflessioni, in un gremito Teatro Petruzzelli, con la presenza di due volti iconici del cinema italiano: Carlo Verdone e Claudia Gerini. Lunghissime code si sono registrate sin dalle prime ore del mattino per poter seguire l’evento, ma solo i più fortunati sono riusciti ad accedervi. In occasione dei 30 anni dall’uscita del film “Viaggi di Nozze”, proiettato prima dell’incontro, i due protagonisti hanno ripercorso la storia di uno dei maggiori successi e film cult della commedia italiana anni ’90, raccontando numerosi aneddoti sulla realizzazione e il dietro le quinte del film stesso, riflettendo sia su passato e presente della loro carriera e del nostro cinema, che sul loro rapporto professionale sfociato, sin da subito, in una amicizia consolidata anche al di fuori del set, per concludere con i futuri progetti ai quali i due stanno lavorando.
L’incontro è stato un vero e proprio tuffo nei ricordi, perché Viaggi di Nozze, una commedia che ha segnato un’intera generazione ed è stata in un certo senso anticipatrice, racconta le disavventure di tre coppie durante il loro viaggio di nozze, esplorando con ironia, acutezza ma anche la giusta dose di drammaticità, le dinamiche dei rapporti di coppia, ponendo l’accento su elementi tuttora scottanti, quali l’incomunicabilità, la solitudine, l’apatia nella routine del rapporto di coppia, le famiglie allargate e spesso disfunzionali, i rapporti non propriamente paritari tra coniugi. Verdone, regista e triplice protagonista nel film (in versione di marito “coatto” e ignorante, marito puntiglioso e saccente al limite del patologico, e marito mammone e infantile, sempre alle prese con imprevisti non in grado di gestire), ha narrato del processo creativo alla base del suo iconico film, sottolineando come abbia sempre avuto grande attenzione per i ruoli femminili, sapendoli esaltare, e come spesso la scelta delle sue partner di scena, sia stata indovinata e vincente (in questo senso, oltre alla Gerini, non è mancato il ricordo di Eleonora Giorgi, ma anche il riferimento a Margherita Buy), oltre ad essere cresciuto in una famiglia matriarcale, motivo per cui ha sempre trovato sintonia e interesse verso la figura femminile più che quella maschile, anche nei rapporti extra-lavorativi, mentre la Gerini ha rievocato il suo personaggio, Jessica, che le ha permesso di ottenere fama e visibilità, che in un certo senso ha ritrovato in amiche o parenti, che le hanno dato lo spunto per interpretarlo, ma verso il quale ha voluto gradualmente distaccarsi nel corso della carriera, per non rimanere ancorata in quello stereotipo di personaggio, che tanti le avrebbero voluto affidare anche in film successivi, dimostrando poi di essere versatile in tanti altri ruoli, anche in chiave più drammatica.
Carlo Verdone al Petruzzelli
Durante la conversazione, entrambi gli artisti hanno riflettuto sull’evoluzione del cinema italiano negli ultimi trent'anni. Verdone ha parlato dell’importanza della commedia come strumento per raccontare la realtà, una comicità dunque che veicoli dei messaggi, che sia anche fonte di riflessione e non solo fine a se stessa, anche a costo di lasciare quel velo di malinconia, neanche tanto celata, di molti dei suoi lavori. Sebbene consapevole delle difficoltà che oggi il genere sta affrontando, come il cinema stesso, alle prese troppo spesso con carenza di idee, e di fondi, per poter confezionare prodotti di alto livello, che non siano standardizzati e omologati. Ma ha anche ricordato come vi sia attualmente un interessante “serbatoio” di giovani sceneggiatori, attori e tecnici da cui attingere, e su cui il nostro cinema può fare affidamento, molti dei quali sono stati suoi collaboratori nella sua ultima fatica, la serie tv per Paramount “Vita da Carlo”, giunta alla terza stagione e in procinto di una quarta nel prossimo autunno. Un cambio generazionale che, secondo Verdone, a un certo punto è necessario per dare nuova linfa, facendo volentieri un passo indietro da parte di registi e attori più datati. La Gerini, dal canto suo, ha deciso di cimentarsi nella regia (dopo il debutto del 2022 col film “Tapirulàn”), provando nuove sfide e progetti, avendo avuto sempre il pallino e l’interesse per inquadratura, fotografia, scenografie, tanto da ricordare come spesso, sia stata protagonista di simpatici battibecchi con gli stessi registi con cui ha lavorato, per girare alcune scene o inquadrature, e migliorarne la resa sul grande schermo.
Di sicuro, chiosa Verdone, un film come “Viaggi di Nozze”, rimasto nell’immaginario collettivo, oggi sarebbe difficile da riproporre, poiché andrebbe ricontestualizzato, inserendo altre tematiche e probabilmente altre tipologie di personaggi e situazioni “strane”, come amavano dire Ivano e Jessica, e perché “oggi chi è davvero “strana” è la gente”, come sottolinea Verdone, e pertanto non più facilmente inquadrabile.
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