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teatro
20 Gennaio 2025 - 15:08
Un momento dello spettacolo
Sabato sera i numerosi spettatori del teatro Turoldo sono tornati a casa ben rallegrati per aver riassaporato lontani ricordi grazie allo spettacolo “… e dopo Carosello, sce’ curcàteve!” di Aldo Salamino, incentrato sulla popolare trasmissione pubblicitaria.
“Carosello” andava in onda nel ventennio 1957-1977 sull’allora ‘Primo Canale’ dopo il telegiornale, spaccate le ore 20.30, ed era incentrata su accattivanti scenette pubblicitarie confezionate anche da grandi nomi del cinema. Erano tempi indimenticabili, in cui specialmente i più piccoli attendevano la famosa sigla, tratta da un brano del repertorio napoletano dell'Ottocento dal titolo «Pagliaccio»., arrangiata da Raffaele Gervasio, di origini baresi, recuperata in fretta e furia da Luciano Emmer da un documentario Incom sulle lumache.
È stato un bellissimo viaggio alla riscoperta di come eravamo, di quando ci si sedeva, piccolini, sugli scannetti, al calore de”’a frascère”, attendendo la familiare musichetta della trasmissione, andata in onda per la prima volta nel 1957 con le ingenue (viste con gli occhi di adesso) pubblicità, come quella della Shell incentrata sull’opportunità di mantenere la destra in auto. Si è parlato dei tanti personaggi famosi chiamati ad animare le scenette, con le frasi subito entrate nel linguaggio del tempo.
Aldo Salamino, per esempio, ha fatto una divertente dissertazione sul “Basta la parola” di Tino Scotti che reclamizzava i confetti Falqui, parlando anche della purga settimanale inflitta agli allora bambini. E che dire di Franco Cerri, valente jazzista, che deve però la notorietà quale testimonial di Bio Presto? Tante risate, in particolare, ha suscitato la scenetta sullo spot del Cynar di Ernesto Calindri e del “logorio della vita moderna”, disturbata dall’uomo della strada, restìo a prestare le “scarciòppele” (i carciofi) appena comprati al mercato, ingrediente base del liquore.
Aldo Salamino si è anche cimentato nell’interpretazione del “jingle” della Carne Montana, di cui è protagonista Gringo, cowboy-cacciatore di taglie, con il suo “mezzogiorno di cuoco”.
Aldo Salamino ne ha approfittato per descrivere di come ci si serviva dei nomi dei più famosi personaggi di carosello per appioppare divertenti soprannomi agli amici di comitiva. E ce n’è anche per Calimero il pulcino nero (detersivo Ava), che mai potrebbe andare in onda oggi per l’accusa di razzismo, e per tutti gli altri eroi dei cartoni animati che pubblicizzavano prodotti allora di largo uso: dall’ippopotamo bli “Pippo-Pippo” al tenerissimo Topo Gigio (“Strapazzami di coccole”) e a Capitan Trinchetto (“Lo vogliamo torturare?”, da Carmencita (“Chiudi il gas e vieni via”) a Cimabue (“Fai una cosa e ne sbagli due”) e all’”omino” con i baffi della Bialetti) con il tormentone “Seeembra facile!”).
Tutto questo, inframmezzato dai balletti di Samuela Fumarola e dalle canzoni di Emanuela Boccuni (bella l’interpretazione de “Un bacio a mezzanotte”, un successo dal quartetto Cetra), accompagnata alla tastiera dal papà, Angelo Boccuni, bravo anche come attore nella scenetta del Cynar.
A conclusione della serata, la nostalgica “Domenica è sempre domenica” di Mario Riva, sigla de “Il Musichiere”, per dare la buona notte al pubblico.
Lo spettacolo andrà in replica domenica 9 febbraio, alle ore 19, sempre al Turoldo.
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