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Il patto
30 Aprile 2024 - 16:45
Patto d'amicizia tra Taranto e Granada
Un "patto d'amicizia" firmato dai sindaci di Taranto e Granada, Rinaldo Melucci e Marifran Carazo, che ha sancito l’impegno solenne di mantenere tra i due Paesi legami permanenti tra le amministrazioni dei comuni al fine di promuovere il dialogo e scambiarsi esperienze: l'occasione per gettare le basi per il gemellaggio tra le due città. La presenza della sindaca di Granada a Taranto per l’XI edizione del Convegno Internazionale di Studi sulla Cultura Popolare Religiosa tenutosi al Salone degli Specchi di Palazzo di Città e organizzato dall’associazione La veste rossa presieduta da Luigi Montenegro ha sancito quindi un nuovo, importante legame tra Italia e Spagna.
La firma del Patto d'Amicizia
«Dopo circa quindici anni finalmente si realizza un sogno – ha dichiarato Luigi Montenegro – c’è voluto tanto lavoro, impegno e studio ma il primo passo verso il gemellaggio è stato finalmente compiuto». «È il momento di fare un passo avanti – ha detto Carazo – con una unione di intenti tra le due città attraverso percorsi virtuosi economici, sociali e culturali anche in funzione delle grandi sfide che aspettano le due città: i Giochi del Mediterraneo del 2026 per Taranto e la candidatura a Capitale europea della Cultura del 2031». «Sono veramente felice di aver siglato con la sindaca di Granada questo impegno che ci vedrà assieme non soltanto per i Riti della Settimana Santa ma anche per altre importanti iniziative congiunte che d’ora in avanti potremo intraprendere», ha aggiunto Melucci.
Per quel che riguarda i lavori del convegno Carazo nel suo intervento ha detto «bisogna saper raccogliere da un passato storico un lancio verso un futuro straordinario». L’Alcaldesa di Granada, della città dell’Alhambra, ha spronato le pubbliche amministrazioni a saper valorizzare ed utilizzare la propria storia ed i propri costumi a favore della comunità. Potremmo dire che sullo stesso tenore, sia pure con sfaccettature diverse, l’intervento dell’Arcivescovo di Taranto, Monsignor Ciro Miniero il quale ha spiegato le parole di Papa Francesco, in merito alla cultura popolare religiosa. Tali espressioni, pur conservando la loro storica estrinsecazione culturale e tradizionale, devono evolversi, adattandosi ai dettami del rinnovamento della catechesi che esprime la Chiesa.
Una vera e propria lezione magistrale quella del professor Paolo Stefanì Ordinario di Diritto Ecclesiastico presso l’Università di Bari che trattando il tema «L’uso e l’abuso del Crocifisso per la costruzione del dialogo» ha spiegato che è proprio questo simbolo la cifra identitaria dei cattolici che non deve essere mai una ostentazione ma il modo di spiegare il proprio credo, per non cadere nell’errore del fanatismo di certe altre espressioni religiose. Il presidente della Federazione delle Confraternite di Granada Armando Ortiz ha saputo spiegare quanto importante sia il confronto tra le confraternite così come è avvenuto lo scorso ottobre. Paco Castro, costaleros, invece ha saputo spiegare l’evoluzione che negli anni hanno avuto i portatori dei gruppi statuari andalusi che da “facchini” pagati per reggere il peso sono divenuti confratelli portatori.
Di grande impatto emotivo la relazione di Adelardo Mora, che pur se non presente, per ragioni di salute, non ha voluto far mancare il suo contributo incentrato sulla celebrazione del centenario del Crocifisso della Misericordia di Granada. Non meno puntuale è stato l’intervento del parroco della chiesa del Crocifisso, don Andrea Mortato, che ha diffusamente parlato dell’immagine miracolosa del Crocifisso. Interessanti le relazioni della confraternita del Carmine che ha voluto ricordare lo scomparso confratello Salvatore Pace, lo scorso anno relatore al convegno, e della Confraternita dell’Addolorata che ha ripercorso in breve la storia del Crocifisso di San Lorenzo, tradizionalmente portato in processione il Venerdì di Passione nel quartiere Salinella, e della Confraternita dell’Immacolata, il cui Priore, Angelo De Vincentis, ha ricordato la processione del Risorto, che da qualche anno è tornata a tenersi dal domenica successiva a quella della Pasqua. Va ricordato che la processione del Risorto a Taranto era stata sospesa a cavallo tra gli anni '50 e '60 e non più ripresa, se non da qualche anno a cura di questo sodalizio.
Il convegno si è concluso con un breve intervento del presidente dell’associazione, Montenegro, il quale ha annunciato il tema del convegno 2025: «L’Addolorata: da Madre di Gesù a Madre della chiesa», proseguendo nel filone dei simboli più significativi della settimana santa, cui dedicare i lavori dell’incontro di studi.
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