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SANREMO 2024

Il ritorno in gara di Diodato

Sul palco dell'Ariston il cantautore porta la canzone "Ti muovi"

Diodato

Diodato

«Ho imparato a crescere ancora di più». Lo ha accennato Diodato in occasione della introduzione al prossimo festival di Sanremo dove torna in gara con la canzone “Ti muovi”.

«Questa canzone è figlia di questi anni – ha esternato – Cominciavo a sentire le cose dentro di me, sensazioni che mi portavano a degli squilibri, l’inizio di movimenti: in quei giorni ho ascoltato delle storie che mi raccontavano cose molto simili, cose in comune, ed è venuto fuori questo pezzo scritto completamente da me. Credo che la musica sia una sfida personale, per misurarmi e conoscermi».

Cantautore intenso e ricercato tra i più apprezzati della scena musicale italiana, Diodato torna nel 2024 al festival di Sanremo, portando sul palco dell’Ariston la sua cifra stilistica, energica, elegante ed unica, dopo la vittoria nel 2020 con “Fai rumore” (triplo platino), un brano che è entrato nella storia della musica italiana e nel cuore dell’Italia intera.

«Nello studio casalingo ho cominciato a registrare le prime idee del brano che porto a Sanremo – ha osservato – Ho sentito l’esigenza di crescere. Sono molto felice di questo pezzo in cui sento delle vibrazioni molto belle, un mezzo per ampliare i miei confini, cose che sono un po’ lontane da me».

Diodato torna sul palco dell’Ariston a quattro anni da “Fai rumore” che portò alla vittoria nel 2020.

«Qualcosa di questo tipo su quel palco potrebbe dire molto – ha sottolineato a proposto di “Ti muovi” – Ho seguito la luce che mi ha guidato in questi anni, spero di godermi ogni secondo su quel palco, provare a comunicare le mie sensazioni a chi è a casa; preferisco portare le mie fragilità che mi rappresentino completamente».

Diodato esordisce discograficamente nel 2013 con il suo primo album di inediti “E forse sono pazzo” e la sua rivisitazione del brano “Amore che vieni, amore che vai” di Fabrizio De André entra a far parte della colonna sonora del film di Daniele Luchetti “Anni felici” presentato al Festival del cinema di Toronto.

«De Andrè è stato il mio primo grande amore – ha rivelato – Ecco perché nella serata delle cover ho voluto la sua “Amore che vieni, amore che vai”: ho preso la chitarra perché queste parole raccontano anche di me, le ho cantate in un altro modo dando un altro significato, molto rock, e a 25 anni dalla sua scomparsa riprendo un viaggio nella mia testa che abbiamo fatto insieme, e la ripropongo con Jack Savoretti che è anche lui di Genova ».

Alcuni giorni fa Diodato ha vinto il Rockol Award per il miglior album con “Così speciale” e il Ciak d’Oro per la categoria miglior canzone originale con il brano “La mia terra”, parte della colonna sonora del film “Palazzina Laf”, diretto da Michele Riondino, con cui condivide la direzione artistica dell’Uno Maggio Taranto Libero e Pensante.

«Sono felicissimo per Michele, per la delicatezza e l’intelligenza con cui ha raccontato questa storia – ha confessato – Mi aspettavo un film legato alla sua passionalità che viene fuori, madre di tutti i problemi, sono stato molto felice di partecipare a questa opera prima. Il brano unisce la storia attuale al mito della fondazione della città, da cui emergono tanto i contrasti quanto la bellezza di Taranto: Falanto, capo dei Parteni esiliati da Sparta, attraverso l’oracolo viene a conoscenza del proprio destino: troverà la sua terra, solo quando vedrà piovere a ciel sereno. A seguito di numerose difficoltà, Falanto giunge finalmente nel porto di Saturo, vicino dove abito io: esausto si lascia andare sulle gambe della moglie Etra, abbandonandosi alla disperazione. Commossa, Etra comincia a piangere e con le sue lacrime bagna il capo e il viso del marito, che si sveglia e, proprio grazie a quelle lacrime, capisce di essere arrivato a casa e aver compiuto il destino predetto dall’oracolo trovando, finalmente, la sua terra».

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