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Musica

Dalila Spagnolo in concerto a Manduria

La cantautrice leccese presenterà il suo secondo progetto discografico, "La fame nelle scarpe"

La cantautrice leccese, Dalila Spagnolo

La cantautrice leccese, Dalila Spagnolo

Sarà presentato giovedì, 27 luglioa Casapì in Contrada Scarpone, a Manduria, il nuovo album di Dalila Spagnolo dal titolo "La fame nelle scarpe"secondo progetto discografico della giovane cantautrice leccese che ha da poco ritirato il Premio Civilia Salento 2023. Sul palco l'artista sarà accompagnata dal pianoforte di Luigi Russo, musicista e produttore dei brani dell’album. Un concerto intimo dove verranno presentati i brani del nuovo disco e alcune tracce del precedente.

I testi delle sue canzoni raccontano di fragilità e di sfide legate alla crescita personale. Dalila, eclettica sperimentatrice, scrive e canta in italiano, inglese e francese. Il suo sound spazia dal pop alla world music e fonde generi e stili musicali diversi.

Il progetto cantautoriale di Dalila Spagnolo nasce nel 2020, e dopo il secondo posto al Premio Lunezia si concretizza nel 2021 con “Fragile”, l’album che segna il suo esordio discografico. Nello stesso anno rientra tra i vincitori di Area Sanremo, arriva in semifinale al Mei e al Primo Maggio a Roma.

In questo nuovo lavoro il sound è più elettronico e la sperimentazione più evidente, pur conservando l’amore per i ritmi africani che contaminano alcuni dei brani presenti nell’album.

L'album

La fame nelle scarpe si compone di dieci tracce molto diverse tra loro. Il filo conduttore è la storia dell’evoluzione e della crescita personale che parte dai timori e arriva ad una fase più matura e consapevole in cui è consentito “crescere tenendo l’io bambino per mano”.

Il titolo dell’album si compone da due parole, ognuna delle quali esprime un concetto preciso: la “fame” è lo scopo, la motivazione personale, il desiderio di migliorarsi e di riflettere sulle cose che accadono intorno e dentro di noi; le “scarpe” invece indicano la modalità con cui si procede. Le due parole si completano perché l’una non può esistere senza l’altra. Un viaggio sicuramente lungo e impervio ma fatto con le proprie gambe.

La tracklist apre con “Prelud’io”, dedicato ai timori più atavici. Una sorta di mantra che cresce e scava nell’intimo dell’ascoltatore. “Alberi d’eterno”, traccia numero due, porta alla luce un dialogo con le paure più profonde e la sfida personale di preservarsi dall’incoerenza e dalla minaccia di compromettersi.

“I timori miei preziosi” è una dichiarazione che si schiera dalla parte delle fragilità soprattutto quando si riconoscono, si accettano e si trasformano in opportunità.

L’album prosegue con “L’erba voglio” che mostra la parte più leggera ma anche quella più sensibile al perdono. Racconta dell’ansia di essere al mondo e dell’ipocrisia che si cela dietro certe relazioni.

La traccia numero quattro è “Faut pas douté de moi”, brano cardine dell’album sprona l’ascoltare a riflettere sull’origine del suo essere.  Il brano si pregia dell’intervento di Mylious Johnson, importante batterista della scena pop italiana (vedi Giorgia, Ultimo) e di Petit Solo Diabatè, musicista africano che canta e suona il kamalè ngony, strumento africano molto simile alla kora. “Tracciare le distanze” è la quinta traccia dell’album. Racconta di gratitudine verso una relazione tra umani, come un’aperta dichiarazione di pace.

“Interludio (portami via)” è un monologo che descrive la sofferenza e il disagio che porta la solitudine, il malessere del vivere e il senso di vuoto e di impotenza che ognuno vive nel corso della vita. Vince la volontà di evolversi.

“Forse”, singolo che ha anticipato l’uscita dell’album, si accompagna da un videoclip scritto e diretto da Gabriele Marinò e coreografato da Francesco Biasi. Il pezzo parla di incertezza, di dubbi e di procrastinazione. L’ombra che negli altri evitiamo e ci fa paura rivela quella con più potenziale.

In “Superpower”, sonorità pop si fondono con i ritmi africani. Un ritmo quasi ipnotico sostenuto dal balafon e dalle percussioni di Petit Solo Diabatè fanno da sfondo al cantato di Dalila che in questo caso utilizza l’inglese. Il testo della canzone ribadisce il fatto che nessun individuo ha superpoteri per far cessare la sofferenza che c’è nel mondo.

La traccia numero nove, "Quel santo giorno", nasce come poesia e viene successivamente musicata. Un brano d’amore che racconta di come la relazione può diventare un rifugio sicuro dalle insidie della vita presenti e future.

Il viaggio sonoro si conclude con “Crisci figghia mia”. La voce solista è di Rachele Andrioli, importante cantante di world music. Qui è la vita che parla alla bambina intimorita del Preludio, fornendole alcune risposte. La rassicura e la invita a crescere senza paura.

inizio concerto ore 21. Costo del biglietto: euro 10 euro comprensivo di consumazione.

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