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Cultura

Pasolini: prolungata la mostra al Mudit

Potrà essere visitata fino al 23 giugno: curata da Barbara Gortan, espone documenti rarissimi

Pier Paolo Pasolini

Pier Paolo Pasolini

Un aspetto poco approfondito nella ricorrenza pasoliniana sono stati gli articoli scritti con una “penna acuminata”, dello scrittore, quelli del coraggioso “giornalista” Pasolini, che apparvero in particolare sul Corriere della Sera, poi raccolti in “Scritti Corsari”. Sono un esempio di vera libertà, ma anche un atto di generosità verso le generazioni che venivano dopo il suo percorso di vita. Ecco quindi il titolo di “Pasolini uomo libero”, ma in una iniziativa (ed una mostra) che aggiunge un sottotitolo: “con uno sguardo da Taranto”. Infatti i legami tra Taranto e Pasolini sono stati non pochi e nel tempo si sono rinnovati.

Primo tempo: lo scrittore venne a Taranto per il “Quotidiano”, un giornale dell’Azione cattolica, e partecipò al Premio Taranto di Letteratura e Pittura (presieduto da Giuseppe Ungaretti - la prima sezione, era per racconti inediti - e da Felice Casorati - la seconda -). Il Premio era diventato notissimo in Italia (molti grandi giornali italiani lo avevano soprannominato “La Biennale del Sud”). Pasolini aveva inviato il racconto inedito “Terracina”. Siamo nel 1951. Quell’anno il premio lo vinse Carlo Emilio Gadda, tuttavia Pasolini si classificò tra le prime posizioni. Così avvenne anche l’anno seguente, quando tornò con il racconto “Operetta Marina”. Anni dopo Pier Paolo Pasolini scrisse, com’è noto, “La lunga strada di sabbia” (1959), si fermò nella città bimare, ne parlò con una stima e ne lodò le bellezze e le particolarità. Nel 1992 si rinnovò l’incontro sotto forma di un libro che presentò il racconto “Terracina”, fino ad allore restato del tutto sconosciuto agli studiosi.

Un incontro che avvenne con una antologia, pubblicata dalle Edizioni del Gruppo Taranto (soc. coop) “I più bei racconti di mare italiani - premiati o segnalati o presentati al Premio Taranto (1949 – 1952)”, a cura di Aldo Perrone. Nella prefazione si rivelò che “Terracina” altro non era che la prima stesura del celebre “Ragazzi di vita”, che era stato pubblicato nel 1955 ed aveva subito persecuzioni prima, ma poi elogi ed una diffusione straordinaria. Da quell’antologia nascerà un incontro fra la cittadina laziale e Taranto ed una grande mostra a Terracina attorno al “racconto ritrovato”. I cultori pasoliniani rivedono i loro testi sull’argomento e Taranto porta le sue ricerche nel convegno e nella mostra (1994). Poi i rapporti del regista Pasolini riguardano alcuni film girati dalle nostre parti, come “Il Vangelo secondo Matteo”. La mostra, con documenti rarissimi ed originali, a cura di Barbara Gortan (che ne spiegherà i valori), aperta il 6 giugno scorso negli spazi espositivi del Mudit (il Museo degli illustri tarantini in via Plateja, 51), sarà prolungata fino al 23 giugno e sarà visitabile tutte le mattine (sabato escluso) dalle ore 10.30 alle ore 13.00; nei mercoledì e venerdì anche dalle ore 16.30 alle ore 18.30. L’iniziativa è organizzata dall’associazione Gruppo Taranto e dalla coop. Culturale Museion; il catalogo è pubblicato da PrintMe Edizioni, in Taranto (con lavori del direttore di Taranto Buonasera, Enzo Ferrari – del vice direttore della Gazzetta del Mezzogiorno Mimmo Mazza e del presidente del Gruppo Taranto Aldo Perrone. Prefazione di Annalisa Friuli, docente di lettere nei licei).

L’ingresso è libero e gratuito.

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