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Bari
18 Dicembre 2025 - 15:07
La conferenza stampa in Procura con Roberto Rossi
BARI – È scattata nella mattinata di oggi l’operazione della Polizia di Stato che ha portato all’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 4 presunti appartenenti al clan Strisciuglio, ritenuti responsabili, a vario titolo, dell’omicidio di Nicola Vasienti e, per 3 di loro, anche di estorsione, con aggravante del metodo mafioso.
Il provvedimento è stato emesso dal GIP del Tribunale di Bari, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, ed è il risultato di una complessa indagine della Squadra Mobile, coordinata dalla Procura. I fatti risalgono alla notte del 16 novembre 2016, quando Vasienti fu trovato morto all’interno della propria abitazione, nel quartiere San Paolo, dove si trovava agli arresti domiciliari.
In un primo momento, la scena apparve compatibile con un gesto volontario. Tuttavia, l’analisi approfondita del luogo del decesso fece emergere elementi anomali che spinsero gli investigatori a proseguire con ulteriori accertamenti. Le successive attività, basate su intercettazioni e dichiarazioni di collaboratori di giustizia, hanno consentito di ricostruire uno scenario ben diverso.
Secondo quanto emerso, Nicola Vasienti sarebbe stato ucciso nell’ambito di un regolamento di conti interno alla consorteria Strisciuglio, maturato dopo la sua decisione di collaborare con la giustizia. Una scelta determinata, sempre secondo l’impianto accusatorio, dalle continue pressioni e vessazioni subite e dal profondo turbamento per l’omicidio dell’amico Luigi Luisi, morto il 14 novembre 2016 a seguito delle ferite riportate in un agguato mafioso avvenuto il 31 ottobre precedente.
Le indagini hanno consentito di definire ruoli e responsabilità, individuando mandanti ed esecutori materiali. La morte di Vasienti, per gli inquirenti, non sarebbe stata causata da un’impiccagione, ma da uno strangolamento, successivamente mascherato come suicidio per depistare le indagini.
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