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Ugento

Parco navigabile, «Partono i lavori, ma servono bonifiche e un progetto unitario»

Il consigliere regionale di Fratelli d’Italia Paolo Pagliaro saluta l’avvio del primo intervento a Torre Mozza, finanziato con 1,3 milioni di euro, ma chiede tempi più rapidi e la pulizia immediata dei canali abbandonati

Paolo Pagliaro

Paolo Pagliaro

UGENTO - L’annuncio dell’imminente apertura del cantiere che darà forma al primo tratto del Parco navigabile di Ugento rappresenta, per il consigliere regionale di Fratelli d’Italia Paolo Pagliaro, un passo atteso da anni. Il progetto riguarda l’area di Torre Mozza ed era stato approvato dal Comune nel giugno 2018, per poi ottenere un finanziamento regionale pari a 1,3 milioni di euro. Un arco temporale che Pagliaro definisce eccessivamente lungo, sottolineando che ci sono voluti 7 anni e mezzo per giungere all’impegno di spesa.

L’intervento è il primo segmento di un percorso più vasto che punta a rendere navigabili i canali del reticolato idraulico di Ugento, una rete che attraversa un’area naturalistica ricca di biodiversità e potenzialità turistiche. Pagliaro ricorda come da tempo solleciti una valorizzazione che consenta ai visitatori di percorrere i canali in piccole imbarcazioni, collegando Torre San Giovanni, Lido Marini e Torre Mozza in un itinerario unico nel suo genere.

Il consigliere sottolinea che altri progetti sono già candidati a nuovi finanziamenti regionali, ma chiede con forza che le procedure vengano accelerate per completare l’intera rete. Parallelamente, Pagliaro indica una criticità che considera urgente: la mancata manutenzione dei canali e dei bacini, competenza del Consorzio di Bonifica Centro Sud Puglia. Durante un sopralluogo effettuato il 6 febbraio, racconta, avrebbe riscontrato accumuli di sporcizia, detriti e condizioni tali da generare rischi per agricoltori e coltivazioni.

Secondo Pagliaro, l’assenza di bonifiche provoca esondazioni in caso di piogge intense, ristagni d’acqua che trasformano alcune zone in paludi maleodoranti e la proliferazione di zanzare e insetti, con potenziali pericoli sanitari. Per questo, sostiene, è necessario procedere su due fronti: da un lato il risanamento immediato e la messa in sicurezza dei canali da parte del Consorzio, dall’altro il completamento dell’intero progetto naturalistico e turistico, che valorizzi il reticolato idraulico nato nel 1934 e oggi considerato un patrimonio da tutelare e rilanciare.

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