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Elezioni regionali

Reazioni e commenti del mondo politico alla vittoria di Antonio Decaro

Man mano che trascorrono i minuti cominciano ad arrivare gli interventi dei leader sull'esito del voto in Puglia

Un seggio elettorale

Un seggio elettorale

Mentre sul piano pratico le operazioni di scrutinio sono appena cominciate e non c’è alcun dato ufficiale, cominciano ad arrivare le prime reazioni del mondo politico sulla base degli exit poll e degli instant poll che danno ormai per certa la vittoria di Antonio Decaro per il centrodestra in Puglia, visto anche l’ampio margine di vantaggio (oltre 30 punti percentuali) sul rivale Luigi Lobuono candidato governatore del centrodestra.

Il primo a far sentire la sua voce, o meglio le sue parole è stato il leader di Italia Viva, Matteo Renzi: Il dato di Campania e Puglia dimostra che c'è alternativa a Meloni.

“Sono mesi che ci ripetono un ritornello stanco: Giorgia Meloni non ha rivali, è invincibile, non ha alternative. I risultati di Campania e Puglia, dopo la Toscana, dicono invece che l'alternativa c'è, da Casa Riformista fino alla sinistra. E questa alternativa, quando è unita, vince. Da domattina Giorgia Meloni proverà a cambiare la legge elettorale. Perché con questa legge elettorale lei a Palazzo Chigi non ci rimette più piede”. È quanto scrive il leader di Iv, Matteo Renzi, su X.

Dal centrodestra arrivano le prime riflessioni sul risultato pugliese. L’onorevole Dario Iaia, responsabile di Fratelli d’Italia della provincia di Taranto, commenta con realismo l’esito del voto, riconoscendo che il sorpasso sul centrosinistra non era un obiettivo semplice.

Ce l’aspettavamo”, afferma Iaia, spiegando come la coalizione sia partita “in ritardo” mentre Decaro “era già lanciato da tempo” nella corsa alla presidenza. L’esponente di FdI punta il dito contro quello che definisce un sistema radicato: una Regione “governata in modo clientelare dal Partito Democratico”, difficile da smantellare in un’unica tornata elettorale. Da qui la lettura del voto: “Come Fratelli d’Italia stiamo tenendo, mi pare che il partito sia sopra il 20 per cento. Ripartiamo da questo, anche se non possiamo dirci soddisfatti”.

Iaia punta il dito sul caso Ilva e sul suo peso nella campagna elettorale. Il parlamentare riconosce che la vicenda “ha sicuramente inciso”, pur ricordando che molte responsabilità ricadono sulle amministrazioni locali. “Il governo ha avanzato diverse proposte, ma dal Comune sono arrivati sempre dei no”, osserva. Un atteggiamento che, secondo Iaia, avrebbe contribuito a bloccare ogni margine di trattativa.

Il deputato insiste su un concetto più volte ribadito dal centrodestra tarantino: “Dire no a tutto non porta da nessuna parte. Si può arrivare a una prospettiva per il futuro dell’Ilva solo individuando soluzioni tecnicamente ed economicamente sostenibili”. Un ragionamento che Iaia estende anche alle scelte operative, dai forni elettrici “che non è indifferente siano uno, due o tre”, alla fornitura di gas e agli impatti sulla produzione, sull’occupazione e sui costi aziendali. “Un’azienda deve produrre utili, o almeno dovrebbe”, sottolinea.

Nella parte finale del suo intervento, Iaia richiama anche il tema delle bonifiche, denunciando quelle che definisce “opposizioni ideologiche” che avrebbero rallentato interventi necessari “nonostante le esigenze legate all’area militare”.

Tra i vertici del Partito democratico si respira soddisfazione mentre le proiezioni confermano le tendenze degli exit poll. Il presidente dei senatori dem, Francesco Boccia, legge il risultato come la conferma di un percorso politico radicato negli ultimi quindici anni di governo regionale.

Speravamo che andasse così e le proiezioni stanno confermando quanto visto negli exit poll”, afferma Boccia, sottolineando il ruolo di Antonio Decaro. “Ha fatto una grande campagna elettorale e il Partito democratico ha raccolto dieci anni di ottimo governo con Michele Emiliano e i dieci precedenti con Nichi Vendola. Siamo contenti e soddisfatti”.

Lo sguardo, tuttavia, è già rivolto al giorno dopo. “Da domani mattina bisognerà mettersi al lavoro. Gli impegni assunti sono molti e speriamo che la Puglia continui a trascinare il Mezzogiorno lungo un percorso di cambiamento profondo”, osserva Boccia. “Mi dicono che il PD sia il primo partito in modo netto. Aspettiamo i dati finali e poi valuteremo”.

Il dirigente dem immagina un Consiglio regionale caratterizzato da una guida politica chiara e rilancia la linea di opposizione contro il disegno del governo nazionale. “In conferenza delle Regioni ci opporremo allo Spacca Italia e alle scelte del ministro Calderoli. Non arretreremo di un millimetro”, dichiara. Boccia ricorda di aver chiesto agli eletti del centrodestra in Puglia e Campania di opporsi ai provvedimenti del governo, “ma non l’hanno fatto e gli elettori li hanno puniti”. Il tema della leadership nazionale del centrosinistra non preoccupa il senatore. Le eventuali tensioni interne, secondo Boccia, non scalfiranno l’equilibrio costruito da Elly Schlein. “Il merito dell’unità del centrosinistra in queste sette regioni è suo. Ha ridato coesione dopo il congresso e molti avevano sottovalutato il peso politico di questo processo”. Boccia cita i risultati regionali degli ultimi due anni come prova del trend: “Nelle ultime dieci competizioni il centrosinistra unito è nettamente superiore al centrodestra che governa oggi il Paese. Quando siamo uniti vinciamo, e anche dove non vinciamo, come in Veneto, raddoppiamo i consensi rispetto alla precedente tornata”. Per il senatore dem, la strada futura del centrosinistra passa proprio da qui: unità politica, radicamento territoriale e un’azione amministrativa capace di convincere gli elettori anche nelle sfide più complesse.

A spoglio ancora in corso ma con gli esiti ormai delineati, la premier Giorgia Meloni interviene per commentare l’esito delle Regionali, rivolgendo un messaggio sia ai vincitori sia alla propria coalizione. Il suo primo pensiero va al Veneto, dove la competizione si chiude con l’affermazione del candidato del centrodestra. “Alberto Stefani sarà il nuovo Presidente della Regione Veneto”, afferma la presidente del Consiglio. “Una vittoria frutto del lavoro, della credibilità e della serietà della nostra coalizione”. Meloni estende poi le congratulazioni agli altri neoeletti in Puglia e Campania. “Complimenti ad Antonio Decaro e a Roberto Fico per la loro elezione. Che possano svolgere al meglio il loro mandato, nell’interesse dei cittadini che andranno a rappresentare”. Nel suo messaggio non manca un riferimento ai candidati del centrodestra che non hanno superato la competizione, ma che per la premier hanno contribuito a consolidare la presenza della coalizione sui territori. “Un ringraziamento a Edmondo Cirielli, a Luigi Lobuono, a tutti i candidati e a tutti gli uomini e le donne del centrodestra che si sono impegnati in questa tornata elettorale”.

"Luigi Lobuono è stato un candidato straordinario, ha condotto una campagna elettorale con signorilità e rispetto nei confronti dei cittadini pugliesi, con molta umiltà e presenza sul territorio". Lo ha detto l'eurodeputato di Fratelli d'Italia, Michele Picaro, arrivando nel comitato elettorale del candidato del centrodestra alla presidenza della Regione Puglia, Luigi Lobuono. Commentando i dati sull'affluenza, ferma in Puglia al 41,83%, Picaro ha spiegato che "denotano come i cittadini si disaffezionino alla politica, perché ci sono tanti politici che tendono più a fare gli influencer, o a fare proclami, che non a essere pragmatici per rappresentare quello che effettivamente deve essere fatto nelle nostre comunità". 

"avremmo voluto vincere in tutte le regioni per cui non si è mai soddisfatti", ma sembra che Forza Italia sia in "fase di crescita percentuale" rispetto alle precedenti elezioni. Lo ha detto Maurizio Gasparri, capogruppo Forza Italia al Senato.

È un commiato denso di emozione quello del governatore uscente Michele Emiliano, che commenta l’elezione di Antonio Decaro celebrando una stagione politica durata vent’anni e destinata, secondo lui, a proseguire con la stessa impostazione. Emiliano parla di un passaggio di consegne che rappresenta sia un momento di malinconia personale sia un motivo di grande soddisfazione collettiva. “Abbiamo cambiato l’immagine stessa di questa regione”, afferma. “Antonio Decaro ha vissuto tutto questo ventennio meraviglioso ed è l’incarnazione di ciò che vogliamo fare anche per il futuro”. Emiliano sottolinea come, a inizio anni Duemila, immaginare una Puglia governata dal centrosinistra per un quarto di secolo apparisse irrealistico. “Oggi invece è realtà, ed è per noi motivo di enorme felicità. La Puglia in questo momento è la speranza dell’Italia intera”.

Nelle sue parole c’è spazio anche per il riconoscimento della comunità politica costruita in questi anni. “Abbiamo tenuto insieme persone diverse in una comunità vera”, spiega, ricordando che a novembre gli elettori hanno fatto fatica ad andare alle urne, ma non sono mancati. Non manca un ringraziamento a Luigi Lobuono, suo storico avversario già nel 2004, e un apprezzamento alla “signorilità” con cui Decaro ha affrontato la competizione. “La Puglia è ancora saldamente nelle mani del centrosinistra e questo per noi è una felicità grandissima”, aggiunge Emiliano, che dedica gratitudine anche a chi ha lavorato a una campagna elettorale “fuori stagione”, come già accadde nel 2020. A chi lo sostituisce alla guida della Regione rivolge l’augurio più caloroso. “Antonio oggi assume una responsabilità enorme. Mi auguro che possa viverla con la maggiore leggerezza possibile, pur sapendo quanto sia difficile. La leggerezza è fondamentale, soprattutto restando vicino alle persone, come ha sempre fatto”. La chiusura è un messaggio di continuità e sostegno: “Noi saremo al tuo fianco, qualunque cosa accada”. Emiliano lascia così la scena politica regionale dopo due mandati, consegnando il testimone a una nuova guida ma rivendicando una traiettoria che, nella sua lettura, ha cambiato profondamente il volto della Puglia.

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