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Calimera

Dopo la doppia tragedia arriva il richiamo alle istituzioni: “La fragilità non può restare invisibile”

Il Coordinamento dei docenti di Diritti Umani invita a trasformare il dramma di madre e figlio in un punto di svolta, chiedendo strumenti concreti per intercettare il disagio e proteggere l’infanzia

Mamma e figlio morti a Calimera

Mamma e figlio morti a Calimera

CALIMERA - La tragedia in cui un bambino di 8 anni e sua madre hanno perso la vita continua a scuotere la comunità e apre una ferita che, secondo il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani, non può essere archiviata come un fatto di cronaca. Per il CNDDU quanto accaduto rappresenta il segno evidente di una protezione insufficiente e di un disagio che non è stato riconosciuto in tempo.

Il coordinamento sottolinea come episodi così estremi impongano una riflessione collettiva. Restano aperte domande sul peso dello stigma legato alla fragilità psicologica e sulla solitudine che molte persone vivono senza riuscire a chiedere aiuto. Una condizione che, secondo i docenti, trasforma il dolore in un rischio e denuncia le falle di un sistema che dovrebbe prevenire e sostenere prima che la disperazione diventi irreversibile.

La drammaticità di quanto accaduto si intreccia con la Giornata Mondiale dell’Infanzia, celebrata il 20 novembre. Una coincidenza che, per il CNDDU, accentua il significato della vicenda e richiama il dovere di garantire realmente ai bambini il diritto alla cura, alla sicurezza e alla vita. Diritti che, ricordano i docenti, non possono restare parole astratte, ma richiedono politiche efficaci e strumenti operativi.

In questo contesto la scuola è indicata come uno degli spazi più sensibili per individuare i segnali di disagio, ma il coordinamento evidenzia come servano nuove competenze e reti più solide per svolgere questo ruolo con efficacia. Da qui la proposta di tre interventi concreti, pensati per rendere più tempestiva e strutturata la tutela dell’infanzia.

La prima proposta riguarda la creazione delle Sentinelle digitali del benessere, una piattaforma scolastica sicura e anonima che consenta di segnalare situazioni di criticità e attivare immediatamente un percorso di supporto professionale. Un modo per trasformare il silenzio in un canale protetto di richiesta d’aiuto.

Il secondo intervento è la realizzazione delle Aule emotive, spazi stabili all’interno delle scuole dove studenti e famiglie possano trovare strumenti di regolazione emotiva e figure formate, per prevenire il disagio e offrire momenti di riequilibrio.

Il terzo fronte indicato dal CNDDU è il Patto educativo di comunità “Infanzia protetta”, una rete strutturata che unisca scuole, ASL, servizi sociali, amministrazioni e associazioni per monitorare in modo costante le situazioni familiari più fragili e garantire una presa in carico condivisa e continua.

Nel suo intervento, il presidente Romano Pesavento ribadisce la necessità di non lasciare che questo dramma scivoli nell’indifferenza. Per il CNDDU occorre un cambio di passo che renda la prevenzione un dovere etico e non un atto episodico. Una società capace di ascoltare e intervenire, afferma il coordinamento, è una società che non abbandona chi non ha voce per chiedere aiuto.

La tragedia di Calimera diventa così, nelle parole dei docenti, un richiamo a proteggere l’infanzia oggi, con responsabilità e determinazione, perché ogni bambino rappresenta una parte essenziale del futuro che la comunità è chiamata a custodire.

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