Cerca

Cerca

Taranto

Ex Ilva: a Genova scatta l’occupazione, in Puglia sciopero ad oltranza

I lavoratori di Cornigliano occupano lo stabilimento contro il rischio di nuovi tagli. I commissari straordinari e il Ministro Urso smentiscono l’aumento della cassa integrazione. Dura la Cgil Puglia: “Il Governo vuole chiudere l’impianto”

Acciaierie d'Italia - Genova

Acciaierie d'Italia - Genova (dal sito di Acciaierie d'Italia)

GENOVA - È durata solo pochi minuti l’assemblea nello stabilimento ex Ilva di Cornigliano prima che la protesta esplodesse in tutta la sua forza. Gli operai, in sciopero, hanno deciso di occupare la fabbrica e avviare un presidio permanente, contestando il “blocco degli impianti del nord” e il timore di un ampliamento della cassa integrazione straordinaria fino a 6.000 unità. Per raggiungere la stazione di Genova Cornigliano, dove da questa mattina è stato avviato un presidio ad oltranza, i lavoratori si sono mossi in corteo a bordo dei mezzi aziendali.

Secondo le organizzazioni sindacali, sarebbero 1.000 i posti di lavoro a rischio soltanto nel sito genovese, un allarme che ha immediatamente alimentato la tensione sul fronte industriale ligure.

Mentre a Genova montava la protesta, è arrivata la presa di posizione dei commissari straordinari di Acciaierie d’Italia, che hanno definito “prive di fondamento” le ricostruzioni su un presunto incremento del ricorso alla cassa integrazione. La gestione commissariale ha ribadito che il numero dei lavoratori in cigs resta fissato a 4.450, confermando quanto già comunicato durante l’incontro svoltosi a Palazzo Chigi con i rappresentanti del Governo.

Sulla vicenda è intervenuto anche il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, che ha rimarcato come “non vi sia alcun incremento della cassa integrazione”, ma piuttosto un investimento sulle competenze, necessario per preparare il personale alla transizione e alle nuove tecnologie green previste per lo stabilimento.

Intanto anche dalla Puglia il clima resta infuocato. Le parole della segretaria generale della Cgil regionale, Gigia Bucci, segnano una rottura netta dopo l’ultimo tavolo di trattativa nazionale. Per la sindacalista, la direzione intrapresa dal Governo sarebbe chiara: “L’ex Ilva chiuderà. Questo è il vero piano del Governo Meloni, altro che decarbonizzazione o ristrutturazione”.

Bucci accusa l’esecutivo di aver “preso in giro azienda, città e lavoratori”, denunciando l’assenza di un progetto industriale credibile e la volontà di sacrificare un asset strategico. Secondo la Cgil, l’intenzione del Governo sarebbe quella di svendere i patrimoni pubblici per finanziare altre opere, ignorando “il futuro di migliaia di lavoratori e l’economia del Sud”.

Una posizione durissima che culmina con l’annuncio della mobilitazione permanente: “Da oggi sciopero ad oltranza”, afferma Bucci, finché l’esecutivo non garantirà risposte concrete alle comunità coinvolte.

“Hanno preso in giro azienda, città e lavoratori - ha proseguito Gigia Bucci -, ma alla fine hanno mostrato il loro vero volto, quello di chi senza bussola governa a vista, senza una politica industriale e di sviluppo, vendendo o svendendo i gioielli di Stato per finanziare ponte e armi, nel disprezzo del Sud e della vita. Non il futuro di un asset importante per il Paese e quello di migliaia di lavoratori, ma l’autonomia differenziata è la priorità del Governo. Da qui però non si passa, da oggi sciopero ad oltranza finché il governo non farà marcia indietro, assumendosi la responsabilità di garantire risposte concrete a chi lavora e ai territori coinvolti”.

La frattura tra Governo e sindacati, oggi più profonda che mai, restituisce l’immagine di una vertenza destinata a incidere non solo sul destino degli stabilimenti ex Ilva, ma sull’intero equilibrio industriale del Paese.

Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Buonasera24

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Termini e condizioni

Termini e condizioni

×
Privacy Policy

Privacy Policy

×
Logo Federazione Italiana Liberi Editori