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Taranto
18 Novembre 2025 - 19:30
Palazzo Chigi a Roma
Le dichiarazioni di Ferdinando Uliano in rappresentanza della Fim Cisl dopo il vertice ex Ilva a Roma
ROMA - È naufragato il vertice convocato a Palazzo Chigi sul futuro dell’ex Ilva. L’incontro, cui hanno preso parte esponenti del governo insieme ai rappresentanti sindacali, si è concluso in un clima di forte tensione. Per l’esecutivo erano presenti, tra gli altri, Mantovano, Urso, Calderone, Eichberg e Caldoro, oltre ai delegati di DRI Italy con Pozzi e ai commissari con Quaranta. La riunione ha certificato una rottura totale tra le parti.
Ferdinando Uliano, intervenuto per la Fim Cisl, ha descritto un quadro «inaccettabile» dopo aver appreso i contenuti del nuovo piano. Secondo il sindacato, il progetto prevede lo stop alle aree a freddo, un intervento che ridurrebbe drasticamente le attività con ricadute su tutti gli stabilimenti, non soltanto su quello di Taranto. Uliano ha parlato di una scelta che rischierebbe di «preparare la chiusura» in vista di potenziali acquirenti che, al momento, «non esistono».
Il rappresentante della Fim ha annunciato che da mercoledì 19 novembre partiranno assemblee e uno sciopero di 24 ore in tutti gli impianti. Uliano ha poi definito «sconcertante» la comunicazione ricevuta dal governo secondo cui il piano industriale discusso e condiviso lo scorso luglio con commissari ed esecutivo «non rientra più nel nuovo bando», sostituito da un ridimensionamento complessivo. Una decisione che, nelle parole del sindacalista, trasforma quella che era stata «una partita difficile giocata insieme al governo» in uno scontro aperto.
Uliano ha ribadito che, in assenza di reali investitori, il sindacato considera necessario un intervento diretto dello Stato, soprattutto se l’acciaio rimane un asse considerato strategico per il Paese.
Durissimo anche il commento di Michele De Palma, segretario generale Fiom-Cgil, che ha riferito di aver chiesto a Palazzo Chigi la sospensione e il ritiro del piano, sollecitando un intervento diretto della presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Di fronte alla risposta negativa ricevuta, la Fiom ha confermato l’adesione allo sciopero previsto da domani.
La frattura emersa al termine del vertice apre ora una nuova fase di conflitto sul destino dell’ex Ilva, con i sindacati pronti alla mobilitazione e il governo chiamato a chiarire la strategia industriale per l’acciaio italiano.
Le dichiarazioni di Michele De Palma, segretario generale Fiom-Cgil dopo il vertice ex Ilva a Roma
Sulla stessa lunghezza d'onda le dichiarazioni di Rocco Palombella (Uil) che al termine dell’incontro a Palazzo Chigi ha detto ai giornalisti: "Abbiamo rotto, abbiamo dichiarato 24 ore di sciopero a partire da subito, da domani, con assemblee su tutti i luoghi di lavoro, perché i nostri dubbi dell'incontro precedente sono diventate delle certezze, la realtà. Dal primo di marzo non ci sarà più non ci saranno più 6000 lavoratori, ma ci sarà la totalità dei lavoratori. Quindi, non avendo avuto il termine ci siamo insospettiti ed abbiamo chiesto: ma dal primo di marzo, visto che questa cassa integrazione durerebbe fino a febbraio, che cosa succederà? E qui è scoppiato il vero problema, perché loro non sono stati in grado di dirci cosa succederà il primo di marzo. Quindi significa una cassa integrazione per poter gestire in modo indolore, cioè il residuo di novembre, dicembre, gennaio e una parte di febbraio, perché dal primo di marzo si chiudono definitivamente tutti gli stabilimenti con tutti i lavoratori in cassa integrazione. Abbiamo provato a dire sospendete. Si sono riservati un'ora di verifiche, sono ritornati ed hanno detto "Noi utilizzeremo i 1500 lavoratori che partirebbero da subito in cassa integrazione per fare la formazione". Per che cosa? Per quale finalità? Purtroppo hanno scaricato interi territori e sono fuggiti dalla loro responsabilità. Noi su questo abbiamo deciso ovviamente di non demordere e di dichiarare tutte le iniziative necessarie affinché siano in grado di poter modificare questa sciagurata idea che porta ovviamente alla chiusura dell'Ilva, ma alla chiusura anche di siti importanti siderurgici".
Le dichiarazioni di Rocco Palombella (Uil) al termine dell’incontro a Palazzo Chigi sull'ex Ilva
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