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Taranto

Vertice Governo-sindacati sull’ex Ilva, pressing dei metalmeccanici: “Ritirare il piano e garantire occupazione”. I video

Al via nel pomeriggio il secondo round di confronto a Palazzo Chigi. Fiom e Fim chiedono lo stop al piano di dismissione e un intervento diretto dello Stato per salvare impianti e posti di lavoro

Vertice a Roma sull'ex Ilva, "Domani non firmo nulla"

Vertice a Roma sull'ex Ilva - archivio

Le dichiarazioni di Michele De Palma, segretario generale Fiom-Cgil prima del vertice ex Ilva a Roma

ROMA – Si è aperto il nuovo confronto tra Governo e sindacati sul destino dello stabilimento ex Ilva di Taranto. L’incontro, cominciato poco prima delle 16, arriva in un clima di forte tensione, con le organizzazioni metalmeccaniche decise a chiedere una revisione radicale del piano presentato nei giorni scorsi.

Sono presenti per il governo Mantovano, Urso, Calderone, Eichberg, Caldoro, oltre ai rappresentanti di DRI Italy con Pozzi e i  commissari, con Quaranta.

Michele De Palma, segretario generale Fiom-Cgil, ha ribadito la posizione della categoria a poche ore dal tavolo. Il dirigente ha sollecitato il ritiro immediato del progetto illustrato dal Governo, giudicato inadeguato a fronte della crisi che investe impianti e lavoratori. De Palma ha richiamato la necessità di assicurare nuove risorse, ricordando che “senza interventi sulle manutenzioni non è possibile garantire continuità produttiva”. La Fiom continua a sostenere che non esistano oggi le condizioni per una gara e che la strada da seguire sia la costituzione di un’azienda a partecipazione pubblica capace di gestire il processo di decarbonizzazione salvaguardando l’occupazione.

Le dichiarazioni di Ferdinando Uliano in rappresentanza della Fim Cisl al vertice ex Ilva a Roma

Linea altrettanto netta da parte della Fim-Cisl. Ferdinando Uliano, intervenuto prima dell’avvio del vertice, ha definito “inaccettabile” il piano di dismissione messo sul tavolo nelle scorse settimane, che prevede un ampliamento della cassa integrazione. Secondo la Fim, l’ipotesi di collocare altri 1.500 lavoratori in ammortizzatore sociale non può essere considerata una soluzione praticabile. Uliano ha chiesto maggiore trasparenza sulle prospettive industriali e ha ribadito che “senza un ruolo forte dello Stato non si arriva a nessun risultato concreto”.

Per la Fim, l’ingresso pubblico rappresenta la condizione necessaria per costruire alleanze credibili con eventuali partner privati, in un contesto in cui – sostengono i sindacati – le proposte in circolazione non mostrano adeguata solidità industriale. Da qui l’appello affinché l’esecutivo chiarisca se vi siano novità e definisca una strategia capace di assicurare stabilità, investimenti e futuro allo stabilimento dell’ex Ilva.

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