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L'intervento
18 Novembre 2025 - 06:55
Una veduta di Taranto
TARANTO - Il presidente della Camera di commercio di Brindisi–Taranto Vincenzo Cesareo interviene sui risultati della Classifica della Qualità della vita elaborata da ItaliaOggi-Ital Communications insieme all’Università La Sapienza di Roma, diffusa nei giorni scorsi.
«La pubblicazione dei nuovi dati di ItaliaOggi sulla qualità della vita nelle province italiane restituisce un quadro estremamente preoccupante per l’area ionica. La provincia di Taranto, con il suo 101° posto su 107 e un punteggio di 114, registra un ulteriore peggioramento. Si tratta di una fotografia impietosa: il territorio appare sospeso su un “baratro” sociale e produttivo che, se non lo è già, certamente rischia di diventare strutturale, compromettendo non solo il presente ma anche il futuro delle comunità locali e dell’intera economia regionale. La provincia di Brindisi mostra una dinamica leggermente più positiva: 89° posto, 254 punti ed una variazione in miglioramento. Pur in un contesto non semplice, Brindisi dimostra una maggiore resilienza, evidenziando come anche all’interno della stessa regione possano emergere traiettorie di sviluppo divergenti.
Nel caso di Taranto molti indicatori risultano fortemente compromessi. Il peggioramento registrato è un segnale di declino che tende all’irreversibilità se non affrontato con decisione. Il territorio, infatti, vive una condizione di fragilità multidimensionale: sociale, economica, occupazionale, ambientale e demografica. È un sistema che fatica a generare valore e che rischia di perdere progressivamente capitale umano, imprese e fiducia collettiva. Da qui il concetto di “baratro”: non semplicemente una crisi, ma l’innesco di una spirale che può trascinare la provincia verso una marginalizzazione definitiva. La posizione di Brindisi lascia più ampi margini di speranza, ma questo non deve nascondere la debolezza complessiva dell’area, coperta da un atteggiamento resiliente ma non sufficiente per colmare il divario rispetto a poli regionali più forti.
Dobbiamo prendere i dati di ItaliaOggi come qualcosa di più di un campanello d’allarme. È uno spietato sprone all’azione. L’immobilismo non è più accettabile. Nel precipizio possiamo evitare di cadere, ma solo se agiamo adesso.
Di fronte a questo scenario, reitero, dunque, con forza l’appello, già lanciato nei giorni scorsi, ad un dialogo costruttivo e responsabile. La Camera di commercio, nell’ottica sussidiaria che le attribuisce la Costituzione, è pronta, senza protagonismi, ad accogliere tutti per avviare questo lavoro. È importante che le istituzioni locali e nazionali, il sistema delle imprese, le organizzazioni sindacali e le realtà del terzo settore si siedano insieme per metter su una strategia condivisa, fatta di interventi concreti, che sistematizzi, coinvolga gli attori e restituisca fiducia ai cittadini.
Attenzione, però, serve un vero patto di alleanza, non un tavolo episodico, ma una sessione permanente di programmazione, misurazione degli effetti, correzione delle traiettorie. Siamo dove siamo a causa dell’atavica logica dello scaricabarile che ha contribuito allo stallo attuale. Nessuno si chiami fuori, ne va della sopravvivenza del territorio. È il momento della coesione, non delle accuse, né della frammentazione.Taranto chiede a gran voce questa strategia: lavorare insieme per costruire la strada della ripartenza».
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