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Castellana Grotte
17 Novembre 2025 - 14:36
L'Irccs De Bellis di Castellana Grotte
CASTELLANA GROTTE - Una ricerca durata oltre 3 anni apre un possibile nuovo capitolo nella cura del carcinoma colorettale, una delle patologie oncologiche più diffuse e difficili da affrontare. Il gruppo di Genetica Medica dell’Irccs Saverio de Bellis, guidato dal professor Cristiano Simone, ha sviluppato un farmaco sperimentale capace di colpire la radice della resistenza ai trattamenti più utilizzati, offrendo una strada innovativa per ridurre il rischio di recidive e metastasi.
Il nuovo composto, denominato EM217 e già tutelato da un brevetto internazionale, agisce bloccando SMYD3, una proteina che le cellule staminali tumorali utilizzano per difendersi dai comuni chemioterapici. «Una delle maggiori sfide dell’oncologia è proprio la capacità del tumore di sottrarsi alle cure e indebolire l’efficacia dei farmaci», spiega il direttore scientifico del de Bellis, Gianluigi Giannelli. La strategia del team è stata ribaltare questo meccanismo: impedire alle cellule di rafforzarsi, permettendo di utilizzare di nuovo farmaci già noti senza dover ricorrere a terapie particolarmente costose.
Secondo Giannelli, la svolta è arrivata quando i ricercatori hanno individuato le ragioni della resistenza, aprendo la possibilità di personalizzare i trattamenti per i pazienti che non rispondono più alla chemioterapia. Una prospettiva che, sottolinea lo stesso direttore scientifico, potrebbe cambiare l’approccio clinico alla gestione dei pazienti con tumore del colon-retto.
Soddisfazione è stata espressa anche dal presidente del CIV, Enzo Delvecchio, che ha messo in evidenza il valore del lavoro di squadra alla base del risultato: ricercatori, oncologi, chirurghi e anatomopatologi impegnati in un confronto continuo, elemento che caratterizza il metodo dell’Istituto.
Un entusiasmo condiviso dal commissario straordinario dell’Irccs de Bellis, Luigi Fruscio, che definisce il tumore del colon-retto «uno dei big killer» e rivendica l’impegno dell’Istituto nel portare avanti innovazioni capaci di migliorare concretamente la vita dei pazienti.
Dallo studio emerge quindi una prospettiva nuova, fondata su un farmaco che potrebbe restituire efficacia a terapie già disponibili, ampliando le opzioni di cura e offrendo una speranza in più ai pazienti colpiti da una malattia ancora oggi particolarmente complessa da trattare.
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