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Barletta
14 Novembre 2025 - 10:59
Lo studio finito al centro delle indagini della Guardia di Finanza
TRANI - Un presunto dentista che esercitava da anni senza alcuna abilitazione è finito ai domiciliari. Il G.i.p. del Tribunale di Trani, accogliendo integralmente la richiesta della Procura, ha disposto la custodia cautelare a carico di un uomo di 63 anni, ritenuto responsabile di esercizio abusivo della professione sanitaria. Contestualmente è scattato il sequestro preventivo dell’intero ambulatorio, un appartamento nel centro di Barletta trasformato in studio odontoiatrico, completo di apparecchiature professionali, materiali e farmaci.
La misura è stata eseguita dalle Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Barletta Andria Trani, che hanno sviluppato un’indagine particolarmente approfondita sotto la direzione della Procura di Trani. Gli accertamenti hanno permesso di documentare come il professionista, pur privo di qualsiasi titolo abilitante e non iscritto all’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri, ricevesse pazienti, effettuasse visite, prestazioni odontoiatriche e interventi di implantologia.
Gli investigatori hanno ricostruito una vera attività sanitaria parallela, svolta in assenza totale delle autorizzazioni previste dalla legge, compresa quella del sindaco necessaria per l’apertura di uno studio medico. Dai primi riscontri è emerso inoltre che il 63enne non era nuovo a denunce per esercizio abusivo della professione, circostanza già verificatasi alcuni anni fa in Abruzzo.
Un ulteriore elemento dell’indagine riguarda il cosiddetto turismo odontoiatrico. L’uomo avrebbe promosso interventi specialistici in Serbia e Romania, effettuava prestazioni a prezzi nettamente inferiori rispetto ai professionisti abilitati. Una dinamica che, oltre a rappresentare un serio danno economico per il settore, esponeva i pazienti a rischi significativi, considerata la mancanza di abilitazioni e controlli.
Secondo la ricostruzione della Guardia di Finanza, tutti gli interventi eseguiti in Italia sarebbero stati totalmente illegali, generando redditi illeciti ancora da quantificare e sottratti al fisco. Le Fiamme Gialle stanno ora eseguendo ulteriori accertamenti per definire il volume dei compensi percepiti, verificare eventuali responsabilità aggiuntive e individuare possibili complici.
Sul piano penale, il 63enne è indagato per esercizio abusivo della professione sanitaria, reato che prevede fino a 3 anni di reclusione oltre a una sanzione economica rilevante. La Guardia di Finanza sottolinea che operazioni di questo tipo sono fondamentali per tutelare la concorrenza leale, proteggere la salute dei cittadini e contrastare fenomeni come evasione fiscale, lavoro irregolare e riciclaggio.
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