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L'intervento
12 Novembre 2025 - 15:52
Leonardo Giangrande, presidente della Confcommercio di Taranto
TARANTO - La corsa contro il tempo per il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza entra nella fase decisiva, ma Taranto arranca. A sette mesi dalla scadenza del 31 agosto 2026, il livello di attuazione dei progetti nel capoluogo ionico resta indietro rispetto ad altre città pugliesi.
Secondo i dati diffusi dall’Ufficio Statistico della Regione Puglia, il Comune di Taranto ha in gestione 33 progetti finanziati, per un valore complessivo di 351,6 milioni di euro, ma solo il 13,8% delle risorse è stato effettivamente speso. Il dato colloca la città in quinta posizione regionale, dietro Lecce, Foggia, Andria e Brindisi. Lecce guida la classifica con un avanzamento dei lavori pari al 40,3%, mentre Taranto rimane indietro, rischiando di non riuscire a rendicontare i fondi in tempo.
Per Leonardo Giangrande, presidente provinciale di Confcommercio Taranto, il quadro è preoccupante. “Il ritardo accumulato desta allarme, perché la città ha a disposizione appena sette mesi per completare i progetti e rendicontare oltre 303 milioni di euro, avendo speso finora solo 48,5 milioni”, sottolinea.
Giangrande riconosce al Comune “il merito di aver saputo intercettare una mole importante di risorse”, ma evidenzia come la difficoltà maggiore risieda nella fase dei pagamenti, momento decisivo che sancisce la conclusione effettiva degli interventi. “Si tratta di fondi vitali per la riconversione del territorio, risorse che potrebbero imprimere un cambio di passo reale in un’area che deve affrontare le sfide economiche, sociali e ambientali della transizione da un modello industriale tradizionale verso un’economia più diversificata e sostenibile”, aggiunge il presidente.
Le opportunità offerte dal Pnrr si intrecciano inoltre con quelle del Just Transition Fund (Jtf), che destina alla provincia di Taranto quasi 800 milioni di euro per progetti legati alla ricerca, innovazione, energie rinnovabili, bonifiche ambientali e formazione professionale. Ma anche su questo fronte, spiega Giangrande, “si registrano ritardi nell’attivazione degli strumenti e scarsa chiarezza sull’avanzamento di progetti strategici come la Green Belt o il Campus ionico per la ricerca”.
Da qui l’appello a un cambio di passo deciso: “Il Comune apra un confronto con le parti sociali e con le rappresentanze del mondo produttivo – afferma Giangrande – perché il tempo stringe e Taranto non può permettersi di perdere risorse così decisive per la propria rinascita economica e occupazionale”.
L’avvertimento è chiaro: senza un’immediata accelerazione nella gestione dei fondi, la città rischia di vedere sfumare una delle più grandi occasioni di rilancio e rigenerazione della sua storia recente.
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