Cerca

Cerca

L'intervento

“Taranto non può più essere la pattumiera della Puglia. Serve una legge che vieti nuovi impianti nei siti inquinati”

La commissaria regionale di Europa Verde e Sinistra Rosa D'Amato denuncia l’emergenza ambientale e chiede una norma che blocchi per 15 anni le autorizzazioni nei siti coinvolti in reati ambientali

Rosa D’Amato

Rosa D'Amato

TARANTO - “La provincia di Taranto è una terra meravigliosa ma stremata dalle emergenze ambientali”. Con queste parole Rosa D’Amato, commissaria regionale di Europa Verde/Alleanza Verdi e Sinistra, interviene sulla situazione ecologica del territorio, denunciando la pressione crescente delle discariche e la mancanza di una pianificazione che tuteli salute e ambiente.

Secondo D’Amato, l’intero comprensorio tarantino rischia di essere trasformato “in una zona di smaltimento permanente”, tra impianti ormai datati, progetti di ampliamento e nuove richieste di autorizzazioni.

Uno dei casi più critici è quello della discarica ex Vergine, in contrada Palombara, per la quale sarebbe stata proposta la riapertura. ASL e ARPA Puglia hanno espresso parere contrario, richiamando i dati preoccupanti sull’incidenza dei tumori nei comuni di Lizzano, Roccaforzata, Faggiano e Fragagnano. Lo studio sugli odori presentato dai proprietari è stato definito “non esaustivo”, e per D’Amato l’impianto “andrebbe bonificato, non riaperto”.

A Statte, la questione riguarda invece il progetto di sopraelevazione della discarica Italcave, che prevede oltre 1 milione di metri cubi di nuovi conferimenti, anche di rifiuti pericolosi. La Regione Puglia ha per ora bloccato la procedura, ma, come sottolinea D’Amato, “la partita non è chiusa”.

Situazioni critiche vengono segnalate anche a Massafra, dove “fanghi e odori invadono le campagne”, e a Manduria, dove la società Manduriambiente avrebbe chiesto di ampliare il proprio sito nonostante i pareri contrari.

Per la commissaria di Europa Verde, è giunto il momento di un intervento normativo radicale: “Serve una nuova legge regionale che vieti per almeno 15 anni qualsiasi nuova autorizzazione o ampliamento per impianti coinvolti in reati ambientali o di corruzione. Chi ha inquinato – afferma – non può tornare a fare affari sull’ambiente, come già previsto per i terreni incendiati”.

Taranto non deve più essere una zona di sacrificio – conclude D’Amato –. È tempo di bonificare, non riaprire, di rigenerare, non seppellire. Questa provincia ha diritto a respirare, e una legge può finalmente garantire questo diritto”.

Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Buonasera24

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Video del giorno

Termini e condizioni

Termini e condizioni

×
Privacy Policy

Privacy Policy

×
Logo Federazione Italiana Liberi Editori