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Sfruttamento nel settore alimentare, “Non solo nei campi, ora colpisce anche i giovani diplomati”

L’allarme della Flai Cgil Bat. La segretaria generale Dora Lacerenza denuncia la crescita dell’illegalità nell’industria alimentare e invita istituzioni e imprese a un impegno comune per la tutela dei diritti

Dora Lacerenza

Dora Lacerenza

ANDRIA – Lo sfruttamento non si ferma più alle campagne, ma si estende anche alle industrie che trasformano e producono eccellenze alimentari. A lanciare l’allarme è Dora Lacerenza, segretaria generale della Flai Cgil Bat, dopo le assemblee promosse in queste settimane nei luoghi di lavoro e nelle leghe comunali della categoria in vista della manifestazione nazionale “Democrazia al lavoro”, in programma sabato 25 ottobre a Roma.

Dalle testimonianze raccolte durante gli incontri, spiega la dirigente sindacale, emerge un quadro preoccupante. “L’illegalità diffusa e le forme di sfruttamento stanno crescendo anche nel comparto alimentare – afferma Lacerenza –. Un settore che produce ricchezza e qualità, ma in cui si registrano ancora violazioni dei diritti fondamentali dei lavoratori.”

Secondo l’analisi della Flai, nel comparto agroalimentare permangono situazioni di sfruttamento nonostante l’Italia abbia raggiunto 70 miliardi di euro di export tra giugno 2024 e maggio 2025, un risultato storico per l’economia nazionale. “Quando si parla di sfruttamento – prosegue Lacerenza – si pensa subito ai braccianti chini nei campi sotto il sole, ma oggi i ‘nuovi sfruttati’ sono spesso giovani diplomati che, pur di lavorare, accettano condizioni inaccettabili e prive di tutele”.

Per la sindacalista, il rispetto dei diritti e della dignità del lavoro resta un tema centrale. “Alle lavoratrici e ai lavoratori che creano valore e ricchezza deve essere riconosciuto rispetto, sicurezza e dignità professionale. È qualcosa che dovrebbe essere scontato, ma nella realtà non sempre accade”.

Nonostante il quadro critico, dalle assemblee è emerso anche un segnale di speranza: cresce la consapevolezza e l’orgoglio di chi lavora nel settore. “C’è un forte desiderio di riscatto – sottolinea Lacerenza – e la convinzione che la qualità dei nostri prodotti passa anche dal rispetto dei diritti di chi li realizza”.

La segretaria lancia infine un appello alle istituzioni e agli imprenditori: “In questo territorio ci sono molte aziende che scelgono di competere nel rispetto delle regole. A loro va il nostro sostegno, ma serve uno sforzo collettivo. Le istituzioni devono vigilare e intervenire con efficacia nei controlli e nella prevenzione, perché tutelare il lavoro significa difendere la dignità di ogni persona.”

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