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Taranto

Radioattività nei fanghi ex Ilva, segnalazione di VeraLeaks alla Grecia. Acciaierie d’Italia replica: “Nessuna anomalia”

Luciano Manna informa il governo e gli europarlamentari greci sui presunti rischi legati ai fanghi d’altoforno spediti da Taranto verso la Titan Cement. L’azienda smentisce: le analisi in porto escludono qualsiasi livello anomalo di radioattività

Il porto di Taranto

Il porto di Taranto - archivio

TARANTO – Luciano Manna, fondatore della piattaforma d’inchiesta VeraLeaks, ha comunicato di aver inviato una formale segnalazione alla società Titan Cement International e al ministero dell’Ambiente greco, attraverso l’ambasciata di Atene in Italia, per segnalare la presunta presenza di radioattività nei fanghi e nel polverino d’altoforno provenienti dallo stabilimento ex Ilva di Taranto, oggi gestito da Acciaierie d’Italia in amministrazione straordinaria.

Nella nota, Manna ha precisato di essere in contatto con europarlamentari greci a Bruxelles per informarli sulla questione, ricordando che in passato la spedizione transfrontaliera dei rifiuti provenienti dall’impianto tarantino era già stata oggetto di interrogazioni parlamentari europee da parte degli eurodeputati Ignazio Corrao e Rosa D’Amato, sulla base di informazioni diffuse dallo stesso VeraLeaks.

Manna ha inoltre segnalato che nel porto di Taranto, proprio nella giornata di ieri, era in corso il caricamento di fanghi d’altoforno a bordo della motonave “Victoria”, arrivata da Crotone.

Nella lettera indirizzata alle autorità greche e ai vertici di Titan Cement, Manna scrive che la gestione dei rifiuti derivanti dall’attività siderurgica “nei mesi scorsi è stata interessata da materiale radioattivo”, circostanza che – secondo quanto riferisce – sarebbe stata rilevata dalla Procura di Taranto. Il fondatore di VeraLeaks sostiene che tali episodi si sarebbero verificati nello stesso periodo in cui proseguivano i trasporti dei rifiuti verso la Grecia, e invita pertanto i destinatari a verificare la sicurezza del materiale ricevuto, “a tutela della salute pubblica e dei lavoratori che ne curano la movimentazione”.

Manna dichiara inoltre di essere stato ascoltato dai Carabinieri del Noe e di aver depositato una denuncia penale presso la Procura della Repubblica di Taranto in merito ai fatti descritti.

Poche ore dopo la diffusione della notizia, è arrivata la replica ufficiale di Acciaierie d’Italia in amministrazione straordinaria, che ha smentito in modo netto la presenza di radioattività nei materiali destinati all’imbarco.

In una nota, la società precisa che nella mattinata di ieri Capitaneria di Porto e Vigili del Fuoco hanno eseguito rilievi radiometrici presso il IV sporgente del porto di Taranto, sul materiale destinato alla nave MV Victoria. Le verifiche, condotte sia sui cassoni contenenti fanghi sia su un autocarro presente in banchina, non hanno rilevato livelli anomali di radioattività.

Secondo l’azienda, i risultati “confermano l’assenza di rischi legati alla radioattività del carico” e, una volta completate le misurazioni, alle 12.24 le autorità competenti hanno autorizzato la regolare prosecuzione delle operazioni di imbarco.

Acciaierie d’Italia ha infine ribadito di non aver mai ricevuto contestazioni da parte di alcun ente di controllo in merito alla presenza di elementi radioattivi nei propri fanghi d’altoforno.

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