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Bari
20 Ottobre 2025 - 09:41
Furti di olive in aumento
BARI - È iniziata da poche settimane la nuova campagna olivicola 2025, ma in Puglia si è già riaccesa l’emergenza dei furti di olive. Le bande criminali sono tornate a colpire, razziando frutti e danneggiando gli alberi, tanto che i produttori si vedono costretti a sorvegliare i campi di notte e a scortare i carichi di giorno fino ai frantoi.
A denunciare la nuova ondata di furti è Coldiretti Puglia, che ringrazia le forze dell’ordine per l’impegno costante ma chiede un rafforzamento dei controlli per garantire maggiore sicurezza agli agricoltori. “Ogni anno – spiega l’organizzazione – il fenomeno torna a colpire l’intera regione, mettendo in ginocchio decine di imprese agricole e alimentando un mercato nero parallelo”.
I gruppi criminali agiscono con estrema rapidità. In appena 3-5 minuti riescono a sottrarre oltre 30 chilogrammi di olive per albero, utilizzando mazze di ferro per far cadere i frutti. Un metodo che non solo facilita la raccolta illegale ma provoca gravi danni alle piante, compromettendo le produzioni future. Le bande operano in modo coordinato: alcuni abbattono i rami, altri trascinano le reti sotto gli ulivi per raccogliere la refurtiva, che poi viene caricata su furgoni diretti ai punti di smistamento.
Quest’anno la situazione è ancora più critica: la raccolta olivicola 2025 segna un aumento del 40% rispetto al 2024, rendendo i bottini dei ladri più ricchi e i danni economici ancora più pesanti. “Oltre alla perdita del raccolto – sottolinea Coldiretti – gli agricoltori devono affrontare costi aggiuntivi per recuperare le olive abbandonate e ripristinare gli alberi danneggiati”.
Nel mirino non ci sono solo i frutti: mezzi agricoli, camion e autocarri utilizzati per il trasporto finiscono sempre più spesso nel mirino dei malviventi. Secondo i dati dell’Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura promosso da Coldiretti, il comparto agroalimentare è tra i più esposti a furti, estorsioni, contraffazioni e falsi marchi di qualità, con gravi ripercussioni sull’economia e sulla salute dei consumatori.
Nel dettaglio, i reati più diffusi sono i furti di mezzi agricoli (15%), l’abigeato (11%), il furto di prodotti agricoli (13%) e il racket (9%), ai quali si aggiungono usura, danneggiamenti, pascolo abusivo ed estorsioni. “Si tratta – precisa Coldiretti – della vera e propria porta d’ingresso della criminalità organizzata nella gestione ordinaria delle aziende agricole”.
Non mancano i casi di masserie saccheggiate, pozzi manomessi e chilometri di fili di rame rubati, lasciando le imprese senza energia e con le attività paralizzate. A completare il quadro c’è il mercato parallelo di prodotti contraffatti, spesso importati da altri Paesi e venduti come “Made in Puglia”, una truffa che danneggia gravemente la reputazione delle produzioni locali e inganna i consumatori.
Per Coldiretti, la battaglia contro i furti negli uliveti e le frodi agroalimentari è ormai una priorità regionale. “Difendere i campi e i frantoi – conclude l’associazione – significa proteggere la nostra economia, la sicurezza alimentare e l’identità agricola della Puglia.”
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