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I dati

«Una discesa agli inferi»: Taranto crolla all’82° posto nel Rapporto Legambiente 2025

La città perde tre posizioni in un anno e 23 in tre anni. Differenziata ferma al 23,1%, aria oltre i limiti europei e indice di sostenibilità in caduta libera. Legambiente: “Serve un anno zero per risalire la china”

Una veduta aerea di Taranto

Una veduta aerea di Taranto

TARANTO – Nel nuovo Rapporto Ecosistema Urbano 2025 di Legambiente, il quadro per Taranto è impietoso: la città scende all’82° posto tra i 106 capoluoghi italiani, con un indice di sostenibilità del 46,11%, in calo di 2,7 punti rispetto al 2024. È un arretramento costante, che in tre anni ha visto il capoluogo ionico perdere 23 posizioni, scivolando in fondo alla classifica delle performance ambientali.

A definire la situazione “una discesa agli inferi” è Lunetta Franco, presidente di Legambiente Taranto, che commenta con amarezza i dati contenuti nel rapporto, elaborato da Legambiente in collaborazione con Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore. “Al sindaco chiederemo un confronto – spiega – per discutere le criticità emerse, a cominciare dal dato vergognoso della raccolta differenziata, che da anni denunciamo senza risposte concrete”.

Il capitolo più critico è proprio quello dei rifiuti. Taranto, con una raccolta differenziata ferma al 23,1%, si colloca penultima in Italia, davanti solo a Palermo. Una percentuale ben lontana dall’obiettivo di legge del 65%, raggiunto da 63 città e distante anche dalla soglia minima del 35% fissata per il 2006. La media nazionale, sottolinea Legambiente, è del 65,13%, mentre Ferrara guida la classifica con un sorprendente 88,3%.

Lunetta Franco chiede un’inversione di rotta che passi per una nuova strategia sulla mobilità sostenibile, più attenzione al verde urbano, politiche di consumo di suolo tendente a zero e maggiore diffusione delle energie rinnovabili, a partire dal solare pubblico. “Serve un anno zero – afferma – da cui ripartire con programmazione e controlli periodici, per riportare Taranto tra le prime 50 città italiane. I progetti legati alle BRT e alla Green Belt possono contribuire, ma serve anche la partecipazione dei cittadini”.

Questi tutti i dati tarantini del rapporto 2025, rapportati alla migliore performance registrata

- NO2 concentrazione media in ug/mc: 15 - contro i 4 di Enna

- PM 10 media valori annui in ug/mc: 22 – contro i 14 di Savona e Verbania

- PM 2,5 media valori annui in  ug/mc: 10 – contro i 5 di Sassari

- Ozono giorni superamento media mobile 120 μg/mc: 14 - contro lo 0 di Agrigento, Cagliari, Catania, Frosinone, Lecce, Messina, Palermo, Salerno, Sassari e Terni

- consumi idrici domestici [l/ab giorno]: 133 – contro i 69 di Isernia

- dispersione idrica (differenza % immessa/consumata): 27,9% - contro il 10,2% di Pavia

- rifiuti urbani pro capite (kg/ab/anno): 522 – contro i 378 di Campobasso

- raccolta differenziata (% su totale): 23,1% - contro l’88,3% di Ferrara

- solare pubblico (kw ed. pubblici/1000 ab): 1,75  - contro i 32,5 di Pordenone- alberi  (alberi /100 abitanti): 13 – contro i 117 di Modena- verde fruibile (mq/ab): 10,4 – contro i 138 di Gorizia- uso efficiente del suolo (indice scala 0-10): 6 – contro il 10 di Milano, Napoli e Torino

- variazione uso efficiente del suolo (mq/abitante 2018-2023): 10,5 contro il – 9,1 di Ragusa   - passeggeri trasporto pubblico (viaggi/ab/anno): 39  - contro i 319 di Trieste (tra le città “medie” come Taranto)- offerta trasporto pubblico (vetture-km/ab/anno): 40 – contro i 67 di Trieste (tra le città “medie” come Taranto)- isole pedonali (mq/100ab): 4,8 – contro i 679 di Lucca- ztl (mq/100ab): 5,3 – contro i 1750 di Rimini

- piste ciclabili equivalenti (metri equivalenti/100ab): 3,36 - contro i 44,3 di Reggio Emilia

- auto (auto/100ab): 60 – contro i 44 di Venezia e i 47 di Genova

Sul fronte della qualità dell’aria, i dati del 2024 restano preoccupanti. I livelli di PM10 registrati in città si attestano a 22 microgrammi per metro cubo, già superiori al limite di 20 fissato dalla nuova direttiva europea per il 2030. Anche i valori di PM2.5 e NO2 restano entro i limiti di legge, ma oltre le soglie raccomandate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. “Questi risultati – aggiunge Franco – sono stati ottenuti in un anno in cui lo stabilimento siderurgico ha prodotto ai minimi storici. È la prova che bisogna accelerare sulla decarbonizzazione e sulla chiusura di altoforni e cokerie”.

Il Rapporto Ecosistema Urbano 2025, basato su dati del 2024, è consultabile sul sito www.legambientetaranto.it. Per Taranto, conclude Legambiente, è tempo di scegliere se restare intrappolata nel declino o avviare finalmente un percorso di riscatto ambientale e civile.

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