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Papa Leone XIV alla Consulta Antiusura: “L’usura è una ferita che nega la fraternità”

Nel trentennale della fondazione, la Consulta Nazionale Antiusura “San Giovanni Paolo II” è stata accolta in udienza dal Pontefice, che ha incoraggiato a proseguire il lavoro di prevenzione e solidarietà. Celebrazione in piazza San Pietro con l’Arcivescovo mons. Satriano per ricordare le origini e rilanciare la missione

Mons. Giuseppe Satriano a San Pietro

Mons. Giuseppe Satriano a San Pietro

ROMA - Trenta anni di impegno contro l’usura e le nuove forme di schiavitù economica sono stati celebrati in Vaticano dalla Consulta Nazionale Antiusura “San Giovanni Paolo II”, ricevuta in udienza da Papa Leone XIV nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico. Un incontro intenso e carico di significato, al quale hanno preso parte le 35 Fondazioni aderenti, insieme a volontari, referenti ecclesiali, istituzionali e persone che ogni giorno affrontano le conseguenze di questo fenomeno.

Nel suo discorso, il Santo Padre ha espresso gratitudine e riconoscenza per l’opera della Consulta, definendola una “sentinella del Vangelo nella città” e una “artigiana di speranza”. Ha ricordato che l’usura non è soltanto un illecito economico, ma una piaga che colpisce la dignità umana e mina la fraternità sociale. “L’usura è un peccato grave – ha ammonito – un macigno che soffoca le persone e le rende schiave”.

Il Pontefice ha parlato con particolare attenzione delle vittime più fragili: chi cade nella rete del gioco d’azzardo, chi vive la malattia o la marginalità sociale. “È un peccato che logora mente e cuore – ha detto – fino a spingere talvolta a pensieri estremi. Serve una conversione profonda, tanto in chi subisce quanto in chi pratica l’usura.”

Rivolgendosi ai membri della Consulta, Papa Leone XIV ha voluto incoraggiarli a proseguire nella prevenzione e nell’educazione, specie nelle scuole e nei quartieri più deboli. “Non basta soccorrere chi è caduto – ha ricordato – occorre educare, prevenire, costruire una cultura della legalità e della solidarietà.”

Un appello forte è stato rivolto anche alle istituzioni civili, chiamate a collaborare concretamente con le realtà territoriali impegnate in questo ambito: “La lotta all’usura non è solo vostra. È una responsabilità condivisa. Le istituzioni devono ascoltare, sostenere, collaborare.”

A margine dell’incontro, il presidente della Consulta, Luciano Gualzetti, ha espresso commozione per le parole del Papa. “Ci toccano nel profondo – ha detto –. In trent’anni di servizio abbiamo visto il volto della sofferenza, ma anche quello della rinascita. L’usura non è solo un problema economico: è una ferita sociale e spirituale. Il nostro compito è accompagnare, liberare e restituire dignità. Le parole del Santo Padre ci confermano che siamo sulla strada giusta e ci spingono a fare ancora di più.”

La Consulta ha rinnovato il proprio impegno accanto a persone e famiglie in difficoltà, rafforzando i percorsi di prevenzione, educazione finanziaria e solidarietà concreta. L’udienza in Vaticano è stata vissuta come un riconoscimento prezioso e un segno di fiducia per il futuro.

Papa Leone XIV nella sala Clementina in Vaticano per il tentennale della Consulta nazionale Antiusura

Sempre nella giornata di sabato 18 ottobre, piazza San Pietro ha accolto un altro momento centrale delle celebrazioni per il trentennale, in coincidenza con la festa di San Luca Evangelista. Dopo l’incontro con Papa Leone XIV, volontari e rappresentanti delle Fondazioni si sono riuniti per la Santa Messa presieduta da Monsignor Giuseppe Satriano, Arcivescovo di Bari-Bitonto.

La celebrazione, vissuta nel cuore della cristianità, ha voluto rendere grazie per un cammino iniziato nel 1995, quando la Consulta nacque per contrastare l’usura e le nuove schiavitù economiche che colpiscono famiglie, giovani e anziani in tutta Italia.

Nell’omelia, Monsignor Satriano ha richiamato il versetto di San Paolo: “Il Signore però mi è stato vicino e mi ha dato forza”. Quel “però”, ha spiegato, è la chiave della fede, la soglia in cui la grazia trasforma la sconfitta in speranza. “È lo stesso ‘però’ – ha aggiunto – che ha mosso i fondatori della Consulta, uomini e donne che non si sono voltati dall’altra parte di fronte al dramma dell’usura.”

Il presule ha ricordato figure come Padre Massimo Rastrelli e Monsignor Alberto D’Urso, definiti “operai del Vangelo” capaci di trasformare la compassione in progetto e la denuncia in rete di solidarietà. “La differenza cristiana non è una bandiera da sventolare, ma una vita da incarnare”, ha detto il Vescovo, invitando la Consulta a continuare a essere presenza disarmata e operosa, capace di rigenerare fiducia e futuro.

Come i discepoli inviati da Gesù “a due a due”, i volontari – ha ricordato Satriano – operano non con la forza dei mezzi ma con la potenza del Vangelo, offrendo ascolto, accompagnamento legale ed economico, e promuovendo una cultura antidebito. Ha inoltre denunciato il gioco d’azzardo come “l’altra faccia della stessa medaglia” dell’usura, sottolineando la necessità di un impegno educativo e pastorale continuo.

Nel giorno dedicato a San Luca, medico e narratore della misericordia, la celebrazione si è fatta preghiera per il futuro: che la tenerezza evangelica continui a ispirare la Consulta e che nuove generazioni raccolgano il testimone della solidarietà. “La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai”, ha concluso Monsignor Satriano, rilanciando l’impegno ecclesiale di chi ogni giorno combatte il male dell’usura.

La Messa in Piazza San Pietro si è chiusa in un clima di speranza condivisa: un segno luminoso di giustizia evangelica e fraternità concreta, nel segno della Chiesa povera per i poveri che il Vangelo continua a sognare e che lo Spirito non smette di generare.

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