Cerca
L'analisi
17 Ottobre 2025 - 14:40
Unire Taranto contro uno spezzatino indigesto
TARANTO - I lavoratori non possono e non vogliono rendersi complici della morte dello stabilimento siderurgico.
Ieri in corteo hanno rivendicato DIGNITÀ' PER IL LAVORO in una Città divisa e divisiva, dal futuro precario e incerto, che rischia di impoverirsi ulteriormente per mancanza di lavoro,
La Fabbrica e il Palazzo della Città rappresentano due luoghi, due simboli: il lavoro dei tarantini e la prima Istituzione rappresentativa degli stessi. Due destini inscindibili! Senza la fabbrica non c'è lavoro né transizione ecologica! C'è solo precarietà, povertà, ulteriore miseria.
Ma la città ieri non c'era, s'è mostrata indifferente...
Eppure il centro siderurgico ha avuto un ruolo preminente nel nostro territorio.
Per molti anni, lavorare in quello stabilimento è stata l'aspirazione di alcune generazioni di Tarantini. Quel lavoro ha consentito a molte famiglie di mandare i figli all'università. di comprare l'automobile, la prima e la seconda casa, di vivere una vita dignitosa.
Intorno a quella Fabbrica, in passato, si sono sviluppati grandi luoghi di formazione, cultura, ricerca e progettazione ingegneristica. L’Ancifap, il Centro Sperimentale Metallurgico, l'Italimpianti sono state avanguardie in Italia ed Europa con centinaia di ingegneri. La Simi, costruiva manufatti per il mondo (il ponte che unisce Svezia e Danimarca). Gli oceani ancora testimoniano la grandezza degli operai e ingegneri della Belleli; le più imponenti ed importanti piattaforme petrolifere del mondo salpavano dal nostro porto. La stagione teatrale Italsider, gli internazionali di Tennis sui campi in terra battuta del Vaccarella. Un''offerta culturale di elevatissimo livello ma nel contempo non selettiva ed elitaria, perché frequentati con interesse da tutte le classi sociali.
In particolare una classe operaia evoluta che ha creduto in un modello di sviluppo in cui le partecipazioni statali avevano un ruolo decisivo per lo sviluppo del paese, e del Mezzogiorno. Si avverte il vuoto di quella tensione, in primo luogo, culturale.
Oggi l’impatto economico e ambientale di quel modello di sviluppo, sono messi in discussione da ampi strati della società ionica che si mostra assente e indifferente alle sorti dello stabilimento siderurgico
Spegnere l’acciaio Italiano, fermare i coils che escono dall’impianto di Taranto, come vorrebbe certo ambientalismo ideologico, scoprirà ulteriormente e irreversibilmente il fianco all’importazione da paesi stranieri, pronti a dividersi il mercato con il rischio di un pericoloso sbilanciamento, nel presente e nel futuro di una produzione strategica.
Il Governo se ritiene che l'acciaio sia strategico deve assumerne direttamente la responsabilità attraverso la nazionalizzazione.
Ma è necessario quanto indispensabile che il Governo e le Istituzioni locali lavorino ad una nuova visione strategica del nostro territorio per salvaguardare occupazione, ambiente e salute. Serve un nuovo paradigma, una visione strategica sistemica dell’area Ionica della quale il Comune capoluogo si faccia interprete insieme ai comuni della provincia. Non è solo una legittima preoccupazione che il Sindaco Bitetti ha fatto propria facendone un brand identificativo: serve ricomporre, riconciliare, unire Taranto, mettendola al passo con la sfida della innovazione di un territorio che può assumere un ruolo da protagonista positivo e propositivo dell'Europa mediterranea. Le parole non bastano. Per quanto siano parole di verità ora servono i fatti, gli impegni, le scadenze temporali definite e rispettate, ma soprattutto le risorse necessarie.
Antonio Decaro se n'è fatto interprete nel ruolo di Presidente della Commissione europea per l'ambiente, dal Joint Research Centre nel corso della presentazione del Rapporto sulla Decarbonizzazione: "L'Europa ha scelto di produrre l'acciaio pulito attraverso i forni elettrici e allo stesso tempo vuole proteggere le nostra industria siderurgica dalla concorrenza sleale degli altri paesi. Migliaia di lavoratori rischiano il posto di lavoro in una Città stanca di subire il ricatto di dover scegliere tra salute e lavoro. Lo Stato lo deve ad una Città che ha pagato un prezzo altissimo per una produzione strategica per il Paese. Non può e non deve essere un tema da propaganda elettorale".
Osservando in primo piano, il volto preoccupato di chi ieri era seduto a quel tavolo, che va considerato assolutamente positivo per unire Taranto, colgo la consapevolezza dei momenti difficili e della condizione indispensabile per poterli affrontare.
In un Consiglio Comunale estenuante e rissoso, la maggioranza ha saputo scegliere un percorso, sia pure con qualche distinguo. L'astensione non è sempre equidistante: è una mancata assunzione di responsabilità nei momenti decisivi delle scelte. Si è eletti per questo, per decidere. Né vale irrigidirsi su posizioni identitarie di parte. La mediazione, in politica e nella cultura di governo, è strumento indispensabile quando si sta in "una maggioranza composita". Se si vota con l'opposizione condividendo la mozione sul ricorso al TAR per l'AIA e non si condivide la sintesi della maggioranza si traggono le conclusioni: non si assolve il ruolo interpretando la parte del conte Mascetti: "la terapia della supercazzola prematurata come se fosse antani..."
La decarbonizzazione è una conquista che va praticata con i tempi e i finanziamenti certi e la gradualità che richiede. Serve un pensiero diverso: il concreto vivente che riesce ad andare oltre le divisioni, le contrapposizioni, dell'uno contro l'altro a prescindere. Gli uomini e le donne di buona volontà, dentro e fuori del Palazzo, si rendano artefici e protagonisti di un pensiero che costruisca una visione dinamica per assicurare un futuro d'innovazione sociale ed economica di questo territorio. Una Città unita può vincere le incertezze di un Governo che vorrebbe scaricare sui di noi la sua incongruenza!
I più letti
Video del giorno
Testata: Buonasera
ISSN: 2531-4661 (Sito web)
Registrazione: n.7/2012 Tribunale di Taranto
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Piazza Giovanni XXIII 13 | 74123 | Taranto
Telefono: (+39)0996960416
Email: redazione.taranto@buonasera24.it
Pubblicità : pubblicita@buonasera24.it
Editore: SPARTA Società Cooperativa
Via Parini 51 | 74023 | Grottaglie (TA)
Iva: 03024870739
Presidente CdA Sparta: CLAUDIO SIGNORILE
Direttore responsabile: FRANCESCO ROSSI
Presidente Comitato Editoriale: DIEGO RANA