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L'intervento

Ex Ilva, “Il Governo brancola nel buio, servono scelte coraggiose per il futuro di Taranto”

Il deputato dem Claudio Stefanazzi accusa l’esecutivo di aver gestito con sciatteria la gara e chiede una regia pubblica per salvare produzione, lavoro e ambiente. “La città non può più pagare l’improvvisazione di chi governa”

Operai dell'ex Ilva

Operai dell'ex Ilva (foto d'archivio)

TARANTO - “Il fallimento della gara per l’ex Ilva è la prova definitiva della sciatteria con cui il Governo Meloni ha gestito la vertenza.” Parole dure quelle del deputato pugliese del Partito Democratico, Claudio Stefanazzi, che punta il dito contro l’esecutivo dopo l’esito negativo della procedura di vendita dello stabilimento siderurgico tarantino.

Secondo Stefanazzi, la vicenda rappresenta “un mix di malafede e incapacità” che ha prodotto solo promesse mancate e un bando “senza acquirenti credibili né prospettive industriali”. Il risultato, denuncia il parlamentare dem, è “un ulteriore passo verso il declino di un sito produttivo strategico per l’Italia”.

Per l’esponente del Pd, Taranto non può continuare a subire le conseguenze dell’improvvisazione politica. Servono, invece, “scelte chiare e coraggiose” capaci di garantire una regia pubblica che coinvolga Cassa Depositi e Prestiti, Invitalia e i principali attori industriali nazionali.

L’obiettivo, afferma Stefanazzi, deve essere quello di assicurare continuità produttiva, tutela dei lavoratori, protezione della salute e dell’ambiente, insieme all’avvio concreto della decarbonizzazione dello stabilimento.

Il Governo smetta di nascondersi dietro i rinvii – aggiunge il deputato – e si assuma finalmente la responsabilità politica di guidare questa transizione”.

Stefanazzi conclude ricordando che la questione ex Ilva “non è una vertenza locale, ma una sfida nazionale che riguarda il futuro dell’acciaio italiano e la credibilità industriale del Paese”.

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