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Lecce
15 Ottobre 2025 - 11:54
Un uliveto devastato dalla xylella
SALENTO - Il Salento chiede di essere riconosciuto come area svantaggiata, dopo anni di devastazione provocata dalla Xylella fastidiosa, il batterio che dal 2013 ha cancellato un intero modello di economia rurale. La Cia – Agricoltori Italiani di Puglia, insieme alla direzione nazionale dell’organizzazione, ha annunciato che presenterà al Governo una proposta di emendamento per modificare la normativa attuale e includere i territori definiti dall’Osservatorio Fitosanitario della Regione Puglia come area infetta.
L’obiettivo è ottenere un riconoscimento formale di zona svantaggiata, che consentirebbe agli agricoltori di accedere a misure di sostegno economico, indennità compensative e riduzioni sui contributi previdenziali e consortili, strumenti essenziali per chi continua a lavorare in condizioni sempre più difficili.
«Dal 2013, anno in cui fu individuato il primo focolaio, la Xylella ha distrutto oltre 21 milioni di ulivi, azzerando di fatto la produzione di olive e olio che rappresentava la spina dorsale dell’economia locale – ha spiegato Gennaro Sicolo, vicepresidente nazionale CIA e presidente regionale pugliese –. Oggi il Salento, insieme a parte del Brindisino e del Tarantino, è un territorio martoriato dove i danni economici, produttivi e paesaggistici sono incalcolabili. È urgente – ha aggiunto – che il Governo riconosca ufficialmente l’area come zona svantaggiata».
Secondo la CIA, questo riconoscimento permetterebbe non solo di garantire sostegni diretti alle imprese agricole, ma anche di favorire il mantenimento delle attività rurali, la tutela della biodiversità e la prevenzione degli incendi, oltre a contrastare il crescente spopolamento delle campagne. Gli incentivi, ha ricordato Sicolo, servirebbero a preservare la tenuta economica e sociale di una zona che rischia di perdere definitivamente la sua identità agricola.
Negli ultimi due anni la CIA Puglia, attraverso le sue sedi territoriali, ha portato la questione nei consigli comunali dei centri più colpiti, nel tentativo di creare una rete di sostegno politico e istituzionale a questa battaglia. «Servono misure straordinarie – ha ribadito Sicolo – per riattivare il potenziale produttivo agricolo dell’area infetta, ricostruire un paesaggio oggi ridotto a distese di tronchi secchi e campi abbandonati, e fermare la desertificazione che avanza con l’abbandono e gli incendi. Stiamo assistendo anche a un drammatico esodo di giovani, costretti a lasciare le proprie terre per mancanza di prospettive».
Il vicepresidente CIA ha evidenziato anche i fattori strutturali che aggravano la crisi: la lontananza dai mercati del Centro Europa, la mancanza di hub logistici e intermodali, il crollo produttivo e l’assenza di ricambio generazionale. «In nessun’altra parte d’Europa – ha osservato Sicolo – esistono condizioni tanto avverse e invalidanti per lo sviluppo. Per questo il riconoscimento di area svantaggiata è non solo necessario, ma urgente».
L’inserimento del Salento e dei territori colpiti nella mappa delle aree svantaggiate – ha concluso – «potrebbe finalmente offrire strumenti concreti per il rilancio produttivo, commerciale e occupazionale di una terra che ha dato tanto all’agricoltura italiana. Ci auguriamo che la proposta venga accolta e fatta propria anche dalla prossima Giunta e dal nuovo Consiglio regionale».
Un appello, quello della Cia, che punta a restituire speranza a un territorio simbolo del Mezzogiorno, dove la rinascita passa oggi dalla ricostruzione agricola e da politiche mirate di sostegno e sviluppo sostenibile.
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