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Taranto

Verso il futuro con l’eolico offshore: la Fit Cisl rilancia il ruolo strategico del porto ionico

Per il segretario generale Gianluca Semitaio, il nuovo comparto dell’energia rinnovabile può generare sviluppo e occupazione, offrendo una concreta prospettiva ai lavoratori del settore portuale e ai 330 ex dipendenti della TCT

Energia eolica

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TARANTO - Il porto di Taranto si candida a diventare un polo strategico per l’eolico offshore e un motore di nuove opportunità occupazionali per il territorio. È questa la visione tracciata da Gianluca Semitaio, segretario generale della Fit Cisl Taranto, che analizza il quadro economico e industriale emerso nel corso del 2025, tra accordi internazionali, investimenti nel settore energetico e progetti legati alla transizione verde.

Secondo Semitaio, una serie di segnali concreti indica la possibilità di una rinascita produttiva del porto ionico. Il Decreto Energia di febbraio, oltre a definire interventi per la cantieristica navale nelle aree portuali, ha infatti richiamato le intese tra Stati Uniti e Italia, tra cui quella che affida alla Fincantieri Marinette Marine in Wisconsin la costruzione delle fregate Constellation per la Marina americana.

Ad aprile 2025, il presidente Donald Trump, insieme alla premier Giorgia Meloni, ha annunciato nuovi investimenti statunitensi nella ZES unica del Sud, in cambio del sostegno italiano alla cantieristica USA. Pochi mesi dopo, a fine settembre, è emerso l’interesse per lo stabilimento ex Ilva, oggi Acciaierie d’Italia, da parte di due grandi realtà americane: Bedrock Industries e la cordata Flacks Group + Steel Business Europe.

La Bedrock, fondo nato nel 2015 in Florida, ha come strategia quella di investire in aziende in crisi per rilanciarle, mentre la Flacks Group, insieme alla Steel Business Europe slovacca, opera nel campo delle materie prime e dei servizi logistici per le acciaierie europee.

Un ulteriore capitolo si è aperto a ottobre, con le difficoltà della società Renexia, la stessa che ha realizzato il parco eolico marino di Lido Azzurro. L’azienda, in partnership con i cinesi di MingYang Smart Energy, ha chiesto di poter disporre di spazi sul Molo Polisettoriale, in concessione al gruppo turco Yildrim/Corex, per la produzione di turbine destinate all’eolico offshore.

Un tema, osserva Semitaio, che si intreccia con questioni geopolitiche legate alla presenza della base NATO a Taranto, ma che potrebbe anche rappresentare una grande occasione di rilancio industriale per il territorio.

A sostegno di questa prospettiva, il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini ha garantito, durante un incontro con il vicepresidente del gruppo Yildrim/Corex, Erhan Ciloglu, l’impegno a finanziare i dragaggi del porto e a dare piena attuazione al decreto MASE sull’eolico offshore. Un’operazione che, secondo la Fit Cisl, avrebbe ricadute significative sull’indotto logistico, con un impatto diretto su oltre 400 lavoratori.

Tutti questi segnali – sottolinea Semitaio – confermano la possibilità che Taranto diventi un centro di riferimento per l’eolico marino”, un obiettivo che la Fit Cisl vede come chiave anche per ridare dignità occupazionale ai 330 ex dipendenti della Taranto Container Terminal (TCT), oggi in una situazione di precarietà legata al rinnovo annuale dell’indennità di mancato avviamento (IMA).

Per il sindacato, il rilancio del porto passa anche attraverso la formazione e la riqualificazione professionale di questi lavoratori, tramite i corsi regionali già previsti e una cabina di pilotaggio dedicata.

Non possiamo farci trovare impreparati – conclude Semitaio –. Il nuovo progetto sull’energia eolica in mare può diventare la leva per rivitalizzare l’intero sistema-Taranto, offrendo futuro e stabilità all’occupazione portuale e rilanciando il ruolo della città nella transizione energetica europea”.

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