Cerca
La Storia
15 Ottobre 2025 - 07:49
Antonio Gramsci
L’Italia non ha mai voluto fare i conti con la “propria storia” e questo ha consentito a chi aveva da nascondere ambiguità, falsità e doppiezze di mimetizzarsi contribuendo a far prevalere, quasi in modo esclusivo, la “narrazione” sulla “storia”.
La prima, come è noto, alimenta eroicizzazioni e falsi miti che annebbiano fino a falsare la realtà su fatti e personaggi. La seconda, invece, si basa solo sulle verità documentali che dimostrano le falsità narrate. All’interno, se non proprio al centro di queste narrazioni eroicizzanti, si è trovato spesso il Pci che ha costruito nei decenni miti ed eroi che gli archivi dei servizi segreti americani, sovietici, inglesi ed autorevoli membri dello stesso Pci come Massimo Caprara, Luciano Barca, Giancarlo Pajetta, Miriam Mafai, solo per citarne alcuni, che hanno contribuito quasi totalmente a demolire e, spesso, a sovvertire le narrazioni fatte.
A breve, si spera, di poter aggiungere anche Tonino Tatò che, rispetto a tutti gli altri, vede le sue carte tenute segrete dalla Fondazione Gramsci di Roma con la criptica dicitura “fuori consultazione”. Perché, dopo 33 anni dalla morte, non vengono aperte agli studiosi le sue carte per poterle consultare? Di lui parlò un importante agente dell’intelligence USA negli anni ‘90: Robert Rackmales che, sotto la copertura di “incaricato d’affari” a Villa Taverna sede dell’ambasciata degli Stati Uniti a Roma, affermò che il suo più importante contatto col Pci era stato Tonino Tatò, uno dei diversi bracci destri di Enrico Berlinguer.
Dopo l’ordine impartito a Togliatti da parte di Stalin, nel gennaio del ’44, affinchè accantonasse l’idea rivoluzionaria in Italia allo stesso tempo il leader sovietico tenne aperta la porta all’ipotesi rivoluzionaria nel Pci attraverso Pietro Secchia. Dal 1946 al 1954 Secchia fu responsabile dell’organizzazione, della propaganda e della cassa del Pci e, con tale incarico, mantenne un forte controllo sull'intero apparato del partito e anche di quello che gli avversari politici, in seguito, definirono il "parapartito", cioè una sorta di struttura clandestina formata da nuclei di ex partigiani, sospettati di essere spesso ancora in possesso delle armi non consegnate dopo la fine del secondo conflitto mondiale e pronti allo scontro armato. La sua visione leninista vedeva al centro il mito dell'URSS e di Stalin. Il declino di Secchia fu sancito, nel luglio del 1954, dalla "fuga con la cassa" e dalla sottrazione di alcuni documenti segreti del PCI da parte del suo principale collaboratore, Giulio Seniga.
Questo importante personaggio era entrato nelle fila del Pci nel 1943 e, a partire da quel momento, partecipò attivamente alla lotta antifascista: prima a Milano, poi a Lugano e Zurigo, poi di nuovo alla volta dell’Italia dove si unì ai partigiani dell’Ossola. Divenuto membro delle Brigate Garibaldi, gli fu affidato l’incarico di mantenere i collegamenti con il generale inglese John Mc Caffery a Berna, Capo dei servizi segreti inglesi e precisamente del famoso Soe (Special Operations Executive). Il rapporto speciale di Churchill con Stalin emerse con forza e per intero allorchè, ad affiancare il Pci, i servizi britannici vi collocarono anche il colonnello Ralph Merryl, alias Renato Mieli, che divenne prima direttore de L’Unità a Milano e poi responsabile per gli Esteri della Direzione nazionale del Pci.
Nel volume “L'Italia del miracolo “di Indro Montanelli e Mario Cervi, Rizzoli1987, a pag. 293, venne indicata la cifra di "circa un milione di dollari, 620 milioni di lire dell'epoca". La stessa cifra fu fatta a pag. 106 ne “La caverna dei sette ladri” di Gianfranco Piazzesi, Baldini&Castoldi 1996. Applicando il coefficiente di trasformazione Istat, 1954 - 2008, pari a 27,6615, si ottiene un valore di 8,86 milioni di euro attuali, oltre 17 miliardi di lire dell’epoca. Si tratta ovviamente di fondi illegali per il sistema di finanziamento italiano e questo mise al riparo Seniga da eventuali denunce che, così, avrebbe fatto scoprire ufficialmente uno dei più importanti canali di finanziamento del partito. La fuga di Seniga ebbe un effetto catastrofico su Secchia: gli distruggerà definitivamente la carriera politica, la fiducia e la reputazione che gli altri dirigenti avevano nei suoi confronti. Nel mese di ottobre la direzione del Pci assegnò a Secchia un periodo di riposo di alcuni mesi dopo il quale egli fu costretto a fare una profonda autocritica mediante una lettera dell’8 gennaio 1955. L’accaduto liberò Togliatti da Secchia che agiva in stretto rapporto con Mosca.
Essendo fallito il tentativo di creare un gruppo forte di opposizione al gruppo dirigente togliattiano in carica e vedendo che l’orizzonte politico del Pci era sempre più definito via via che gli anni trascorrevano la mattina del 25 luglio del1954, decise di lasciare Roma diretto a Milano portando con sé una valigia piena di documenti del PCI e di una notevole quantità di denaro proveniente da Mosca al quale Seniga aveva accesso proprio in virtù del suo incarico nella Commissione nazionale di vigilanza e come persona di fiducia di Secchia. Fu furto, lucida follia, pianificato gesto di un “rivoluzionario di professione” ispirato da una precisa progettualità politica? Lasciato il partito comunista strinse rapporti con André Marty, a capo di un gruppo della sinistra americana oltre a laburisti israeliani e della sinistra del Labour Party inglese.
Viaggiò in Israele, in veste di segretario dell’Unione democratici amici di Israele, che aveva fondato e che seguì per più di venti anni. Negli Stati Uniti, fu pubblicista non solo su periodici e quotidiani socialisti ma anche di altro orientamento. In Italia, invece, difese gli anarchici Giuseppe Pinelli e Pietro Valpreda, dopo la bomba di Piazza Fontana dell’11 dicembre 1969 e si offrì come ostaggio al posto di Aldo Moro che conosceva personalmente. Secchia ricevette, dopo un po', una lettera del suo ex collaboratore, una lettera scritta a Milano a casa del giornalista Gianni Brera, nella quale Seniga attaccava duramente Secchia e il Pci colpevoli di aver condannato il movimento operaio italiano all’ennesimo fallimento. Fra gli altri strinse rapporti con Yehuda Granit, membro del kibbutz Maagan Michael di D.N. Menasce, Israel. I documenti di Secchia sono conservati alla Camera ma, molto spesso, si trova questa dicitura: “Il fascicolo contiene inoltre documenti che per espressa volontà degli eredi di Giulio Seniga sono coperti dal vincolo di non consultabilità per un periodo di 20 anni, a decorrere dalla data di apertura del fondo archivistico alla consultazione (2017).”
Senza dimenticare lettere di Mario Pinzauti, giornalista della RAI (7 giu. 1995, in merito al progetto di Seniga di scrivere un’autobiografia; 19 dic. 1995).
I più letti
Testata: Buonasera
ISSN: 2531-4661 (Sito web)
Registrazione: n.7/2012 Tribunale di Taranto
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Piazza Giovanni XXIII 13 | 74123 | Taranto
Telefono: (+39)0996960416
Email: redazione.taranto@buonasera24.it
Pubblicità : pubblicita@buonasera24.it
Editore: SPARTA Società Cooperativa
Via Parini 51 | 74023 | Grottaglie (TA)
Iva: 03024870739
Presidente CdA Sparta: CLAUDIO SIGNORILE
Direttore responsabile: FRANCESCO ROSSI
Presidente Comitato Editoriale: DIEGO RANA