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Taranto

Droni in volo sul carcere: smartphone e accessori consegnati ai detenuti

Nel nuovo padiglione Jonio scoperti 16 telefoni cellulari e materiale vietato. Il Sappe denuncia: i droni portano merce proibita nelle celle approfittando del buio e della carenza di sorveglianza

Il carcere di Taranto

Il carcere di Taranto

TARANTO - Nel carcere di Taranto la tecnologia diventa alleata dell’illegalità. Durante una perquisizione nel nuovo padiglione Jonio, la polizia penitenziaria ha scoperto 16 smartphone, caricabatterie e vari accessori nascosti nei bagni di alcune celle occupate da detenuti ad alta sicurezza, imputati o condannati per associazione mafiosa secondo l’articolo 416 bis del codice penale.

La segnalazione arriva dal Sappe, il Sindacato autonomo di polizia penitenziaria, che da tempo denuncia la crescente difficoltà nel contrastare i tentativi di introdurre oggetti vietati dietro le sbarre. Secondo il sindacato, la merce sequestrata non entra più soltanto con i metodi tradizionali, come durante i colloqui familiari o al rientro dai permessi, ma anche attraverso droni che, nelle ore notturne, raggiungono direttamente le finestre o i cortili interni del reparto detentivo.

I piccoli velivoli senza pilota, approfittando del buio e dell’assenza di agenti lungo il muro di cinta, riescono a depositare pacchi contenenti telefoni cellulari e altri strumenti vietati. Un fenomeno in crescita che, sottolinea il Sappe, mette in seria difficoltà il personale, già alle prese con episodi di violenza e con un sovraffollamento che continua a pesare sulle condizioni di lavoro.

Il sindacato torna così a chiedere un rafforzamento della vigilanza esterna e l’adozione di tecnologie di contrasto ai droni, strumenti ormai indispensabili per impedire che la rete criminale riesca a comunicare e organizzarsi anche dall’interno delle mura carcerarie.

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