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L'analisi

Tra storia e propaganda: quando l’ignoranza riscrive il Medio Oriente

Dalla tregua-Trump alle reazioni mediatiche italiane, un’analisi che ripercorre secoli di storia — da Gerico ai giorni nostri — per ricordare che il conflitto israelo-palestinese non può essere letto con superficialità né ridotto a slogan televisivi

GAZA

Striscia di Gaza - archivio

L’ignoranza rifiuta la ricerca della verità perché suppone di possedere la verità ed è quello che succede in questi giorni con la tregua avviata da Trump. Una miriade di talk show e trasmissioni dove se ne sparano di tutti i tipi. Da falsità storiche a sciocchezze di presunte autorità morali di livello superiore.

Viste le orde di commentatori nelle Tv, nelle radio e sulla stampa che si accapigliano e fanno a gara a chi la spara più grossa ci permettiamo, molto risolutamente, di elencare gli antefatti storici a cui chiunque dovrebbe prima attingere e, poi, studiare prima di profferire una sola parola sul Medio Oriente.

In principio vi furono insediamenti umani in Giudea che risalgono a un periodo precedente l'età della Pietra. Questa regione è conosciuta dai paleoantropologi come una delle strade che l'homo sapiens attraversò per uscire dall'Africa e iniziare a colonizzare il resto del mondo, siamo a circa 100.000 anni fa. Resti archeologici di insediamenti umani risalenti a più di 11.000 anni fa si trovano ancora a Gerico, considerato il più vecchio insediamento ininterrottamente abitato al mondo. La Giudea coincideva con il territorio assegnato alla biblica tribù di Giuda figlio di Giacobbe che aveva la sua città principale a Gerusalemme. La Giudea fece parte dell'antico regno di Israele sotto Saul e diventata indipendente sotto Davide, che divenne a sua volta re di tutto Israele alla morte di Saul; Israele rimase quindi unita fino alla morte del re Salomone, figlio di Davide, all’incirca nel 931 a.C., quando il regno si divise in due, il regno di Israele a Nord, con capitale Tirzah prima e Samaria poi, e il Regno di Giuda a Sud, con capitale Gerusalemme.

Il reame settentrionale cadde sotto gli Assiri nel 722 a.C., mentre la Giudea costituì uno stato indipendente fino al 587 a.C., quando fu conquistata dai babilonesi. Poi passò sotto i persiani e gli elleni. Dopo la rivolta dei Maccabei seguì la dominazione romana e quella bizantina. I romani vi imposero il nome Palestina dopo aver sconfitto Bar Kokba che aveva guidato la terza guerra giudaica contro i Romani. Dopo la definitiva sconfitta l’imperatore Adriano cambiò il nome da provincia di Giudea in Siria Palestina, distrusse Gerusalemme che fu ricostruita col nome di Colonia Aelia Capitolina. Nel 1916 l’accordo Sykes-Picot stabilì le aree di influenza di Francia e Gran Bretagna in tale accordo la Palestina, la Giordania e l’Iraq finirono ai britannici mentre Libano e Siria ai francesi. Le linee di confine furono inventate in quell’occasione spazzando via i naturali confini delle tribù arabe. In quel periodo Sir Henry Mac Mahon promise un grande Stato arabo in cambio del loro aiuto contro l’impero ottomano, la Turchia attuale. 

Nel 1917 Arthur James Balfour fece la stessa cosa con gli ebrei promettendo loro di far rinascere la loro patria mentre ricopriva la carica di segretario per gli affari esteri sostenendo, tramite la nota dichiarazione Balfour, la creazione di uno stato ebraico in Palestina, in vista della sconfitta dell'Impero ottomano, del quale la Palestina faceva parte, nell'ambito della Prima guerra mondiale. Questi, in breve, gli antefatti storici a cui chiunque dovrebbe riferirsi prima di profferire una sola parola sul Medio Oriente.

Dalla fine della Seconda guerra mondiale ad oggi molti Stati sono nati la Rhodesia si è trasformata in Zimbabwe, l’isola di Ceylon in Sri Lanka, il Siam in Thailandia, la Jugoslavia in Serbia, in Croazia e Bosnia Erzegovina e nel 1948 gli ebrei fondarono Israele. In quello stesso anno il Gran Mufti suggerì di andar via o di combattere contro Israele, per cui tutti gli stati confinanti attaccarono Israele ma persero la guerra. Ignorando totalmente questi fatti storici millenari è scoppiata in Italia una guerra mediatica quasi esclusivamente contro Israele e gli ebrei e, prima ancora, contro Trump. Senza che nessuno lo citasse fino ad oggi nel 2010 fu pubblicato negli Stati Uniti, dove si era rifugiato, un libro di Mosab Hassan Yousef: Sun of Hamas. L’autore figlio dello sceicco Hassan Yousef, cofondatore di Hamas, ha vissuto per anni sotto copertura in quanto braccato da Hamas per ucciderlo. Il libro descrive le sue vicende come figlio dello sceicco Hassan Yousef guida politica del movimento militare terroristico palestinesein cui anche lui per anni era stato parte attiva fino ad uscirne.

Ma in Italia che fanno? Alzano a dea della verità la signora Francesca Albanese, da Ariano Irpino in provincia di Avellino che, dal 2022 è relatrice speciale delle Nazioni Unite sui territori palestinesi occupati, raffigurata come l’eroina contro il male del mondo per la sua missione salvifica.

Orbene da quel momento in poi i social, le Tv, molti sindaci e tant’altri la pongono su di un piedistallo da cui, alcune autorevoli voci della odierna sinistra italiana come Giuliano Amato, iniziano a dire la loro. Amato l’ha accusata di dire cose infami come quella per cui “Liliana Segre non è lucida perché è stata parte in causa quindi, stando a questo pseudo ragionamento, dovremmo chiedere la “totale revisione del processo di Norimberga e di Eichmann” in quanto tutti i testimoni erano parti in causa.” Ad anticiparlo era stato Corrado Augias che ha affermato “Quella della dottoressa (Francesca Albanese), che è una giurista ed è sicuramente addentro alle faccende del Medio Oriente, è stata una reazione impropria, che sconfina nel fanatismo”.

Senza dimenticare le parole, poi, del direttore della rivista Formiche: Roberto Arditti quando in Tv ha affermato che “i palestinesi in M.O. non li vuole nessuno né l’Egitto, né il Libano, né la Giordania e né la Siria. Inoltre, l’attacco nel Qatar da parte di Israele ha intimorito questo Paese e lo ha spinto a collaborare intensamente. Israele ha spostato 500.000 palestinesi ai confini dell’Egitto la qual cosa ha terrorizzato Il Cairo che ha compreso la possibilità di Tel Aviv di scaricarglieli oltre confine.

Va ricordato che Yahya Sinwar, capo supremo di Hamas eliminato da Israele ad ottobre del 2024 col colpo del 7 ottobre agiva in nome e per conto dell’Iran per bloccare gli accordi di Abramo dove spiccava la forte intesa fra Israele e Arabia Saudita. Il risultato sono stati i colpi mortali inferti da Israele agli Hezbollah in Libano, Hamas a Gaza, Assad in Siria, Houthi in Yemen, senza dimenticare l’Iran col bombardamento al suo sito nucleare. Il piano di Trump, per allargare e rafforzare il suo Accordo di Abramo, vede l’intesa fra ben 31 Paesi arabi, fra cui spiccano Indonesia, Pakistan e Turchia.

La conclusione non può farci dimenticare il quasi “silenziato attacco ai napoletani” sferrato dall’irpina Albanese quando ha affermato che “per Gaza sono scesi in strada di notte anche i milanesi che, a differenza dei napoletani, sanno che la mattina presto devono alzarsi per andare a lavorare.” Queste le parole della relatrice per l’ONU per i diritti umani evidentemente escluso i napoletani.

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