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Il fatto
14 Ottobre 2025 - 06:19
Il carcere di Taranto
TARANTO - Giornata di tensione estrema quella di ieri nel carcere di Taranto, dove due detenuti hanno messo in serio pericolo la sicurezza del personale penitenziario. L’episodio, avvenuto intorno alle 12 di lunedì 13 ottobre 2025, ha scatenato momenti di caos e paura tra gli agenti in servizio.
A denunciare l’accaduto è Domenico Mastrulli, segretario generale nazionale del CO.S.P. – Coordinamento Sindacale Penitenziario, insieme al coordinatore regionale Luca Lionetti. I due sindacalisti parlano apertamente di una “situazione disastrosa”, con una carenza di almeno 60 unità di polizia penitenziaria rispetto alle necessità operative, turni massacranti e un equilibrio ormai compromesso tra numero di detenuti e personale disponibile.
Secondo quanto riferito, il primo detenuto si trovava all’interno dell’ufficio della sorveglianza generale per la contestazione di un nuovo rapporto disciplinare, quando improvvisamente si è scagliato contro la vicecomandante, tentando di colpirla. Solo il pronto intervento degli agenti presenti ha impedito che l’aggressione degenerasse ulteriormente.
Nel giro di pochi secondi, la situazione è precipitata. L’uomo, in preda alla furia, ha iniziato a colpire con calci e pugni gli agenti accorsi, danneggiando le scrivanie e distruggendo parte dell’arredo. È stato necessario l’intervento di altro personale richiamato dall’allarme generale, ma la violenza non si è fermata.
Appena trasferito verso il reparto osservazione, il detenuto è stato raggiunto da un secondo recluso, anch’egli originario del barese, che si è lanciato contro il personale impegnato a contenere la situazione. Ne è nata una colluttazione durata oltre due ore, al termine della quale entrambi sono stati ricondotti con difficoltà nelle rispettive celle.
Il sindacato evidenzia un aspetto particolarmente grave: l’autore della prima aggressione era già sottoposto a sospensione dal regime del 14 bis e in passato si era reso protagonista di numerosi episodi violenti contro il personale. Nonostante le ripetute segnalazioni della direzione e la normativa che prevede l’allontanamento dei soggetti pericolosi, né il PRAP di Bari né il DAP di Roma avevano disposto il trasferimento del detenuto.
Per il CO.S.P. questa vicenda è l’ennesima prova di un sistema ormai al collasso. «La casa circondariale di Taranto è sovraffollata, con un organico ridotto e un modello organizzativo che va completamente ripensato», denuncia Mastrulli. «Servono nuove assunzioni, una revisione delle piante organiche e un adeguamento immediato dei modelli di gestione del personale».
Il sindacato chiede ora un intervento urgente del Provveditorato Regionale Puglia e Basilicata e del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria di Roma, annunciando la volontà di incontrare il nuovo provveditore regionale e i vertici del carcere di Taranto per discutere la situazione e raccogliere le testimonianze del personale.
Nei prossimi giorni, una delegazione del CO.S.P. effettuerà una visita ufficiale all’istituto penitenziario jonico per verificare le condizioni di lavoro e portare solidarietà agli agenti coinvolti. «Non possiamo più accettare – concludono i rappresentanti sindacali – che chi indossa la divisa debba rischiare la vita ogni giorno in un contesto dove mancano uomini, tutele e rispetto».
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