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Taranto
13 Ottobre 2025 - 10:12
Un'assemblea dei lavoratori ex Ilva - archivio
TARANTO - È partita oggi nello stabilimento di Acciaierie d’Italia di Taranto, l’ex Ilva, la serie di assemblee dei lavoratori in vista della giornata di mobilitazione nazionale del 16 ottobre, proclamata da Fim, Fiom e Uilm. L’iniziativa culminerà con uno sciopero generale in tutti i siti del gruppo siderurgico, a sostegno delle richieste sindacali sul futuro dell’acciaieria e sulla tutela dell’occupazione.
Durante l’incontro con gli operai, il segretario nazionale della Fim Cisl con delega alla siderurgia, Valerio D’Alò, ha richiamato la necessità di un impegno concreto dello Stato per uscire dallo stallo industriale. “Non vogliamo tornare indietro al 2012 – ha dichiarato –. Lo Stato deve garantirci un lavoro dignitoso, non possiamo accettare di rivivere gli stessi errori del passato”.
D’Alò ha sottolineato come la situazione attuale sia il risultato di una responsabilità politica condivisa: “Tutti i governi che si sono succeduti hanno colpe, nessuno escluso. L’unica strada possibile è un intervento pubblico deciso, ma non per disperdere risorse. Quei fondi devono essere investiti negli impianti, con l’obiettivo di creare una società pubblico-privata capace di rilanciare la produzione e salvaguardare i posti di lavoro”.
Nel suo intervento, il sindacalista ha ribadito che i dipendenti dell’ex Ilva “non hanno mai chiesto assistenza o sussidi”, ma soltanto “la possibilità di lavorare in un ambiente sano”. “Abbiamo già pagato – ha aggiunto – il prezzo della cassa integrazione e dell’inquinamento. Siamo noi, i lavoratori, a subire le conseguenze delle decisioni prese altrove”.
D’Alò ha poi invitato i dipendenti a partecipare compatti alla giornata di mobilitazione: “Serve un gesto di responsabilità collettiva. Più saremo numerosi e determinati, più la voce dei lavoratori di Taranto sarà ascoltata. Non vogliamo restare in silenzio davanti a chi decide del nostro futuro”.
Le assemblee continueranno nei prossimi giorni in tutti i reparti dello stabilimento, in vista di uno sciopero che si preannuncia molto partecipato e che segnerà un nuovo passaggio nella lunga vertenza dell’acciaieria tarantina.
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